Bulgaria-Italia: pane e mandaranci
Una reporter segue un gruppo di lavoratori bulgari nelle campagne della Calabria. Visto turistico e tre mesi di lavoro … per ripagare gli intermediari.
Da Sofia, scrive Tanya Mangalakova
"Cercasi lavoratori agricoli in Calabria", l’annuncio è stato pubblicizzato in Bulgaria. Nelly Tomova, studentessa in giornalismo, ha risposto all’appello. Dopo un mese trascorso a San Ferdinando, paesino affacciato sul Mar Tirreno, ha descritto per "24 Chassa" le sorprese a cui rischiano di andare incontro i bulgari che vogliono lavorare in Italia.
Secondo la Tomova durante la stagione di raccolta dei mandaranci, da novembre a gennaio, sono circa 2000 i bulgari che lavorano a San Ferdinando. Arrivano con minibus che possono trasportare fino a dieci persone ed appena scesi si accorgono di essere stati ingannati dagli intermediari. Sono partiti infatti con la promessa di un lavoro fisso, in imprese di costruzioni, hotel, ristoranti. Si ritrovano invece a lavorare in campagna per ripagare i soldi dovuti per l’affitto dell’appartamento e per il viaggio.
Per partire Nelly ha incontrato Diana, in un caffè di Sofia. Diana si spaccia per la rappresentante di un ditta di intermediazione. Le condizioni sono le seguenti: 100 euro da pagare a Sofia, 150 per il trasporto in minibus sino in Italia, 150 euro per l’intermediario italiano, 40-50 euro per le prime spese in Italia ed alloggio gratis. La paga? 25 euro al giorno o 1 euro per cassettina di mandaranci.
Arrivati in Calabria però le cifre salgono e ad Andrei, intermediario sul lato italiano, vanno 250 euro. I lavoratori bulgari scoprono poi che l’alloggio non è gratuito. Ciononostante quest’ultimo è decente. Un miniappartamento per due persone, con bagno e cucina. In altre località, come ad esempio in provincia di Foggia, si parla di situazioni abitative per i lavoratori stranieri molto più al limite.
Facendo due calcoli si capisce subito che saranno ben pochi i soldi riportati a casa. Questo inverno il salario si aggira dai 20 ai 25 euro per otto ore lavorative. Cifra da moltiplicarsi per 20-25 giorni lavorativi. Ma le spese sono molte: 100-120 euro di affitto, 4-5 euro al giorno per mangiare, 20 euro per i vestiti di lavoro, 10 euro per telefonare a casa. Ogni mese almeno 350 euro dei 500 guadagnati vengono spesi. Gli altri coprono le spese degli intermediari …
Ciò che stupisce i lavoratori bulgari è che questo schema di lavoro illegale sembra non disturbi nessuno a San Ferdinando. I carabinieri girano ogni tanto per la piazza dove i lavoratori stranieri attendono di essere assunti a giornata, ma non scendono mai dalla volante. Nessuno controlla i lavoratori dagli stivali sporchi di melma, nessuno controlla mai le coltivazioni di arance e mandarini.
Raramente i lavoratori bulgari conoscono l’italiano. Ma negli uffici della Western Union le scritte sono anche in bulgaro. I negozi più a buon prezzo di San Ferdinando divengono luoghi di incontro per i lavoratori stagionali. Il menù del loro pranzo e delle loro cene? Fisso: quasi sempre pane e mandaranci.
Alla fine di gennaio i mandaranci di San Ferdinando sono raccolti. Inizia la stagione delle arance. In paese arrivano altri minibus, con altri lavoratori stagionali bulgari. La piazza è piena di gente. I più soddisfatti? Senza dubbio gli intermediari. In Bulgaria c’è chi continua a leggere gli annunci sui giornali dove vengono promessi buoni salari in Spagna, Italia, Grecia, Dubai. I bulgari partono per riuscire a pagare i propri affitti o mandare i figli a scuola. Per vivere normalmente, cosa che molte famiglie, nonostante la Bulgaria sia ad un passo dall’entrata nell’UE, non riescono ancora a fare.
Sono migliaia i bulgari che lavorano in Paesi dell’Unione europea, in parte con regolari permessi di soggiorno, in parte illegalmente. Secondo quanto riportato dal quotidiano Standart nel luglio scorso, sarebbero 20.000 i bulgari che lavorano illegalmente all’estero. La maggior parte di questi ultimi in Germania ed Olanda dove percepirebbero salari del 50% inferiori a quelli percepiti da lavoratori in regola.
In Italia sono invece 21.000 i bulgari che lavorano con regolare permesso di soggiorno. Dato che emerge dal rapporto annuale sull’immigrazione in Italia redatto dalla Caritas Italiana. La Bulgaria è al 37mo posto tra i Paesi di provenienza degli stranieri residenti in Italia.
La Bulgaria ottiene più valuta dalle rimesse degli emigranti che non dall’esportazione di propri prodotti. Sono 500.000 i bulgari che lavorano nell’UE. In media guadagnano uno stipendio che s’aggira sui 500 euro mensili, metà di questi viene inviata alle proprie famiglie. Si calcola che le rimesse degli emigranti ammontino a 125 milioni di euro al mese. Secondo uno studio compiuto dall’Istituto di ricerca sociologica "Ivan Hadziyski" di Sofia sarebbero 400.000 i bulgari che desidererebbero emigrare all’estero. Sono 600.000 le persone che ricevono in Bulgaria di tanto in tanto denaro da parenti all’estero, 300.000 invece dipendono in modo più stretto dalle rimesse.
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