La KFOR ritiene che membri del TMK (Protezione civile del Kossovo, nel quale sono stati assunti molti ex-combattenti dell’UCK) siano collegati ad organizzazioni illegali. Lo si denuncia in un comunicato stampa, emesso dalla forza militare internazionale in seguito alla decisione di sospendere tutte le attività di addestramento del TMK promosse dalla Comunità internazionale. La sospensione è intervenuta dopo che due membri del TMK sono stati individuati come esecutori di un attentato ad un ponte ferroviario, poi rivendicato dal AKSH, neo-nato esercito di liberazione del Kossovo. La KFOR ha inoltre chiarito come non vi sia alcuna intenzione di ‘addestrare’ estremisti, e di conseguenza la sospensione degli addestramenti verrà revocata solo in seguito ad un’epurazione dell’anima più estremista e legata alla guerriglia del TMK.
Da parte sua Ashmin Ceku, tra i leader dell’ex-UCK ed ora a capo del TMK, ha visitato varie unità della forza da lui guidata chiarendo la necessità di apportare riforme interne. Ha inoltre rimosso dal proprio incarico vari ufficiali di stanza a Mitrovica. Ciononostante Ceku è accusato dalla KFOR di non aver fatto nulla contro alcuni membri del TMK protetti dall’essere considerati ‘eroi della guerra di liberazione’.
Anche Micheal Steiner, a capo dell’UNMIK, durante una recente visita a Mitrovica ha affrontato la questione. "Il TMK sarà un’istituzione della quale i kossovari andranno fieri" – ha dichiarato – "ma molta è la strada ancora da percorrere in questa direzione". L’obiettivo di Steiner sembra comunque quello di fare del TMK effettivamente una forza di rapida reazione nel caso di emergenze, come previsto dalla struttura costituzionale del Kossovo. Diversamente la pensano la maggior parte dei kossovari, che vedono nel TMK l’embrione di quello che sarà l’esercito di un Kossovo indipendente. Ramush Tahiri, principale consulente di Nexhat Daci, Presidente del Parlamento, ha parlato recentemente in pubblico di un progetto che prevede di trasformare il TMK da forza di protezione civile a forza di protezione tout court, con nuove responsabilità quali ad esempio quella di proteggere edifici del Governo o controllare l’aeroporto di Pristina. Immediatamente si sono levate le proteste di Belgrado e UNMIK e KFOR hanno ufficialmente negato la possibilità che tale progetto si realizzi.
Intanto vi sono stati altri tre incidenti nei quali sembrano essere coinvolti guerriglieri dell’AKSH. Un anziano del villaggio di Serica, Kossovo, è stato derubato e picchiato da uomini che indossavano le divise dell’AKSH; un membro dell’Assemblea del Kossovo dell’LDK di Rugova è stato minacciato di morte se non avesse immediatamente sospeso la sua attività politica; a Gallata, villaggio in Macedonia ma molto vicino al confine con il Kossovo, un pastore è stato malmenato e privato del suo gregge da una dozzina di uomini con le divise dell’AKSH. Quest’ultimo incidente è subito stato riferito alle autorità competenti, ed unità dell’esercito macedone e della KFOR hanno pattugliato l’aerea con un elicottero senza però riuscire a risalire ai responsabili. L’AKSH, sul suo sito ufficiale, ha negato il coinvolgimento nei tre episodi, annunciando un’inchiesta interna. Ma il pubblico kossovaro ha molti punti di domanda sulla loro affidabilità. Dal nostro corrispondente dal Kossovo
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