Elezioni in Kossovo: è ORA di cambiare?
Il prossimo 23 ottobre i cittadini Kossovari si recheranno a votare la nuova Assemblea del Kossovo. I sondaggi dicono che poco cambierà ma sulla scena politica è apparso un nuovo soggetto politico: guidato da un intellettuale e magnate dell’editoria
Sta soffiando un vento di cambiamento in Kossovo? Le elezioni porteranno qualcosa di nuovo? Gli scettici negano, chi è ottimista enumera molti argomenti a proprio favore. Ma negli ambienti frequentati da politici e giornalisti si sente spesso dire che queste elezioni non porteranno in Kossovo alcuna novità.
La Lega democratica del Kossovo, partito del Presidente Ibrahim Rugova, sarà ancora il partito più votato. Questo risulterebbe anche dai sondaggi resi pubblici dalla Gallup international. Anche gli altri partiti si attesterebbero su posizioni molto simili a quelle ottenute alle prime elezioni politiche.
Il panorama continuerà a rimanere costellato da una lunga lista di soggetti politici, e proprio per questo il Kossovo rischia di rimanere senza alcuna opzione reale che garantisca la governabilità. "La cosa più grave per il Kossovo ed i cittadini kossovari è che non si è mai sviluppata una dinamica governo-opposizione, perché quest’ultima di fatto non esiste", afferma un alto funzionario kossovaro che ha speso anni ed energia a favore della politica in Kossovo.
Molti tra i piccoli partiti si sono già dichiarati aperti ad eventuali coalizioni ma come queste ultime si delineeranno sarà possibile dirlo solo dopo il risultato elettorale. Sara facile definire alleanze anche successivamente al voto perché i programmi di ciascun partito rimangono vaghi e regna molta confusione. La definizione destra-sinistra certo è difficile da applicare a questa situazione.
Nel frattempo l’uomo più importante dei media kossovari, Veton Surroi, giornalista e proprietario si un quotidiano e di una televisione, ha deciso di scendere in campo. Sta cercando l’appoggio delle Ore (figure mitologiche delle leggende albanesi che tengono in mano il destino degli uomini) per riuscire a portare novità al prossimo appuntamento elettorale. E proprio Ora – l’ora – si chiama il movimento da lui fondato. Nel secolo scorso Veton Surroi non era riuscito ad imporsi sulla scena politica kossovara, forse il secolo XXI porterà meglio a lui ed al suo partito il cui successo è legato al successo del suo leader. "E’ arrivata l’Ora per il Kossovo" lo slogan con il quale cerca fortune politiche.
Non sarà comunque facile. Il passato di Veton Surroi non è molto ammirato dai kossovari. I suoi tentativi con il movimento civico ORA, 15 anni fa, di combattere la durezza del regime di Milosevic scendendo in strada con pentolini e mestoli per fare baccano appaiono ai più ridicole considerando quanto è accaduto poi. I più anziani poi lo ricordano come figlio di un ambasciatore della Ex Jugoslavia e con atteggiamenti che spesso sono stati contro la disgregazione di quest’utlima.
Nelle ultime settimane Surrroi sta girando per le campagne, quelle che hano dato più "martiri" nella lotta per la liberazione e sta parlando con i contadini del valore della guerra di liberazione e dei loro problemi. Difficile riesca però in quel contesto a raccogliere qualche voto.
C’è qualcuno che comunque afferma che Veton Surroi ha qualche possibilità di riuscita. Il prossimo 23 ottobre saranno ventimila i giovani che si recheranno alle urne per la prima volta. Questi ultimi è possibile votino anche indipendentemente dalle indicazioni date dai propri genitori e quindi le loro preferenze potrebbero andare verso Surroi.
Anche perché la campagna elettorale di Surroi è stata organizzata in modo sensibilmente diverso dagli altri politici kossovari. Meno populista delle altre e costituita da un vocabolario nel quale le parole chiave sono: economia, posti di lavoro, problemi dei giovani, integrazione eruoatlantica. Surroi parla di un Kossovo dove deve vigere un vero e proprio stato si diritto. Ha inoltre criticato l’attuale governo per una cronica mancanza di idee e così ha fatto anche con l’Assemblea del Kossovo.
Per una parte dell’intellighenzia kossovara costituita da giovani intellettuali e persone che si sono stufate degli altri partiti il movimento ORA costituisce la speranza nel futuro. Un appoggio che però verrà presto ritirato se ORA non convincerà durante la prossima legislatura. Intanto Surroi ha invitato a Pristina il sindaco albanese più famoso e stravagante: Edi Rama, sindaco di Tirana.
Secondo i sondaggi la Lega democratica del Kossovo (LDK)rimarrà in testa anche se rischia di perdere qualche seggio in Assemblea. Tanta gente ormai ritiene che il Presidente Rugova, non faccia gli interessi di tutto il popolo albanese, come la sua carica imporrebbe, ma definisca le sue politiche a seconda dei vantaggi maggiori per il suo partito. L’LDK ha comunque subito recentemente una vera e propria diaspora e chi se ne è andato ha parlato di un ambiente autocratico e grondante burocrazia. Ma le cose non vanno molto meglio nel secondo partito nelle preferenze della comunità albanese, il PDK di Hashim Thaci. Quest’ultimo, ex comandante dell’UCK, non ha certo un gran carisma e sembra sempre improvvisare. Certo lui pagherà per qualsiasi accadimento negativo nel quale siano coinvolti reduci della guerra di liberazione. Secondo i sondaggi il partito di Thaci ha perso un po’ di credibilità.
Anche l’Alleanza per il futuro del Kossovo di Ramush Haradinaj, un partito che ha ricevuto pieno sostegno dalla Comunità internazionale in modo da coinvolgere sulla scena politica kossovara i reduci del conflitto, secondo i sondaggi è in discesa nelle preferenze dei kossovari. Gli analisti confrontano il suo destino con quello del partito di Biljana Plavsic, in Bosnia Erzegovina: un partito messo in piedi artificialmente e probabilmente destinato al fallimento. Senza poi parlare del suo leader sul quale si dice potrebbe essere trasferito all’Aja ed anche si sospetta un coinvolgimento nel contrabbando di carburante e sigarette. Queste voci hanno certamente danneggiato la sua immagine.
Esistono anche altri partiti più piccoli che però non influenzeranno più di tanto l’esito del voto. Uno tra questi è il patito dell’ex primo ministro del governo in esilio Bujar Bukoshi. Due anni fa – pur essendosi candidato – non aveva raggiunto grandi consensi. Ma su di lui rimane l’ombra della sparizione di quei 60 milioni di marchi tedeschi raccolti dal governo in esilio tra i cittadini kossovari per finanziare le proprie attività.
Nel frattempo la coalizione serba "Povratak" non ha ancora deciso se partecipare o meno alle elezioni ed attende in merito una decisione di Belgrado. Un’iniziativa civica si è registrata nelle liste elettorali ma non sarà certo questo a dare la certezza che i serbi del Kossovo si recheranno alle urne.
Da questa panoramica sembra che, almeno sino ad ora, non ci sia proprio niente di nuovo.
Vedi anche:
Il vincolo del Kossovo
I serbi e le elezioni in Kossovo