Presidenziali: come sono andate nel sud della Serbia?
Il nostro corrispondente da Nis, Mihailo Antovic, fornisce un quadro sui risultati delle elezioni nel sud della Serbia. Interessanti i dati che emergono dal Kossovo e dalla valle di Presevo, Bujanovac e Medvedja.
Oramai è certo. Saranno Vojislav Kostunica e Miroljub Labus a confrontarsi, tra dieci giorni, per la Presidenza della Serbia. Le percentuali ottenute al primo turno sono oramai pressoché definitive. Secondo il CESID (Centre for Free Elections and Democracy), gruppo indipendente che si occupa di monitoraggio di processi elettorali, Kostunica avrebbe ottenuto il 31,2% dei consensi mentre Labus seguirebbe con il 27,2%. Al terzo posto, con una percentuale che ha sorpreso molti, l’ultraradicale Vojislav Seselj con il 22,9%.
I risultati elettorali nel sud della Serbia sono però – anche in modo rilevante – differenti. Kostunica rimane sempre in testa ma a seguire non c’è Labus bensì Seselj che raccoglie una percentuale di consensi che va dal 26,6% al 30%. Fanno eccezione alcune città tra le quali Nis, che rispecchiano in modo più fedele il risultato elettorale nazionale.
Gli analisti ritengono che le percentuali in merito al sud della Serbia molto sono state influenzate dall’esito delle votazioni nei distretti del Kossovo. In questi ultimi Seselj avrebbe raccolto molti consensi ereditando tutti i sostenitori di Milosevic. In Kossovo circa 100.000 persone erano iscritte alle liste elettorali e quasi tutti sono residenti nelle aree di maggioranza serba.
Molti sono stati però i cittadini serbi che hanno denunciano di non aver potuto votare perché non inseriti nelle liste. Tra questi anche Gojko Savic, parlamentare serbo presso l’Assemblea del Kossovo, che a Mitrovica non è riuscito a votare.Sempre il CESID ha riportato che il 40-45% degli aventi diritto in Kossovo si sono recati alle urne. Le responsabilità sembrano essere delle strutture locali di autogoverno che non sono state in grado di aggiornare le liste elettorali.
Altro luogo emblematico per comprendere più a fondo l’andamento di queste elezioni e le conseguenze che avranno su alcune delle questioni "calde" della Serbia di oggi la vallata di Presevo, Bujanovac e Medvedja. "Il bassissimo numero di elettori di etnia albanese alle presidenziali è risultato dal baso profilo tenuto in merito a queste elezioni dai partiti dai quali si sentono rappresentati" ha dichiarato Rasim Ljajic, Ministro federale per le minoranze nazionali. "Questo però non dovrebbe portare a nessuna forzatura di una conclusione politica – ha ribadito Ljaic – perché non vi è stata nessuna sorta di campagna anti-elettorale da parte degli albanesi del sud della Serbia". Ljaic ha concluso ricordando che a Presevo gli albanesi hanno collaborato nel lavoro per la predisposizione dei seggi e nelle commissioni elettorali. Cosa che non è avvenuta a Bujanovac probabilmente a causa di "pressioni dal parte degli ex-membri del UCK". Saip Kamberi, attivista di un Comitato locale a favore dei diritti umani e membro del Partito per l’Azione democratica, ha dichiarato che "la bassissima affluenza alle urne degli albanesi è dovuta alla loro convinzione che queste elezioni presidenziali nulla influiscano sulla loro situazione attuale".
Vedi anche:
Intervista con Saip Kamberi, Comitato per i diritti umani di Bujanovac