Due anni dopo Vejce è ancora un problema
A due anni dagli Accordi di Ohrid, che hanno segnato la fine del conflitto albano-macedone, la situazione sul campo è tutt’altro che tranquilla. Per alcuni i recenti incidenti segnano la disfatta degli Accordi di Ohrid.
Sabato 10 maggio il villaggio di Vejce è diventato ancora una volta "scena dell’ennesimo fallimento macedone", come lo ha definito Georgi Barbarovski nel suo editoriale di lunedì 12 maggio. Quel giorno infatti, le famiglie degli otto membri delle forze armate macedoni che furono uccisi due anni or sono in una imboscata dell’UCK, hanno iniziato a depositare sul luogo del combattimento mazzi di fiori per commemorare il lutto.
Tuttavia, gli albanesi dei vicini villaggi di Vejce, Lavce e Selce hanno bloccato la strada e non hanno consentito alle persone in lutto di raggiungere la loro destinazione. I negoziati tra gli abitanti dei villaggi e il ministro dell’interno Hari Kostov – assistito dagli ambasciatori USA e UE, Lawrence Butler e Alexis Bruns, così come dal comandante di "Concordia" la missione militare dell’UE – sono durati per più di tre ore, ma hanno mancato di raggiungere un accodo per sbloccare la strada.
Gli albanesi che hanno bloccato la strada hanno detto di aver fermato la visita, per il fatto che "le loro ferite per i familiari perduti non sono ancora rimarginate". Essi hanno presentato inoltre una richiesta per un più celere risarcimento dei danni subiti durante il conflitto accompagnata alla richiesta di rimozione del posto di osservazione della polizia a Tetovo Kale (la collina che sovrasta Tetovo).
Il ministro dell’interno Kostov ha detto di essere deluso e che l’incidente non è stato certo "il modo per costruire una confidenza reciproca e una società multietnico e tollerante". Kostov ha aggiunto che avrebbe rassegnato le proprie dimissioni da ministro dell’interno se il blocco stradale non fosse stato rimosso, e nel frattempo ha detto alle famiglie dei soldati macedoni uccisi di posporre la visita di una settimana.
In attesa solo di una siffatta opportunità, l’opposizione guidata dal VMRO-DPMNE ha definito l’evento "un fiasco delle regole della legge e dell’integrità territoriale dello stato". Vladimir Gjorcev, il portavoce del VMRO-DPMNE ha detto che "il ministro Kostov ha solo dimostrato che il governo non ha alcun controllo su una larga parte di territorio dello stato, dove il controllo risiede piuttosto nelle mani della DUI, ossia dell’UCK. Questa è la realtà macedone, rigidamente opposta alle menzogne del governo che dice di controllare la situazione e il territorio".
Alle critiche ha partecipato anche Ljubomir Frckovski, egli stesso ex ministro della difesa, ora si gode la relativa comodità di essere il non eletto consigliere del presidente Trajkovski praticamente in carica. Frckovski ha invitato Kostov (nel suo regolare editoriale settimanale su "Dnevnik") ad usare le sue funzioni ed imporre la legge e il controllo dell’intero territorio della Macedonia, oppure potrebbe sempre raccogliere la "gente in pensione che si sporge di fronte alla locale drogheria e farlo da sé".
Kostov gli ha ritornato il favore e ha replicato a ciò con un’intervista rilasciata al quotidiano "Utrinski Vesnik", dicendo che "ci sono persone che sentono che di doversi far sentire anche se nessuno gli ha chiesto di farlo". Il ministro ha ricordato inoltre a Frckovski del suo mancato agire in tempo nella Macedonia Occidentale, portando gli incidenti attorno all’università di Tetovo, che è stata poi definita dallo stesso Frckovski "un grande partito all’aria aperta". Kosotov ha detto che a differenza di Frckovski, egli non teme di andare verso i problemi e con essi di confrontarsi, anziché di inviare la polizia speciale per picchiare la gente.
Gordana Duvnjak nel suo editoriale su "Utrinski Vesnik" ha commentato che l’assurdità della situazione sulla strada di Vejce è stata rinforzata dal fatto che i blocchi stradali coincidessero con la conferenza di Mavrovo, circa 50 km verso sud, dove "l’élite politica del governo e l’opposizione hanno dibattuto sull’implementazione degli Accordi di Ohrid". Come ha scritto Duvnjak: "là, sulle barricate di Vejce, il documento che due anni fa fu annunciato come il cambiamento storico, l’accordo della pace, è stato ridotto a un pezzo di carta insignificante firmato dai quattro leader".
Finalmente la situazione di Vejce è stata risolta lo scorso sabato, quando una delegazione di famiglie dei soldati uccisi è riuscita a raggiungere la propria destinazione, a bordo di veicoli blindati della polizia, e portare il rispetto alla memoria dei loro cari.
Vedi anche:
– Manovre nella politica macedone
– Macedonia: via la NATO, arriva CONCORDIA
– Macedonia: nuova primavera e nuova crisi?
– CRONOLOGIA DELLA CRISI ALBANO-MACEDONE