Croazia: Il caso Bobetko divide il paese

Il Governo si rifiuta di consegnare un generale sospettato di crimini di guerra ed il Paese si spacca in due. L’arcivescovo di Zagabria invita a stare uniti in un momento difficile, il Presidente Mesic preme per il rispetto degli accordi internazionali.

01/10/2002, Redazione -

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Bobetko qualche anno fa in compagnia di Franjo Tudjman

L’arcivescovo di Zagabria – Josip Bozanic – ha fatto «appello all’unità del popolo croato in questo momento difficile” (Novi list, 26.09.2002). Bozanic si riferisce alla situazione in cui si è trovato il Governo croato dopo aver ricevuto l’atto d’accusa contro il generale Janko Bobetko dal Tribunale Penale Internazionale de L’aja. A seguito dell’arrivo ufficiale dell’incriminazione, il 23 settembre scorso l’esecutivo di centrosinistra di Ivica Racan ha deciso di non consegnare all’Aja l’anziano generale (83 anni), ma di tentare di contestare l’atto d’accusa davanti al Tpi.
”Esiste una grande responsabilità dei dirigenti del paese, che devono usare tutti i mezzi legali per chiarire la situazione in Croazia” ha detto Bozanic per il quotidiano Novi list. ”Resistere alle pressioni dall’estero” è il titolo usato dal quotidiano Jutarnji list per riassumere le posizioni dell’Arcivescovo, il quale ha invitato tutti i fedeli a pregare affinché la situazione si risolva al più presto e nel modo migliore per il futuro dei giovani croati. Una posizione la sua che sembra dare sostegno alle scelte del governo, ma che allo stesso tempo tiene conto delle possibile ripercussioni, ovvero delle sanzioni, che il paese rischia con la mancata collaborazione di Zagabria con il Tpi.Sul caso Bobetko è intervenuto anche il Presidente della Repubblica – Stipe Mesic – che in un discorso molto franco trasmesso integralmente il 23 settembre scorso dalla televisione statale Hrt (Hrvatska Radio Televizija) ha chiesto ”una collaborazione senza condizioni del governo con il Tribunale Internazionale”. Mesic, senza mezzi termini, ha ricordato al governo che gli obblighi internazionali vanno rispettati e che "nessuno ha il mandato per portare la Croazia verso l’isolamento internazionale". Le reazioni dei partiti politici al discorso di Mesic sono state in gran parte negative. Difatti solo due sono i partiti hanno sostenuto la sua posizione, il Partito popolare Croato (HNS) – partito dello stesso Mesic – e la Dieta democratica istriana (IDS).
Immediate le reazioni della comunità internazionale, riportate anche dai quotidiani della confinante Bosnia Erzegovina. Oslobodjenje del 29 settembre riporta infatti le note di preoccupazione del Governo statunitense e del Consiglio d’Europa, i quali hanno lanciato un appello affinché la Croazia "decida immediatamente e senza condizioni" di agire secondo gli accordi di collaborazione stipulati a suo tempo con il Tribunale de L’Aja.

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