L’Albania festeggia Madre Teresa
Grande festa per la beatificazione di Madre Teresa. Intanto stupore tra i pellegrini albanesi a Roma notando, tra gli sponsor di uno dei concerti della cerimonia, il nome di Hajdin Sejdia, tra i responsabili della truffa delle piramidi finanziarie.
La beatificazione da parte di Giovanni Paolo II di Madre Teresa è stato un evento fortemente sentito a Tirana ed occasione di manifestazioni di vario tipo. 2600 corridori, provenienti da diversi Paesi del mondo, hanno partecipato alla ‘Maratona dei Popoli’, proposta ed organizzata dal Ministero Albanese della Cultura in collaborazione con ONG ed associazioni italiane.
Alla maratona, che si è svolta tra i viali principali della capitale, hanno partecipato anche 120 atleti italiani tra i quali i rappresentanti del Centro Sportivo Italiano (CSI), accompagnati dal Presidente della Regione Lazio, Storace.
Il governo Albanese ha proclamato il 19 ottobre quale festa nazionale e l’anno in corso è stato dedicato a Madre Teresa. Prima dell’arrivo del nuovo anno si terranno una serie di eventi commemorativi in onore della missionaria di origine albanese. Nel Museo Storico Nazionale, che s’affaccia sulla piazza centrale della capitale, è stata inaugurata un’esposizione con dipinti e sculture di artisti albanesi dedicate a Madre Teresa. Esposizione che contiene anche oggetti utilizzati quotidianamente da Madre Teresa tra i quali il suo libro di preghiere ed un rosario. Nel giardino del museo è stato piantato un albero venuto dall’India.
In questa atmosfera di festa non potevano mancare naturalmente i concerti. Uno di questi è stato proposto lo scorso sabato nella cattedrale di San Paolo a Tirana. Durante il concerto è stato anche esposto un tappeto con motivi folkloristici albanesi che Madre Teresa portò con se come ricordo della sua prima visita in Albania nel 1989. Tappeto riportato poi in Albania da Rrok Mirdita, arcivescovo di Durazzo e Tirana in seguito alla morte di Madre Teresa nel 1997. Altro concerto è stato organizzato nella piazza davanti all’Università di Tirana, che porta il nome di Madre Teresa. Vi hanno partecipato gruppi folkloristici dei Paesi della regione: Grecia, Montenegro, Macedonia, Serbia, Romania ed Italia.
In questi giorni si è stemperata la tensione venutasi a creare quest’estate quando il governo albanese aveva denunciato un tentativo del governo di Skopje di mettere una statua di Madre Teresa in una delle piazze di Roma con la scritta "Alla figlia della Macedonia". Anche la stampa albanese aveva in quell’occasione vivacemente rivendicato l’origine albanese della missionaria di pace che aveva dedicato la sua vita ai poveri di tutto il mondo.
In una petizione sottoscritta da numerosi intellettuali albanesi quest’estate si ricordava come Gonxhe Boajxhiu – il vero nome di Madre Teresa – nata in Macedonia il 27 agosto 1910, avesse dichiarato la sua appartenenza alla comunità albanese. Nella petizione si ricordavano poi le umiliazioni dovute subire durante il regime di Enver Hoxha (1908-1985) che aveva trasformato l’Albania in un Paese ateo per più di mezzo secolo, dove la religione era proibita e le attività religiose penalizzate. Madre Teresa, ricordano sempre gli intellettuali, ha potuto visitare l’Albania per la prima volta nel 1989, quando si è anche potuta recare sulle tombe di sua madre Drane e sua sorella Agetina, morte rispettivamente nel 1973 e 1974.
Intervistata da OB Myzejen Mero, vicina di casa della famiglia Bojaxhiu, inserisce l’infanzia di Madre Teresa nel contesto culturale del periodo. "La madre Drane descriveva sua figlia come un tipo introverso, melancolico, molto studiosa, che amava la letteratura, la storia e la geografia". Drane aveva raccontato alla vicina Mero che lei non voleva che Gonxhe (Madre Teresa) andasse via di casa e che diventasse monaca poiché, a causa della morte di alcuni parenti malati di tubercolosi, la famiglia non era affatto numerosa. "Drane raccontò che una volta sua figlia Gonxhe si ammalò gravemente e tutti pensarono che sarebbe morta. Non fu così e dopo alcuni giorni si ristabilì e subito disse alla madre ‘mi hai creduto morta, ora mi devi permettere di andare via’".
Alla cerimonia di beatificazione ha preso parte anche una delegazione ufficiale albanese presieduta dal Presidente della Repubblica Alfred Moisiu. Il giornale Panorama (20.10.2003) ha riportato in merito alla cerimonia che i pellegrini albanesi sono rimasti sorpresi quando hanno saputo che il concerto tenutosi nella chiesa "Santa Maria" presso il Vaticano, e interpretato dall’orchestra della Radio Televisione Albanese, era stato realizzato grazie alla sponsorizzazione di Hajdin Sejdia. Sejdia, albanese del Kossovo, è uno di coloro i quali hanno avviato in Albania il meccanismo perverso delle cosiddette ‘piramidi finanziarie’ creando un’azienda che, dietro a promesse di enormi guadagni, aveva preso milioni di dollari di prestiti dalle famiglie albanesi nei primi anni ’90. Fuggì poi dall’Albania per finire in carcere in Svizzera, nel ’92, accusato di bancarotta fraudolenta. Delle sue attività a Tirana è rimasta come ricordo solamente un’enorme fossa in pieno centro. Sejdia aveva pianificato di costruire un albergo di lusso che però non ha mai realizzato.
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