Croazia: primi problemi per Sanader

L’Europa mette in guardia il vincitore delle elezioni dal coalizzarsi con la estrema destra. Il presidente dell’Istria dichiara che se l’Hdz continuerà la politica centralista dei tempi di Tudjman voteranno per l’autonomia dalla Croazia.

28/11/2003, Drago Hedl - Osijek

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Fiume/Rijeka. Di fronte alla prospettiva di un nuovo governo Hdz gli Istriani mettono le mani avanti

Dopo il trionfo ottenuto alla elezioni per il rinnovo del Parlamento di domenica scorsa, Ivo Sanader – presidente dell’Hdz, la Unione Democratica Croata – deve già affrontare un primo serio problema: come trovare il sostegno di potenziali alleati, e allo stesso tempo resistere alle loro richieste di ottenere importanti incarichi all’interno del governo. Sembra che Sanader, rispondendo in questo ai moniti ricevuti dall’Europa, rigetti la possibile coalizione con il Partito Croato dei Diritti (Hsp), dei cui 8 parlamentari avrebbe veramente bisogno, per i problemi che potrebbe causare la posizione di estrema destra di questo partito. Questo è il motivo per cui il leader dell’Hdz avrebbe avviato negoziati con il Partito Croato dei Contadini, alleato del centro sinistra fino alle elezioni di domenica scorsa, così come con i rappresentanti delle minoranze il cui sostegno potrebbe aiutarlo a formare il nuovo governo.

Problemi ancora più spinosi sono peraltro in serbo per Sanader, e provengono dalla dichiarazione del presidente della regione Istria Ivan Jakovcic, leader dell’Ids, un partito istriano.

"Se sarà Ivo Sanader a formare il nuovo governo possiamo aspettarci la continuazione della politica arrogante dell’Hdz nei confronti dell’Istria. Per questo, già prima delle elezioni, ho dichiarato che se Sanader riesce a formare il governo, l’Ids sarà pronto a convocare un referendum per la autonomia regionale dell’Istria – ha detto Jakovcic il giorno dopo che i risultati definitivi delle elezioni sono stati resi noti in Croazia."

Jakovcic è convinto che l’Hdz sia pronto a riaffermare la propria politica nei confronti dell’Istria negli stessi termini di quando questo partito governava il Paese, tra il 1990 e il 2000. L’Istria, la regione più sviluppata del Paese, già al tempo era molto scontenta con il modello centralistico messo in atto da Tudjman, che cercava di rendere Zagabria la "metropoli di tutti i Croati" a spese del resto della Croazia.

"Aspetteremo la soluzione delle questioni relative alla formazione del nuovo governo, e osserveremo le sue prime mosse. Già in febbraio tuttavia, durante l’assemblea del nostro partito, prenderemo una decisione sulla cosa – ha affermato Jakovcic, aggiungendo che si tratta di "un atto politico estremamente serio", e che non bisogna "agire in maniera avventata."

Se l’Ids decidesse davvero di convocare un referendum per la autonomia dell’Istria, è molto probabile che il referendum passerebbe. L’Istria è infatti contrariata del centralismo della Croazia, in qualche modo attenuato durante il governo di centro-sinistra rispetto al periodo Hdz. In quanto regione più sviluppata del Paese, l’Istria ritiene che Zagabria prenda molto più di quanto non restituisca, e che una quota rilevante dei soldi guadagnati in Istria vada a Zagabria.

Se gli Istriani convocassero un referendum per l’autonomia regionale, è altrettanto probabile che altre regioni facciano lo stesso, ad esempio la Dalmazia e la Slavonia. Malgrado in questi territori non ci siano formazioni politiche così forti come l’istriano Ids, la questione della autonomia regionale è stata sollevata anche in Slavonia l’anno scorso. Sostenitore di questa posizione è il presidente dell’Sbhs, un piccolo partito regionale della Slavonia.

Jakovcic teme che il nuovo governo Hdz possa continuare la politica affermata nei confronti dell’Istria e di altre regioni croate ai tempi di Franjo Tudjman. Nei suoi ampi sforzi di "centralizzare" la Croazia, Tudjman aveva tra l’altro fondato uno speciale comitato governativo che aveva come obiettivo quello di "croatizzare" l’Istria, mentre la Dalmazia e la Slavonia erano state rinominate "Croazia del sud" e "Croazia dell’est" nel linguaggio ufficiale e dei media.

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