Soldati bosniaci in Iraq
La Presidenza della BiH prende la decisione di inviare a settembre un’unità di sminatori nel pantano iracheno. L’opinione pubblica, sconvolta e contraria, per il momento non sembra influire sulla decisione dei vertici politici del paese
Scrive Šeki Radončić, pubblicato sul settimanale montenegrino "Monitor" il 21 maggio 2004
Traduzione di Luka Zanoni
La decisione della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina di inviare una unità di militare nella guerra che imperversa in Iraq ha sollevato dure reazioni tra l’opinione pubblica bosniaca. La paura di vendette islamiche e irachene, la non condivisione della politica americana in Iraq, la preoccupazione per la vita dei propri soldati: tutto ha contribuito a sollevare una bufera di malcontento in BiH.
"La Presidenza della BiH si assume la piena responsabilità per la assunzione della decisione unilaterale sull’invio di un’unità bosniacoerzegovese in Iraq, con la quale partecipa direttamente all’aggressione di quel paese. Il fatto che le forze di coalizione perdano ogni giorno i propri membri, come per esempio la Spagna, mostra ulteriormente la nocività di questa decisione. Ci si preoccupa in particolare di possibili azioni t[]istiche di revanscismo. Ciò avrebbe delle prolungate e pesanti conseguenze, perché verrebbe considerato ancora anche il fondamentalismo islamico bosniaco", protesta Mirnes Ajanović, presidente dei Partiti bosniaci.
Safet Halilović, presidente del Partito per la BiH, avverte che "l’invio di nostri soldati in Iraq, e proprio nel momento in cui su questa questione non esiste una posizione ufficiale del Consiglio di sicurezza dell’ONU, è un’avventura che può avere delle enormi conseguenze".
Nonostante la spedizione militare bosniaca da inviare in Iraq non riguarderebbe formazioni da combattimento, ma si tratterebbe esclusivamente di sminatori, 36 uomini in tutto, ciò non influenza affatto gli oppositori al coinvolgimento bosniaco nella guerra americano-irachena.
"La decisione di inviare truppe bosniache in Iraq è nociva. L’insistenza da parte della Presidenza di inviare in Iraq una unità militare della BiH è politicamente irresponsabile", conclude Seifudin Tokić, vicepresidente dell’Unione socialdemocratica.
Il ministro degli affari esteri della BiH, Mladen Ivanić, ha un’altra posizione. "Tenendo conto del carattere dell’unità bosniaca che deve andare in Iraq, come pure il suo aspetto umanitario, credo che ciò possa avere un effetto positivo sul ruolo e sulla posizione della BiH in Iraq" sostiene Ivanić.
"Il motivo che ha spinto a prendere la decisione della Presidenza è stato guidato dall’intenzione di aiutare il popolo iracheno e per questo che la decisione è stata indirizzata solamente alle attività umanitarie degli sminatori. Però, avendo presente i sanguinosi sviluppi degli avvenimenti in Iraq, è del tutto logico che la presidenza riprenda in esame la sua decisione e che la corregga" sostiene il vicepresidente dell’SDA Elmir Jahić.
Sulla partecipazione di sodati bosniaci nella avventura bellica di Bush in Iraq, si è pronunciato anche il presidente della Presidenza della BiH, Sulejman Tihić, al contempo presidente dell’SDA.
"Di fronte all’accoglimento della decisione avevamo in mente due obiettivi: l’interesse della BiH nel promuovere e sviluppare relazioni amichevole con il Governo degli Stati Uniti d’America, il cui impegno in BiH è stato di inestimabile importanza nella cessazione della guerra, e il secondo obiettivo era soprattutto di aiutare il popolo iracheno nel disinnescare le mine. Si tratta di una unità di sminatori che avrebbe una missione umanitaria. Purtroppo, sappiamo bene cosa significhi vivere in un paese pieno di mine e quanto sia importante l’aiuto che qualcuno è disposto ad offrire per eliminarle. Ci aspettiamo e speriamo che all’arrivo dei nostri soldati in Iraq esista già il mandato delle Nazioni Unite, col quale verrà presa un’adeguata risoluzione", afferma Tihić, ricordando che la decisione sull’invio di un’unità bosniaco-erzegovese in Iraq era già stata presa in inverno, "in un momento completamente diverso rispetto all’attuale".
L’unità militare della BiH dovrebbe partire per l’Iraq all’inizio di settembre. Entro tale data, la Presidenza della BiH, sotto le pressioni dell’opinione pubblica, riesaminerà e ritirerà la sua decisione?
"Senz’altro seguiremo l’ulteriore sviluppo degli avvenimenti in e sull’Iraq, ma per il momento rimaniamo fermi sulla nostra decisione", afferma esplicitamente il presidente della Presidenza della BiH, Sulejman Tihić.
Il tempo scorre e gli sminatori si addestrano. In settembre vedremo se la BiH riuscirà nella sua missione impossibile: aiutare, nella brutale e sanguinosa guerra in Iraq, contemporaneamente sia gli aggressori che le vittime.