Il premier croato Sanader accusato di tradimento

"La guerra è alle nostre spalle", dichiara il premier ai ritornanti serbi. "Traditore", scrivono sui muri di Zara. I difficili equilibri del governo Sanader, sostenuto da tre deputati serbi, tra aspirazioni europee e rigurgiti della destra nazionalista.

19/05/2004, Drago Hedl - Osijek

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Croazia 1991, profuga serba (Foto Ron Haviv, dal sito

Negli ultimi giorni, il Primo Ministro della Croazia Ivo Sanader si è trovato in una situazione insolita: mentre Human Rights Watch (HRW), organizzazione statunitense per la protezione dei diritti umani, accusa il suo governo di non fare abbastanza per il ritorno dei Serbi, i muri di Zara, città della costa adriatica, si sono riempiti di graffiti e insulti che lo accusano di tradimento per la sua politica estera.

Il giorno dopo che Sanader si era personalmente recato a vedere le condizioni di vita dei ritornanti serbi a Benkovac, cittadina vicino a Zara, sono comparse scritte sulle facciate di molti edifici che definivano il suo governo "traditore", e qualcuno dei suoi Ministri "cetnico". Accompagnato da diversi stretti collaboratori, Sanader era andato a Benkovac con il Presidente di turno della Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), il Ministro degli Affari Esteri della Bulgaria Solomon Passy, e con diversi Ambasciatori in Croazia. Scopo della visita era incoraggiare i Serbi che desiderano ritornare in Croazia a farlo.
Di fronte ad una delle case serbe ricostruite, mentre gli ospiti gli offrivano pane fatto in casa, carne fredda e olive, Sanader ha dichiarato: "Il mio messaggio è: la guerra è alle nostre spalle. Vogliamo costruire un nuovo futuro e una nuova Croazia le cui ferite di guerra siano curate. Oggi la nostra intenzione era di vedere tutti insieme come sta procedendo il processo di ritorno dei rifugiati e la restituzione delle loro proprietà. Siamo convinti che stia andando bene."

Tuttavia, il giorno dopo che la televisione nazionale aveva mostrato Sanader in atteggiamento amichevole con i ritornanti serbi, mangiando il pane che gli veniva offerto, Zara – roccaforte del partito del premier, la Unione Democratica Croata (HDZ) – ha visto le scritte ingiuriose nei suoi confronti. Si tratta di un segnale dello scarso sostegno di cui gode Sanader da parte dei circoli nazionalisti interni al suo partito, per la politica condotta nei confronti delle minoranze e in particolare verso i Serbi. Si tratta degli stessi ambienti che erano dominanti nel periodo tudjmaniano, moltissimi dei quali sono ancora all’interno dell’HDZ.
I graffiti che accusano Sanader e l’HDZ di essersi "innamorati" dei Serbi non rappresentano solamente un eccesso, ma mostrano il vero atteggiamento di una parte della estrema destra croata, che sosteneva l’attuale Premier prima delle elezioni. La situazione non è ancora pericolosa per lui, a meno che gli attuali elettori dell’HDZ non si rivolgano alle istanze nazionaliste. Queste tendenze potrebbero venire allo scoperto nel corso delle elezioni locali che si svolgeranno il prossimo anno – sostiene il noto commentatore Davor Butkovic.

Allo stesso tempo, Human Rights Watch (HRW), organizzazione che gode di un grande prestigio a livello internazionale, ritiene che il governo croato non abbia fatto i passi importanti che avrebbero facilitato il ritorno dei profughi serbi. Secondo HRW, questo avviene "nonostante le promesse del Primo Ministro e gli appelli della Unione Europea." Human Rights Watch sostiene che un leggero progresso è stato fatto relativamente alla restituzione delle proprietà dei profughi, come anche per quanto riguarda le soluzioni abitative temporanee in attesa del reperimento di appartamenti per le persone che hanno occupato illegalmente le case dei Serbi.
"Il governo croato deve adottare misure più decise per facilitare il ritorno dei profughi serbi – dichiara Rechel Denber, rappresentante di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia centrale."

Il vice presidente del governo croato, Jadranka Kosor, incaricato dei profughi e degli affari sociali, ritiene che il governo abbia fatto parecchio negli ultimi cinque mesi, e che i risultati si vedranno entro la fine dell’anno. "Esiste una sincera determinazione da parte di questo governo, e vi assicuro che continueremo il nostro lavoro seriamente su questa questione – ha dichiarato Kotor."
Ci sono almeno due buone ragioni che spingeranno il governo Sanader a cercare di velocizzare realmente il processo di ritorno dei profughi serbi e di restituzione delle loro proprietà. La prima è che la sopravvivenza del governo, che gode solo di una debole maggioranza in parlamento, dipende dai tre rappresentanti della minoranza nazionale serba. Quando, dopo le elezioni del 2003, Sanader ha chiesto ai rappresentanti serbi di sostenerlo per assicurare al suo governo la maggioranza necessaria, questi hanno accettato a condizione che il governo fornisse garanzie per facilitare il ritorno dei Serbi e la restituzione delle loro proprietà. Sanader ha risposto affermativamente. Per questo deve rispettare gli impegni presi, dato che la perdita del sostegno da parte dei rappresentanti serbi in parlamento potrebbe significare la caduta del suo governo.

Milorad Pupovac, uno dei tre rappresentanti serbi al parlamento e, non ufficialmente, leader dei Serbi in Croazia, è soddisfatto del rapporto tra il governo Sanader e i Serbi: "Sanader è il primo Premier ad entrare nel cortile di un rifugiato serbo, per capire i loro problemi e la problematica del ritorno – ha dichiarato." Pupovac è convinto che il governo adempierà ai propri obblighi rispetto alla restituzione delle proprietà dei profughi serbi.
Il secondo motivo per il quale Sanader vuole condurre una politica positiva nei confronti delle minoranze, e specialmente nei confronti della più grande di queste, quella serba, è il suo desiderio che la Croazia, che recentemente ha ricevuto il parere positivo da parte della Commissione Europea sulla richiesta di adesione alla UE, ottenga lo status di Paese candidato nel prossimo giugno, e la conferma di una data per l’inizio dei negoziati sulla adesione. Dal momento che la Unione Europea insiste fortemente sulla questione del ritorno dei Serbi, una delle condizioni cruciali è quella della situazione delle minoranze. Anche la adesione della Croazia alla Nato dipende da questo, e Sanader è consapevole del fatto che la integrazione euro-atlantica non potrà avvenire fino a che questa questione non sarà risolta.

Tuttavia, deve anche tenere in considerazione gli umori del suo elettorato, e i graffiti di Zara lo hanno avvisato del fatto che all’interno dell’HDZ è ancora presente una grande forza nazionalista, che dissente dalla politica del premier nei confronti delle minoranze, e che considera l’adempimento alle condizioni poste dalla Unione Europea come un tradimento nazionale.

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