Ultime novità sul caso ‘Orao’
Alcuni aggiornamenti sul discusso caso di traffico d’armi verso l’Irak, dopo la seduta dell’Alto consiglio della difesa della Republika Srpska.
A seguito dello scoppio del caso dell’ azienda "Orao" e dell’esportazione illegale di armi verso l’Iraq, l’Alto Consiglio della Difesa della Republika Srpska, riunitosi nella notte tra il 28 e il 29 ottobre scorso, ha accettato le dimissioni del Ministro della Difesa Slobodan Bilic e la richiesta fatta dal capo dell’Esercito della RS – Generale Novica Simic – di essere sollevato da tale carica. Nella dichiarazione ufficiale emessa dall’ufficio del Presidente della RS si sottolinea che il Consiglio, nonostante si ritenga convinto che non esistano dirette responsabilità a carico dei due dimissionari, considera tale decisione un importante passo verso la ricucitura dei rapporti tra le due entità della Bosnia Erzegovina. E’ interessante notare che dopo la riunione del Consiglio, nessun rappresentante governativo si è dato disponibile a concedere dichiarazioni pubbliche.
Il grande interesse mostrato dagli organi di stampa su cosa sia successo durante la riunione dell’altra notte, è rimasto senza risposte per tutta la giornata successiva, il 29 ottobre. Solo nel tardo pomeriggio è stato emesso un comunicato ufficiale dell’ufficio stampa del Presidente Mladen Ivancic, nel quale è scritto inoltre che il Governo della RS ha stilato un programma di attività per la messa in opera delle misure decise dal Consiglio della Difesa nella suddetta riunione, relative all’azienda "Orao", che dovrà essere portato a conclusione entro il prossimo 27 novembre.
Nella comunicazione Ivanic specifica che si tratta di 20 attività concrete e precise con indicati altrettanti precisi termini temporali di realizzazione, e che si considera certo che le misure già prese dal Governo porteranno alla risoluzione definitiva del problema emerso con l’azienda di Bijelina.
Ivanic ha altresì dichiarato che, pur non essendo direttamente coinvolto, considera le dimissioni di Bilic "un segno di responsabilità politica che il Ministro ha preso molto sul serio". Le conclusioni della riunione del Consiglio prevedono che si avvii un’indagine specifica sul caso "Orao", attraverso la quale si definiscano le responsabilità e i soggetti da sanzionare. Si prevede, come richiesto dal Governo della RS, che l’analisi dell’azienda "Orao" venga attuata dal revisore e dagli uffici di controllo fiscale della RS. Il Consiglio ha anche accettato che partecipino all’intera indagine rappresentanti dell’OSCE e dello SFOR di stanza sul territorio della Bosnia Erzegovina.
Queste le poche notizie trapelate dopo la riunione notturna e messe a disposizione dei mass media della RS e della Federazione. L’unica cosa chiara è che nemmeno dopo tale riunione si capisce cosa succederà. Si può anzi trarre la conclusione che le autorità della RS non sono assolutamente preparate a combattere la violazione dell’embargo imposto dalle Nazioni Unite sull’esportazione di armi, oppure che esiste una responsabilità diretta di alti rappresentanti dello Stato.
Nel frattempo Richard Boucher, portavoce del dipartimento di Stato USA, ha dichiarato che il suo paese si aspetta che i responsabili del caso "Orao" vengano immediatamente messi sotto processo. Ha aggiunto di considerare insufficiente la decisione del Governo della RS di chiedere le dimissioni dei tre alti funzionari coinvolti nel caso, "E’ stato un buon inizio, ma serve ben altro". Nella comunicazione del Dipartimento di Stato viene sottolineata la necessità che vengano fatti passi decisivi contro chi ha venduto armi all’Iraq, violato l’embargo e gli accordi di Dayton, ritenendo "molto soddisfacenti le decisioni prese a Belgrado nei confronti della Jugoimport".
Alla conferenza stampa tenutasi il 29 ottobre a Sarajevo, si è espresso anche il comandante in carica dello SFOR, William Ward (vedi foto). Ward ha avvertito le alte sfere dei governi delle due entità e dello Stato che le Forze Internazionali di Stabilizzazione osserveranno attentamente l’indagine sulla "Orao" e che "se non dovessero essere prese le dovute misure, lo SFOR interverrà secondo il mandato previsto dagli accordi di Dayton". Ciò significa che "nonostante sia precoce parlare delle azioni che lo SFOR potrebbe intraprendere nei confronti di alti organi dello Stato se si dovesse valutarne negativamente il lavoro", si è dimostrato fermo nell’intenzione di portare avanti un controllo dell’operato e dei risultati raggiunti.
Alla domanda dei giornalisti se lo SFOR abbia o meno a disposizione dati sull’esistenza di aziende situate sul territorio della Federazione della BiH che hanno violato l’embargo esportando armi verso l’Iraq, Word ha risposto che l’indagine si sta effettuando il tutto lo Stato, ma ha rifiutato di fornire altri dettagli. A questo proposito va sottolineato che il vice Ministro della Difesa della Federazione della BiH – Ferid Buljubasic – ha dichiarato che il Ministero avvierà un’indagine aggiuntiva su otto aziende che si occupano di riparazioni o di produzione di pezzi di armamenti nella sua entità.
E’ interessante sottolineare che negli ambienti militari e politici ci si chiede come mai al caso "Orao" sia stato dato questo enorme rilievo proprio in questo momento, in cui si devono costituire i nuovi governi locali a seguito dei risultati elettorali e in cui Paddy Ashdown rilascia dichiarazioni sulla necessità di rafforzare il peso delle autorità centrali dello Stato rispetto a quello delle entità e di unificare il comando dell’esercito, quando invece il caso era emerso da tempo.
Una possibile risposta forse si trova nelle dichiarazioni rilasciate da Ward alla conferenza stampa di Sarajevo, ritenendo che la centralizzazione del ministero deputato all’organizzazione della difesa e del comando dell’esercito aiuterebbe in futuro ad evitare altri casi come questo. Ha anche ricordato che il Segretario Generale della NATO, George Robertson, insiste sul fatto che la Bosnia Erzegovina si dovrà munire di un unico comando e organizzazione della difesa per poter accedere al "Partnership for Peace".
Intanto il 30 ottobre a Banja Luka è avvenuta la riunione straordinaria dell’assemblea del Popolo della Republika Srpska, per valutare il lavoro dei Ministeri della Difesa e degli Interni, e per discutere del caso "Orao".
Vedi anche:
La Bosnia vendeva armi all’Iraq?
Jugoslavia-Iraq: violazione dell’embargo
I primi 45 giorni di Lord Paddy Ashdown