Addio ad un grande scrittore, Aleksandar Tišma
Il 16 febbraio è morto uno dei più conosciuti e autorevoli scrittori serbi. Una breve scheda e alcuni commenti di scrittori e letterati che lo commemorano.
Muore a 79 anni uno dei più grandi scrittori di tutta quanta la ex Jugoslavia, originario della Vojvodina, una regione di confine al nord della Serbia. Regione caratterizzata dalla mescolanza di genti diverse, di culture diverse, un crocevia di scambi culturali, tra tedeschi, serbi, ebrei, ungheresi ecc. Caratteristiche che prendono corpo nelle opere di Tišma, incentrate sulle difficoltà del dopo guerra, sulla crisi di identità, sulla convivenza con l’altro, dipinte con estremo realismo, che trapela dalla cura dei particolari, dalla descrizione di luoghi e persone, da un portare a galla la quotidianità vissuta e sofferta al contempo.
Aleksandar Tišma è nato nel 1924 a Orgos, vicino a Subotica, non distante dalla frontiera con l’Ungheria. Di padre serbo e madre ebrea, ha trascorso quasi tutta la vita a Novi Sad, città culturale per antonomasia. Inizia la sua carriera come redattore e giornalista negli anni ’50. Seguono poi le pubblicazioni di numerose raccolte di poesie, ‘Naseljeni svet’, ‘Krcma’. All’inizio degli anni sessanta esce la prima raccolta di racconti dal titolo ‘Krivice’, cui fanno seguito romanzi e un’autobiografia dal titolo ‘Secaj se veckrat na Vali’. L’ultima opera del grande scrittore, pubblicato lo scorso anno, è una sorta di diario, con il quale Tišma getta uno sguardo a ritroso sugli ultimi sessanta anni di vita.
Aleksandar Tišma è uno degli autori serbi più tradotti nel mondo, in italiano sono stati tradotti i racconti ‘Scuola di empietà’ e i romanzi ‘L’uso dell’uomo’ e ‘Pratiche d’amore’.
Per commemorare la morte di Tišma, avvenuta domenica 16 febbraio, riportiamo alcune dichiarazioni degli intellettuali che lo hanno conosciuto e con cui hanno vissuto esperienze letterarie e di vita. ( I citati sono tratti dal quotidiano di Novi Sad ‘Dnevnik’ del 17 febbraio).
Filip David, scrittore
Aleksandar Tišma è stato sicuramente uno dei nostri più grandi scrittori di tutti i tempi, del quale le opere sono molto conosciute e tradotte in tutto il mondo in molte lingue. Con Tišma sono legato sicuramente dai più bei ricordi. All’inizio degli anni novanta, insieme con altri scrittori (all’epoca jugoslavi), abbiamo creato un’associazione indipendente di scrittori e lui è stato nominato all’unanimità come primo coordinatore, proprio per il modo in cui ha vissuto. Ci siamo incontrati piuttosto di frequente durante quei tristi anni novanta, ed io ho sempre discusso con lui in modo soddisfacente e ho avuto modo di apprezzare moltissimo i suoi pensieri. È stato davvero senza compromessi quando erano in questione la letteratura e l’idea della professione.
La sua morte è una grossa perdita, non solo per la sua famiglia, ma anche per i suoi amici tra i quali annovero me stesso. Se ne è andato un grande nome della nostra letteratura, ma è rimasta la sua grande opera e sono sicuro che i suoi romanzi, drammi, saggi, diari, rimarranno come una grande e giusta testimonianza del tempo in cui abbiamo vissuto.
Laslo Vegel, scrittore
È stato uno scrittore significativo, ma mai abbastanza apprezzato e riconosciuto. In questi nostri tempi superficiali è stato estremamente complesso e polisenso anche per quanto riguarda il valore estetico, ma anche sul pensiero del mondo. È uno dei più significativi prosatori serbi, con una eccezionale sensibilità mitteleuropea. È stato uno scrittore di Novi Sad e della terra di nessuno. Quella terra di nessuno è un grande territorio in Europa in cui vivono tutti coloro che hanno una identità complessa. Essa si può allargare da Trieste a Danzica. I suoi abitanti sono per esempio Claudio Magris, Danilo Kiš o Gunter Grass. La morte di Tišma ha un significato simbolico. Tutti coloro che pensano ai concetti su cui egli ha scritto rimangono ancora isolati, ma forse questo è il segno che con la sua morte un’epoca in Vojvodina si è definitivamente conclusa.