Bulgaria: la scuola in trincea
Un reportage di Tanya Mangalakova, nostra corrispondente da Sofia, sui tagli che il Governo bulgaro sta effettuando nel settore scolastico. A farne le spese le aree più marginali del Paese.
Secondo i dati forniti dal Ministero per la scienza e per l’educazione, tra il gennaio ed il dicembre 2002 sono state chiuse 142 scuole, 29 sarebbero state incorporate ad altre 48 modificate nella loro destinazione d’uso. A fronte di queste chiusure, sarebbero state aperte solo 5 nuove scuole.
13.632 il numero degli insegnanti licenziati nello stesso periodo, secondo il Governo per far fronte al drastico calo delle iscrizioni scolastiche: nell’anno scolastico 2002-2003, 25.900 scolari in meno rispetto al precedente.
La decisione della chiusura di un istituto viene presa dai consigli municipali, coadiuvati da una commissione di esperti istituita dal Ministero per l’educazione. Anche questi utlimi hanno chiarito come le chiusure sono spesso dovute al trend stabilmente in discesa delle iscrizioni: tutte le classi che non raggiungono il numero di studenti stabilito dalla legge (18 nelle aree urbane, 8 in quelle rurali), vengono soppresse.
Il Ministero non ha reso nota l’area più colpita dai tagli, ma senza dubbio è preoccupante la situazione della regione dei monti Rodopi dove vive una minoranza che professa la religione musulmana.
Nel villaggio di Egrek a scuola solo dopo il 20 novembre
I cittadini del villaggio di Egrek, nella regione dei monti Rodopi, hanno combattuto una dura battaglia durata due mesi per impedire che la scuola locale fosse chiusa. Centinaia di persone hanno contestato la decisione del consiglio municipale di Krumovgrad, risalente al marzo 2002, che stabiliva la chiusura della scuola a Egrek. I cittadini del paese hanno attraversato il confine tra Bulgaria e Grecia e si sono accampati nella "no man’s land". E dopo mesi di proteste, scolari e genitori hanno ottenuto quello che volevano, pur dovendo investire propri fondi per la ristrutturazione dell’edificio scolastico. E sono rientrati nella loro scuola lo scorso 20 novembre.
Un professore dona 7.074 euro per la ristrutturazione di una scuola a Pripek
Il Prof. Delcho Porianzov, conosciuto in Bulgaria perché menzionato dal Presidente Parvanov quale esempio di onestà e moralità, ha recentemente criticato in un’intervista per ’24 Chassa’ il Ministro per l’educazione Vladimir Atanasov. "Gli abitanti dei Monti Rodopi hanno fatto bene a proteggere le proprie scuole. Dopo un momento di spaesamento hanno capito che dovevano opporsi alle politiche di Atanasov, che verrà senza dubbio ricordato come il liquidatore delle scuole bulgare … si stanno distruggendo realtà a volte centenarie ed andrà a sparire un patrimonio per il Paese".
Porianzov è inoltre indignato dall’incompetenza a suo avviso dimostrata dal Ministro per l’educazione e dalla sua burocratica assenza di sentimenti, "Il sindaco di Egrek ed il direttore della scuola mi hanno chiarito come, durante l’incontro con il Ministro, quest’ultimo avrebbe detto loro che, nel caso la scuola fosse rimasta aperta, non avrebbero dovuto aspettarsi che si iniziassero lezioni nella loro madrelingua. Nella regione dei Rodopi vive una minoranza musulmana che però ha sempre parlato bulgaro. E’ sconvolgente che un Ministro per l’educazione dimostri tale ignoranza. I monti Rodopi vanno invece difesi. La diminuzione di bambini iscritti è dovuta essenzialmente ad una crisi economica che ha colpito la regione. E per arginarla non serve assolutamente marginalizzare ancora quest’area chiudendo gli istituti scolastici".
Per opporsi a questa politica iniziata dal Ministero, Porizov ha fatto una donazione al Ministero perché venga utilizzata per migliorare il budget di una scuola superiore con sede a Pripek, Monti Rodopi. "Inizialmente la mia donazione è stata rifiutata, ma poi è intervenuto lo stesso Presidente della Bulgaria, che si è impegnato affinché la scuola superiore in questione non venisse chiusa". Per questo ha promesso la destinazione di parte di un premio in denaro, che ha ricevuto pochi giorni fa a Mosca per la "promozione dell’unità e dei legami tra le nazioni ortodosse".
Una riforma dolorosa
E’ da molti anni che è stata iniziata la riforma del sistema scolastico in Bulgaria. Il miglior risultato raggiunto sino ad ora non è stato l’innalzamento della qualità dell’insegnamento ma la chiusura di 500 istituti. Nonostante il fatto che l’educazione scolastica in Bulgaria non dovrebbe comportare oneri finanziari per scolari e studenti, spetta a loro ed alle loro famiglie acquistare i libri di testo. Solo i bambini delle prime elementari ricevono gratis i libri scolastici. Secondo il quotidiano ‘Troud’, dal 1996 il numero di professori ed insegnanti ha subito un taglio superiore al 2%.
La Bulgaria ha recentemente ricevuto un prestito di 15,3 milioni di dollari dalla Banca Mondiale nell’ambito di un progetto per la modernizzazione del sistema scolastico, e si è impegnata a portarlo a termine entro la fine del 2004. La riforma è stata ampiamente criticata dalla società civile bulgara. "Porterà alla miseria culturale il Paese", ha denunciato Velichka Rangelova, portavoce del sindacato degli insegnanti ‘Promana’. "E’ inaccettabile la chiusura di queste 500 scuole ed il taglio di 12.000 dollari nel budget di ogni singolo istituto", ha aggiunto sempre quest’ultima.
Parte della riforma prevede inoltre degli esami scolastici al termine del ciclo della scuola dell’obbligo. 3 milioni di dollari del prestito della Banca Mondiale sono stati stanziati proprio per questo. Esami che dovevano essere già istituiti per quest’anno scolastico, ma nel 2002 la Corte amministrativa suprema ha sentenziato che la decisione del Ministero in questo senso contraddice la legislazione ordinaria ed è quindi da ritenersi invalida. Anche per quest’anno quindi gli studenti bulgari non dovranno affrontare una commissione esaminante.