Croazia: prima il Papa, poi le elezioni
La coalizione di centro sinistra fa tesoro della visita del Pontefice e si prepara alle prossime elezioni, in un clima che sembrerebbe favorevole alla riconferma del governo in carica. Un bilancio sugli ultimi eventi dal nostro corrispondente Drago Hedl.
Partito il Papa, la Croazia si trova ad affrontare una dura campagna per le prossime elezioni politiche, che si terranno con tutta probabilità il prossimo autunno. Malgrado la data non sia ancora stata fissata, i partiti stavano solo aspettando che il Papa se ne andasse per iniziare la corsa.
Alla coalizione di centro sinistra al governo farebbero piacere elezioni ravvicinate. Il primo ministro Racan può ritenersi soddisfatto per il successo della visita papale, e per il fatto che questa visita è stata la più lunga ed estesa. La presenza di Karol Wojtyla, per la coalizione di centro sinistra, è stata particolarmente importante, dimostrando che il Pontefice viene indipendentemente da chi è al governo. L’HDZ, il partito fondato da Tudjman, ha ospitato due volte il Papa nel periodo in cui era alla guida del paese, incassando tutti i crediti per entrambe le visite. Ora è invece ovvio che al Papa non interessa chi è al potere in Croazia.
La coalizione di centro sinistra ha anche molti altri motivi di soddisfazione. All’inizio della stagione turistica, quest’anno, saranno aperti al traffico circa 120 nuovi chilometri di autostrada. Il governo può così dimostrare di aver mantenuto la promessa di costruire l’autostrada tra Zagabria a Spalato, il secondo centro del paese. Si parlava di questa autostrada anche quando la Croazia era parte della ex Yugoslavia, ma i discorsi non erano approdati a nulla. Il governo Racan realizzerà finalmente il sogno dell’autostrada. Inutile dire quanto sia importante per un paese che aspira a sviluppare il proprio turismo collegare la capitale con la costa adriatica.
Altre circostanze parlano a favore dell’attuale governo: il tasso di disoccupazione, il problema principale per la Croazia, è sceso negli ultimi mesi. Malgrado questa tendenza non sia forte come il governo vorrebbe, è un fatto che da circa un anno le agenzie di collocamento registrano più assunzioni che licenziamenti.
Con un tasso di crescita superiore al 5% annuo, la Croazia si trova ai primi posti tra molti dei paesi in transizione e anche rispetto ad alcuni paesi della Unione Europea. Il primo ministro Racan, peraltro, è particolarmente orgoglioso del fatto che la Croazia ha presentato la propria candidatura alla Unione Europea nel febbraio di quest’anno. Racan spera che il paese possa diventare membro UE nel 2007. Ovviamente, spera anche di essere al potere quando questo accadrà, ed è quindi di primaria importanza vincere le prossime elezioni.
I sondaggi sembrano sostenere le aspirazioni di Racan. Malgrado il maggiore avversario della coalizione al potere, l’HDZ, sia più forte in termini assoluti nelle proiezioni di voto, la coalizione mantiene il vantaggio. Tuttavia, proprio come durante le elezioni del 2000, i partiti dovranno correre insieme, presentandosi nuovamente con uno schieramento unito.
L’agenzia Media Metar, considerata un termometro affidabile dell’opinione pubblica, ha dichiarato recentemente che l’HDZ avrebbe il sostegno del 23% dei votanti. I socialdemocratici di Racan (SDP), alla guida della coalizione attuale, riceverebbero il 16,5% dei voti. Tuttavia, se i tre maggiori partiti della coalizione attuale – SDP, Partito Nazionale Croato (HNS) e Partito Croato dei Contadini (HSS) – si unissero per le prossime elezioni, incasserebbero il 34% dei voti. Questa percentuale, e una coalizione con qualche partito di minore importanza, sarebbe sufficiente per formare il governo.
Racan, il primo ministro, è piuttosto popolare in Croazia. Il sondaggio citato mostra che il suo indice di popolarità è poco inferiore a quello del presidente. Mesic infatti è sostenuto dal 13,1% dei votanti, Racan dal 12,5%. Il più importante avversario di Racan alla carica di primo ministro, il presidente dell’HDZ Ivo Sanader, ha il sostegno del 9,6% dell’elettorato.
A meno di eventi spettacolari nei prossimi mesi in Croazia, sembra verisimile che la coalizione di governo continuerà a governare il paese anche dopo le elezioni di autunno. Previsioni accurate sono tuttavia premature. Più del 20% dell’elettorato non ha ancora deciso per chi votare. E sono loro che decideranno il risultato delle elezioni.
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