Un’insolita volontaria consegna: Milorad Luković Legija
Milorad Luković Legija, primo accusato per l’omicidio del premier serbo Zoran Ðinđić, si è consegnato ieri sera verso le ore 21.00 alla polizia serba
Milorad Luković Legija, ex comandante dell’Unità per le operazioni speciali (JSO), meglio conosciuta come "i berretti rossi", poco più di un anno fa era stato immediatamente accusato di essere direttamente responsabile dell’omicidio del premier serbo (12 marzo 2003). Dopo una sua lettera uscita sulla stampa belgradese poco prima dell’attentato al premier, di Legija si era persa ogni traccia. Latitante d’eccellenza e ricercato ovunque, accusato dell’omicidio del premier serbo e dell’omicidio dell’ex presidente serbo Ivan Stambolić, così come del tentato omicidio dell’attuale ministro degli esteri Vuk Drašković, l’ex comandante dei berretti rossi, si è consegnato volontariamente ieri sera alla polizia serba.
La televisione serba trasmette il comunicato ufficiale del capo del dipartimento della sicurezza pubblica del ministero dell’Interno della serbia, Miroslav Milošević: "Questa sera (ieri, ndr) verso le 21 Luković si è consegnato di sua iniziativa agli organi del ministero dell’Interno. È stato privato della libertà ed è in corso la procedura di legge". Sempre secondo le parole del capo della polizia serba, Luković "si è fatto sentire davanti a casa sua e ha contattato i poliziotti che sorvegliano la casa comunicandogli la sua intenzione di volersi consegnare".
Come riportato dal reporter di B92 dal luogo dove si trova l’abitazione di Luković, non c’è stata alcuna sparatoria e la situazione era piuttosto tranquilla. In quella parte della città non c’erano poliziotti in uniforme. Il reporter di B92, Mašan Lekić si è imbattuto però nelle guardie del corpo di Legija, le quali lo hanno bloccato mentre riprendeva e gli hanno rotto la telecamera della TV. "Ero a circa 250 metri dalla casa di Milorad Luković, quando due ragazzi pelati, sono venuti e mi hanno chiesto per chi stavo riprendendo. Quando ho detto che stavo riprendendo per B92, mi hanno preso la telecamera e l’hanno buttata per terra. Poi mi hanno detto che se qualcuno mi dovesse chiedere chi mi ha rotto la telecamera, di dire tranquillamente ‘la sicurezza di Legija’", ha riferito Mašan Lekić.
La notizia della consegna di Legija ha fatto il giro delle agenzie e ha trovato il primo posto nei servizi dei tg locali. Tuttavia la domanda che si pongono tutti è perché il principale accusato per l’omicidio di Zoran Ðinđić si è consegnato volontariamente.
Se dal canto suo l’avvocato di Luković ha dichiarato questa mattina di non essere al corrente dell’arresto, dall’altra parte alcuni analisti hanno espresso le loro riserve su questa insolita consegna.
Secondo il criminologo Dobrivoje Radovanović la consegna volontaria di Legija mostrerebbe quanto la polizia in Serbia sia ancora manipolata dalla politica. Il direttore dell’Istituto per le indagine criminologiche non nasconde le riserve sulla consegna di Legija. "Molto più importante del motivo della consegna è la domanda su come sia possibile che Legija o passi del tempo a casa sua o vada a casa sua, senza che la polizia lo arresti". E continua Radovanović dicendo che "più complicato ancora è come sia possibile che due poteri in questo paese si pongano in modo completamente differente e come sia possibile che la politica possa in questo modo manipolare la polizia. Questo, purtroppo, getta una cattiva luce sull’interno sistema del potere esecutivo in Serbia e una cattiva luce anche sulla polizia, che consente di essere politicamente manipolata".
Certo ci vuole un valido motivo per far sì che un uomo come Luković, con l’accusa che si ritrova sulla testa, possa consegnarsi volontariamente.
Alcuni pensano che ciò possa essere messo in relazione coi recenti cambiamenti del corso politico in Serbia o forse c’è stata una qualche promessa o accordo sul processo che lo vedrà coinvolto. Alcuni hanno subito fatto cenno alla possibilità che Luković si presenti come collaboratore e testimone al processo Ðinđić, una eventualità del tutto rigettata dall’avvocato della famiglia Ðinđić, dal momento che Legija è ritenuto essere l’organizzatore dell’omicidio.
Secondo l’analista Zoran Dragišić occorre prestare attenzione anche alle imminenti elezioni per le presidenziali. "Probabilmente ha ricevuto da qualcuno qualche garanzia, tutte le circostanze vanno in questa direzione. Sulla base delle sue deposizioni saremo in grado di concludere chi sta dietro tutto, ma la sua consegna non può essere considerata al di fuori del contesto politico. La campagna elettorale è in corso e tutti cercheranno di capitalizzare la consegna, ma il peggio sarebbe il caso in cui venisse politicizzata" conclude Dragišić.
I politici nel frattempo hanno avuto reazioni differenti. Per Boris Tadić, presidente del Partito democratico (DS) e candidato per la presidenza della Serbia, si tratta di una buona notizia e anzi si attende "anche la consegna degli altri accusati per l’omicidio Ðinđić, ancora latitanti", inoltre aggiunge Tadić "mi aspetto che quanto prima dagli organi statali si renda noto chi sono i mandanti dell’omicidio e non solo gli esecutori".
Il partito che guida la coalizione di governo, Partito democratico della Serbia (DSS), ha preferito non commentare la consegna di Luković dal momento che crede che non si debbano mischiare gli interessi di partito con quelli statali, e ha invitato anche gli altri partiti a non rilasciare commenti finché gli organi statali no avranno informato su quanto è accaduto.
Ciò che è accaduto e perché Milorad Luković Legija si è consegnato volontariamente ancora non è noto. La polizia può tenerlo in detenzione per 48 ore, trascorse le quali sarà forse a tutti più chiaro il motivo di questa insolita consegna volontaria.
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