Romania: altolà sulla frontiera occidentale
Il primo maggio al confine tra Romania ed Ungheria i più spaesati erano i camionisti. Molti di loro venivano rimandati indietro. "Ma che succede? Nessuno ci aveva avvertito di nulla. Cos’è cambiato?". L’allargamento visto dal di fuori.
Un primo effetto dell’ultimo grande allargamento dell’UE per i cittadini romeni si avverte alla frontiera occidentale, al confine con l’Ungheria. Con la recente entrata dell’Ungheria nell’UE la frontiera ovest della Romania è diventata infatti frontiera con l’Unione e di conseguenza sono cambiate anche le modalità per attraversarla per i cittadini romeni che viaggiano verso lo spazio Schengen. Un cambiamento che ha colto all’improvviso molti turisti e camionisti romeni.
Il primo maggio decine di turisti sono stati respinti alla frontiera occidentale, mentre decine di camionisti chiedevano con perplessità cosa fosse cambiato e soprattutto perché nessuno li avesse informati. L’atmosfera del primo maggio romeno alla frontiera ungherese viene ben descritta in un ampio servizio sul quotidiano romeno "Jurnalul National" che intervista viaggiatori e rappresentanti della polizia di frontiera.
Davanti ad una valanga di domande questi ultimi si sono trovati a ripetere incessantemente che le cose erano cambiate. Dal primo maggio passare la frontiera con l’Ungheria costa di più e servono anche più garanzie da parte dei cittadini romeni. D’ora in poi la somma minima che deve presentare un cittadino romeno che vuole entrare o passare per l’Ungheria è raddoppiata: da 250 a 500 euro. Chi viaggia con la propria vettura dovrà inoltre pagare un’assicurazione della macchina più cara, aumentata da 60 a 100 euro.
Il giornale romeno "Jurnalul National" scrive che comunque a fronte dei perplessi c’è stato anche chi, il primo maggio, sul confine ha festeggiato. Si tratta dei cittadini di Nadlac, città nei pressi della frontiera tra la Romania e l’Ungheria. Qui un gruppo di magiari ha regalato ai vicini romeni una bandiera dell’Ue e i romeni hanno offerto in cambio palloncini colorati. Gesti di simpatia e allegria. Al di là di queste manifestazioni però resta il malcontento di chi abita vicino al confine ed era abituato a recarsi sovente nelle città ungheresi a fare la spesa, città spesso più vicine rispetto a qualche grande città romena.
Trafile burocratiche che sono meno complesse però se qualcuno passa il confine in bicicletta o a piedi. Non serve in quel caso alcuna carta verde e neppure un biglietto "andata e ritorno" … Un aspetto di estrema importanza per le migliaia di cittadini romeni transfrontalieri che ogni mattina vanno al lavoro in Ungheria e la sera tornano a casa in Romania. Sono i pendolari della bicicletta, per i quali per fortuna non è cambiato molto.
La frontiera ovest della Romania è lunga 448 km e la "zona", così come viene definita dal Ministero degli interni, è interessata da attività di immigrazione illegale, da traffico di stupefacenti (in uscita) e traffico di automobili rubate (in entrata). Le località di confine finora apparentemente tranquille dovranno fare presto i conti con il passaggio di migranti.
Se il passaggio di persone dalla Romania all’Ungheria ha registrato il primo maggio un piccolo calo, dovuto soprattutto alla mancanza d’informazioni sulle nuove regole, non è avvenuto lo stesso per quanto riguarda la direzione contraria. I motivi sono semplici ma non privi di importanza: i cittadini ungheresi continuano a rifornirsi di benzina e sigarette in Romania dove i prezzi sono quasi la metà rispetto al loro Paese. E su alcun i beni si prevede il differenziale di prezzi cresca ulteriormente. Con l’entrata nell’UE i nuovi membri hanno infatti dovuto adottare le stesse regole doganali del resto dei paesi dell’Unione. Chi aveva tasse doganali particolarmente basse subirà una crescita dei prezzi, che però, secondo gli analisti, dovrebbe essere moderata.
Un altro effetto diretto dell’allargamento consiste nel fatto che anche gli esportatori romeni dovranno allinearsi alle nuove esigenze. Secondo il Dipartimento per il commercio estero, l’Autorità nazionale per le dogane rilascerà dal primo maggio certificati di origine per le merci romene destinate ai nuovi membri UE. Alcuni di questi stati, tra i quali Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, facevano parte, insieme alla Romania, dall’accordo Centrale Europeo di Libero Scambio (Cefta). Con l’adesione all’UE, i nuovi paesi membri hanno rinunciato a far parte da questo accordo e adottato la politica commerciale comune.
Gli effetti dell’allargamento si fanno sentire quindi non esclusivamente sui nuovi dieci stati membri. Per quanto riguarda i rapporti tra Romania ed Ungheria questo avviene anche se il Paese magiaro entrerà a far parte dello spazio Schenghen solo tra qualche anno. La maggior parte delle nuove normative sono infatti già in vigore. I cittadini della Romania, paese candidato che spera di entrare nell’Ue nel 2007, hanno da qualche anno la possibilità di viaggiare senza visti nello spazio Schenghen, pur dovendo provare di essere in grado di mantenersi durante il viaggio.
Ora l’UE è arrivata al confine ungherese ma in Romania c’è impazienza affinché il suo confine esterno si sposti ancora sino a comprenderla. La Romania intanto si prepara a far parte dell’Europa, di cui ha sempre fatto parte per storia, cultura e tradizioni. Il primo maggio i mass-media romeni presentavano lo storico allargamento riportando dichiarazioni di rappresentanti UE secondo i quali "la porta dell’UE rimarrà aperta per l’adesione della Romania e Bulgaria". I funzionari di Bruxelles hanno però insistito affinché le riforme procedano. "E’ evidente che la porta dell’UE rimane aperta ma solo i paesi che soddisferanno le condizioni per l’adesione potranno diventarne membri", dichiarava il Presidente della commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok. E Bucarest rispondeva con ottimismo sottolineando che la Romania sta compiendo sforzi per concludere i negoziati di adesione entro la fine di quest’anno per poter poi, nel 2005, firmare con l’UE i trattati di pre-adesione.
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