La Macedonia alle prese col FMI

La scorsa settimana una delegazione del FMI è arrivata in Macedonia per trattare sul bilancio del paese e sul concordato per dare il via ai fondi previsti dai donatori. Le novità riguardano per ora un generale aumento dell’IVA di parecchi generi.

13/02/2003, Redazione -

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MIA - Un momento della conferenza

La scorsa settimana il governo macedone si è confrontato con un serio problema. Ha dovuto convincere il team per le negoziazioni del FMI che si impegnerà a ridurre la spesa pubblica di sei milioni di denari (61 denari = 1 euro), rispetto lo scorso anno. Inoltre, il FMI ha posto come condizione che la spesa totale del budget non sorpasserà la soglia di quattro milioni di denari. In vista di questo obiettivo, il FMI ha proposto di aumentare alcune tasse che potrebbero essere necessarie se il governo vuole concludere un concordato per il prestito con l’istituzione finanziaria internazionale. Per dirla più seriamente, il governo necessita di questo concordato, dal momento che è condizione per ottenere i circa 200 milioni di dollari che sono stati promessi durante la Conferenza dei donatori per la Macedonia, tenutasi lo scorso anno a Bruxelles.

Il governo ha negoziato per ottenere un accordo di stand-by, il che significa che il prestito del FMI verrà usato come supporto alla bilancia dei pagamenti, che come previsto sarà negativa a causa del deficit di bilancio.
Al governo è stato chiesto di prendere su di sé l’obbligo di non aumentare i costi di trasferimento sociale e di evitare nuove assunzioni nell’amministrazione pubblica e statale.

Le negoziazioni si sono concluse lo scorso week-end, e la Macedonia ha siglato un accordo di stand-by del valore di 27 milioni di dollari per la durata di 15 mesi.

I risultati più tangibili del nuovo accordo di stand-by sono attesi nella politica di tassazione. L’imposta sul valore aggiunto (IVA) sarà ridotta dal 19 al 18%, ma un’ampia gamma di prodotti che sono stati finora tassati ad un tasso privilegiato del 5% saranno ora compresi dalla nuova modifica dell’IVA. Il che significa in pratica che tutti i beni, eccetto per i prodotti di alimentari base che influenzano gli standard di vita, saranno spostati dal 5% al 18%. Non ci saranno cambiamenti nelle altre tasse, come per esempio la tassa sulle persone fisiche. Nuove soglie dei prezzi saranno apportate anche all’elettricità, all’acqua, agli appartamenti, alle medicine, ai prodotti di igiene personale, e altri prodotti.

Il ministro delle finanze Petar Goshev, che ha guidato il team per le negoziazioni in Macedonia, ha detto che il concordato è orientato verso il mantenimento del settore pubblico, il quale rimarrebbe altrimenti "l’ultima politica del governo".

La missione del FMI infine, benché malvolentieri, ha accettato la cosiddetta "Legge di Branko", che era stata proposta per promuovere una maggiore occupazione. La proposta è stata comunque leggermente modificata (per ricordare: nel 1998, come parte della campagna per combattere la disoccupazione, il governo di Branko Crvenkovski aveva preparato una legge sull’impiego, da allora conosciuta come la Legge di Branko. Il punto principale della legge consisteva nel fatto che le stime sull’occupazione in Macedonia non sono così pessime come sembrano, ma un alto numero di lavoratori o non viene ufficialmente registrato o lavora per il mercato nero – un punto che tutt’oggi rimane attuale. Quella legge proponeva che tutti i datori di lavoro registrassero i propri impiegati e che il Governo si facesse carico delle spese relative alla previdenza sociale e pensionistica per un anno intero).
Le modifiche adottate ora propongono che quella legge entri in vigore solo per quei lavoratori che hanno perso il proprio lavoro nelle imprese pubbliche e per quelle ditte che li assumeranno. A questo tipo di ditte sarà garantito un rimborso per i contributi versati per i lavoratori che hanno assunto per un periodo di 24 mesi.

Goshev ha detto che la parola finale sulla legge ancora non è stata messa per iscritto, ma che la legge è stata scelta per "dare qualche speranza alla gente che ha perso il proprio lavoro".
Il FMI però non ha accettato una legge speciale sulle compagnie in perdita, la quale avrebbe consentito agli impiegati di quelle compagnie di andare in pensione a condizioni privilegiate.

Goshev, infine, ha annunciato che la spesa pubblica sarà ridotta dal 40.9% del PIL al 35.1%. Il budget complessivo sarà fissato a 55 miliardi di denari, includendo il concordato deficit di 4.1 miliardi di denari. Il PIL dovrebbe crescere al tasso previsto del 3% all’anno, pari al tasso previsto di inflazione. I creatori della nuova politica economica si attendono di riuscire a sviluppare posti di lavoro, esportare e aumentare la generale disciplina nella pubblica amministrazione. Queste misure sono inoltre attesa per creare un adeguato spazio per un aumento degli investimenti economici. Fiducia espressa anche dal governatore della Banca Centrale, Ljube Trpevski, il quale ha dichiarato che la moneta locale rimarrà stabile e che i livelli di esportazione verranno incrementati del 12%.

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