Bosnia Erzegovina: sfratti, ritorni e case per chi vuol restare

In Bosnia Erzegovina rimane cruciale la questione delle proprietà immobiliari illegalmente occupate. Continuano gli sfratti ma è reale il problema di rendere disponibili alloggi alternativi per chi si ritrova senza una casa.

17/01/2002, Redazione -

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Via centrale di Banja Luka

L’associazione "Ostanak", che difende i diritti sei serbo-bosniaci sfollati che non intendono rientrare nelle zone di origine, ha presentato al governo della Republika Srpska un progetto per la ricostruzione di 500 case nella municipalità di Prijedor. Dieci compagnie private si sono già dichiarate pronte a fornire materiale edile a prezzi scontati ma "Ostanak" confida anche nel supporto governativo (www.srna.yu, 31.12.01).
Intanto il portavoce a Banja Luka delle Nazioni Unite, Alun Roberts, ha dichiarato che in Republika Srpska, il numero degli sfratti da case o appartamenti occupati illegalmente è nel 2001 raddoppiato rispetto all’anno precedente.
Nell’area di Banja Luka, Prijedor, Gradisca a Kotor Varos sono stati fissati 2068 sfratti, 1820 dei quali riusciti. "Nella sola area di Banja Luka gli sfratti hanno portato al ritorno di 850 famiglie musulmane, 293 croate e 47 appartenenti ad altre minoranze" ha dichiarato Roberts, sottolineando come uno dei problemi principali dell’anno trascorso sia stata però la mancanza di alloggi alternativi per chi veniva sfrattato (RTRS, 02.01.02).
In parte i risultati raggiunti sono da collegarsi all’approvazione, il 4 dicembre 2001, di alcuni emendamenti alla legge sulla proprietà degli immobili. Emendamenti volti ad apportare chiarimenti alla legge esistente, accelerarne l’implementazione, affrontare il problema degli alloggi alternativi per chi viene sfrattato e si trova in effettivo bisogno.
Le cifre rese note dall’OHR denunciano però una situazione ancora molto difficile e precaria. Alla fine del 2001 la percentuale delle sentenze emesse dai tribunali, a fronte di denuncie di proprietà immobiliari illegalmente occupate, era ferma al 63%. Inoltre solo il 39% dei proprietari che hanno denunciato questo stato di illegittimità sono riusciti a rientrare nelle proprie case.

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