Americani esclusi dalla giurisdizione del TPI in Bosnia
A seguito della firma dell’accordo con gli Stati Uniti sul Tribunale Penale Internazionale, l’Unione Europea fa sentire la propria voce a Sarajevo
SARAJEVO – Venerdì scorso è stato firmato l’accordo tra Stati Uniti e Bosnia Erzegovina sulla esclusione dei cittadini americani dalla giurisdizione del Tribunale Penale Internazionale, la nuova istanza giuridica entrata in vigore lo scorso primo luglio 2002 con sede principale all’Aja, come il Tribunale per la ex Yugoslavia, senza – sulla carta – clausole geografiche o temporali. La Unione Europea non ha ancora commentato la firma di questo trattato bilaterale, che si iscrive nella strategia complessiva avviata dagli Stati Uniti per limitare a proprio vantaggio l’azione della giustizia internazionale. La rappresentanza della Commissione Europea a Sarajevo ha fatto tuttavia sentire la propria voce.
"Al momento la UE non prenderà misure contro la Bosnia, ma seguirà attentamente il processo di ratifica del documento nella Assemblea Parlamentare bosniaca – ha dichiarato ieri il capo della delegazione della Commissione Europea a Sarajevo, ambasciatore Michael Humphreys."
"Le autorità bosniache hanno preso una grave decisione in un contesto molto difficile. Per quanto riguarda la Unione Europea, abbiamo emesso direttive relative a tutti i paesi che concludono accordi di questo tipo con gli Stati Uniti. Le autorità bosniache non hanno rispettato tali direttive. Non è nostro compito determinare quali concessioni saranno o non saranno fatte dalla Bosnia, ma le autorità locali devono decidere se vogliono seguire la strada che porta alla integrazione europea. E se vogliono percorrere questo cammino, devono sostanziare la propria decisione con azioni concrete, non solamente a parole – ha sottolineato Humphreys."
Ieri, la Commissione Europea ha presentato un documento che espone nuove modalità di collaborazione con i paesi dei Balcani occidentali. Tale collaborazione sarà realizzata nel quadro di una partnership con lo scopo di fare sì che tali paesi possano aderire in tempi brevi all’Unione. Questo nuovo modello di collaborazione è stato presentato ad Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia e Montenegro.
Questo documento si basa sulla esperienza acquisita nel corso del processo di integrazione dei dieci nuovi paesi che diverranno membri nel corso dell’anno prossimo.
Il capo delegazione della Commissione Europea in Bosnia Erzegovina ha dichiarato che, in base al documento stesso, ogni anno nel quadro del processo di integrazione la Commissione stilerà misure a breve e a medio termine che i paesi interessati dovranno seguire. A loro volta, gli aspiranti membri dell’Unione avranno l’obbligo di redigere un piano di azione, definire dei limiti temporali per la realizzazione di ogni passo concreto e fare tutto quanto si saranno impegnati a compiere all’interno della tabella di marcia prefissata. (Nezavisne Novine, 22.05.2003)