A colpi di SARS: anche la polmonite atipica serve a demonizzare gli albanesi
La stampa greca e macedone lancia l’allarme: in Albania decine di casi accertati di SARS. Le immediate smentite da parte di OMS e governo albanese non sono bastate ad allentare la tensione tra i tre Paesi.
La questione della prevenzione sanitaria contro la SARS si è trasformata in una polemica tra politici e media albanesi, greci e macedoni. In un articolo del 24 aprile il quotidiano Shekulli ha pubblicato la smentita della notizia, diffusa dal giornale greco Apogjevmatini, secondo la quale, per ammissione del vice-ministro Thanas Poçi, in Albania sarebbero già 22 i casi di SARS accertati.
Indignato per la presunta diffamazione Poçi ha negato di avere rilasciato un’intervista al quotidiano greco e ha ribadito che non esistono casi di SARS nel paese: le istituzioni preposte al controllo e alla prevenzione sono state comunque allertate per precauzione ed hanno preso tutte le misure necessarie.
Due giorni prima della pubblicazione dell’articolo di Shekulli il Ministero della Sanità albanese, l’Istituto di Sanità Pubblica e l’ufficio di Tirana dell’OMS avevano dichiarato in una conferenza stampa congiunta che riguardo all’epidemia mondiale di SARS la situazione in Albania era tranquilla, rispondendo così indirettamente ad un’agenzia di stampa macedone che denunciava 12 casi accertati della malattia. Nell’articolo "Grecia – Guerra all’Albania a colpi di SARS", apparso su Albania del 24 aprile, il corrispondente albanese della BBC da Atene ha raccontato delle ricorrenti denunce di casi di polmonite atipica in Albania diffuse dagli organi di informazione greci: le autorità greche, sotto la pressione dei media, sono ricorse a rigide misure sanitarie presso i valichi di frontiera con l’Albania.
Il console albanese a Janina ha dichiarato che alla frontiera di Kakavija, distante 20 km da Argirocastro, le autorità greche hanno inviato un’equipe di medici per controllare tutte le persone provenienti dall’Albania, creando grande preoccupazione fra gli emigranti albanesi in procinto di tornare a casa per le vacanze della Pasqua ortodossa.
La paura diffusa è che si ripeta quanto accaduto nell’agosto scorso quando migliaia di albanesi, di ritorno in Grecia dopo le vacanze estive, furono costretti a lunghe attese di giorni alla frontiera prima di poter riprendere il proprio posto di lavoro.
Secondo il quotidiano Albania i media greci, con le notizie allarmistiche diffuse nei giorni precedenti la Pasqua ortodossa, hanno fatto il gioco di quanti desideravano impedire il ritorno a casa degli emigranti albanesi.
La tensione intorno a questa vicenda è diventata così alta che la stessa ambasciata greca a Tirana ha dovuto rilasciare una dichiarazione ufficiale nella quale chiariva che il governo greco non ha autorizzato alcuna chiusura delle frontiere con l’Albania.