Ginevra: la società dell’informazione
Concluso a Ginevra il Summit mondiale sulla società dell’informazione. Il governo italiano aderisce al Fondo Undp per le tecnologie di informazione per lo sviluppo con risorse della Cooperazione. Interventi contrastanti di Macedonia e Serbia-Montenegro
Di Massimo Gnone
Chiusa la prima fase del Summit mondiale sulla società dell’informazione promosso dall’Unione internazionale per le telecomunicazioni (Itu) sotto l’egida delle Nazioni Unite, le delegazioni governative e la società civile internazionale riunitesi a Ginevra si danno appuntamento a Tunisi nel novembre 2005. Molto scarsa l’attenzione concessa dai media italiani ai contenuti del summit che pure aveva all’ordine del giorno questioni di grande interesse come l’abbattimento del divario digitale e la regolamentazione della rete internet.
Degna di nota, perché non priva di contraddizioni, è la joint venture stretta tra l’Onu e il governo italiano, che intende favorire la diffusione e l’applicazione delle nuove tecnologie digitali nei paesi del Medio Oriente, del Mediterraneo e dei Balcani, al fine, si legge in una nota ministeriale "di consentire la crescita socio-economica e l’affermazione del buon governo". Il contributo stanziato dovrebbe ammontare a 2 milioni e 300 mila dollari e avere lo scopo di "promuovere l’applicazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione alla Pubblica Amministrazione". Firmatari dell’accordo Mark Malloch Brown, amministratore dell’Undp, il programma Onu per lo sviluppo, e Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione. L’Italia è così il primo paese europeo ad aderire al Trust Fund for Information and Communications Technology for Development promosso dall’Undp.
L’aspetto più controverso, e contestato da alcune organizzazioni non governative, risiede nel fatto che per finanziare il fondo il governo italiano attingerà dalle risorse della cooperazione per lo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Il provvedimento si inserisce nell’iniziativa italiana di e-Government per lo sviluppo, lanciata con grande clamore dal presidente del consiglio Berlusconi alla conferenza internazionale sull’e-Government tenutasi a Palermo nel 2002.
"Con questa iniziativa – ha commentato il ministro Stanca – l’Italia vede riconosciute le sue capacità tecnologiche ed organizzative in una materia nuova come quella dell’e-Government per lo sviluppo, impegno che abbiamo già avviato e positivamente sperimentato in diversi Paesi, tra cui Mozambico, Giordania, Nigeria, Tunisia e Albania". Per l’Undp gli obiettivi del programma sarebbero "l’efficienza e la trasparenza" dell’azione amministrativa dei governi, ma anche "il monitoraggio delle operazioni e delle transazioni effettuate dal governo pubblico".
Da parte loro i governi balcanici vedono nella società dell’informazione un’occasione di sviluppo e rilancio internazionale, che quasi sempre si intreccia con gli interessi delle grandi imprese transnazionali. Il nostro governo, ha affermato nel suo intervento al summit il presidente della Macedonia, Boris Trajkovski, "ha appena firmato un accordo di partnership con Microsoft e questo dimostra l’impegno del nostro paese nella tutela dei diritti di proprietà intellettuale". Trajkovski ha poi invitato tutte le imprese che producono tecnologie per l’informazione e la comunicazione a investire in Macedonia.
"Sono fiero di rilevare come lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione ha avuto origine dalle invenzioni del grande scienziato croato Nikola Tesla – ha esordito il presidente Stjepan Mesic, rilevando l’impegno della Croazia su tre fronti di sviluppo tecnologico: il riconoscimento e la sintesi vocale per le lingue dei piccoli paesi, l’accesso ai benefici della società dell’informazione per tutti i cittadini e l’avvio di una strategia di sviluppo tecnologico per i paesi più piccoli".
Dal canto suo il presidente del parlamento di Serbia e Montenegro, Dragoljub Micunovic, considera la società dell’informazione "un’opportunità per una rapida integrazione nei processi economici globali ed europei". Nel periodo precedente ai cambiamenti democratici, ha ricordato Micunovic, il nostro paese è stato internazionalmente isolato e sotto sanzioni che, per ragioni incomprensibili, includevano sanzioni nel campo dello sviluppo scientifico e culturale. Secondo Micunovic, "smantellare i monopoli nel mercato delle telecomunicazione sarebbe un prerequisito" per lo sviluppo.
Vai al sito del Summit mondiale sulla società dell’informazione (Wsis)
Vai al sito We Seize, con le proposte alternative al summit elaborate da associazioni e gruppi della società civile