Gli attentati ad Istanbul non hanno lasciato indifferente la vicina Bulgaria. Un cittadino bulgaro è stato ferito mentre il console britannico Roger Guy Short, rimasto ucciso, era stato in passato Ambasciatore a Sofia. Ma soprattutto ora si teme che nel mirino del t[]ismo internazionale possano rientrare anche obiettivi bulgari. "La Bulgaria in pericolo" ha titolato all’indomani degli attentati il quotidiano 24 Chassa, "Bulgaria target del t[]e a causa degli USA" il titolo scelto invece da Sega.
"Fino a quando la Bulgaria supporterà la politica americana nel medio-oriente la Bulgaria deve rassegnarsi a poter essere obiettivo di attacchi t[]istici" è la frase citata da molta carta stampata e pronunciata da Jorge Joffe, esperto di mediooriente e professore presso la Cambridge University. Joffe ha aggiunto che uno degli obiettivi possibili potrebbe essere la base militare di Sarafovo, sul Mar Nero, concessa dalle autorità bulgare agli USA durante gli attacchi aerei all’Iraq.
Vi è stato chi, inoltre, si è spinto nell’esercizio intellettuale di provare ad individuare in motivi per i quali la Bulgaria potrebbe o meno essere nel mirino di Al Kaida. Tra questi lo ha fatto il quotidiano Troud. Tra gli argomenti che potrebbero risparmiare il Paese dagli attentati vi sarebbe il fatto che in Bulgaria vi è una minoranza musulmana e un partito che rappresenta la minoranza turca fa attualmente parte della coalizione di governo. Secondo il quotidiano inoltre la Bulgaria è stata per anni luogo di riabilitazione per t[]isti ed eventuali attacchi potrebbero restringere la geografia dei luoghi tolleranti nei confronti di estremisti radicali. Sembrano essere di più però gli argomenti che non escludono atti t[]istici. La Bulgaria si è dimostrata fedele alletata degli USA a tal punto che un contingente bulgaro è di stanza in Iraq, a Kerbala. La Bulgaria ha inoltre eccellenti rapporti con Israele e, sempre secondo il quotidiano, alcuni gruppi estremisti islamici si sarebbero radicati, dopo il 1989, anche in Bulgaria, in particolare nell’area dei Monti Rodopi dove risiede tradizionalmente una comunità slava ma che ha abbracciato l’Islam.
Secondo rappresentanti del Dipartimento per le questioni religiose, intervistati da Nova TV, alcune idee vicine al wahabbismo, espressione tra le più puritane e radicali dell’Islam, avrebbero attecchito in particolare tra le nuove generazioni delle comunità che risiedono nell’area occidentale dei Monti Rodopi. Molti sono i giovani che in questi ultimi anni hanno portato a termine i loro studi in Arabia Saudita. Georgi Krastev, consulente del Dipartimento, ha sottolineato come siano sorti contrasti molto forti tra le vecchie e le nuove generazioni, le prime più moderate, le seconde più radicali. Sempre secondo quest’ultimo alcuni gruppi radicali islamici hanno trovato difficoltà a trovare spazi nell’Europa occidentale e si sarebbero quindi concentrati su alcuni Paesi dell’est, tra questi la Bulgaria.
C’è chi invece è meno preoccupato del rischio t[]ismo. Sono i proprietari di alberghi e ristoranti che s’aspettano ora un aumento considerevole di turisti per la stagione invernale. Turisti che potrebbero arrivare dalla stessa Turchia o turisti di altri Paesi che, scartata la Turchia, propendono per la vicina Bulgaria. Sono in molti ad aver cancellato le proprie prenotazioni in Turchia. I tour-operator britannici hanno addirittura invitato i propri clienti a non intraprendere viaggi nel Paese. "Ci dispiace per la situazione dei nostri colleghi turchi, hanno affermato dal canto loro i tour operator bulgari, ma siamo pronti per ospitare i turisti stranieri nelle nostre località turistiche invernali". Già nella settimana immediatamente successiva agli attentati le prenotazioni sono sensibilmente aumentate. "Sarà una stagione invernale piena di lavoro" ha affermato Blagoy Ragin, a capo dell’associazione alberghiera bulgara. "Molti hotel per i giorni di Natale, capodanno e le feste del Bayram hanno già il tutto esaurito. Tutto pieno anche per il 14 gennaio, giorno nel quale si festeggia il capodanno ortodosso".