Bulgaria: scende in campo il nazionalismo?

Si vestono con divise ispirate alla II guerra mondiale e si rifanno ad una simbologia bulgara pre-cristiana. Sono i militanti del BNA, movimento di estrema destra. A Sofia sono in 150 ma le loro idee sono diffuse nell’intero Paese. Condizioneranno le elezioni politiche del 2005?

07/10/2004, Tanya Mangalakova - Sofia

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Militanti del BNA

A metà settembre i membri dell’Alleanza nazionale bulgara, movimento di estrema destra, si sono dati appuntamento per una settimana di iniziative attorno alle rive del lago Piassachinka, Bulgaria centrale. Ed il 25 dello stesso mese si sono dichiarati, insieme ad altre otto formazioni ultranazionaliste europee, uniti contro la globalizzazione, contro la NATO e contro l’attuale modello dell’UE. Più naturalmente alcuni temi specificamente bulgari: la lotta alla corruzione e la rinascita dei valori tradizionali bulgari. I giornali bulgari hanno dato ampio rilievo alla vicenda.

"Il nazional-socialismo entra in campo con forti connotati sociali", commenta il quotidiano Politika. "Certo, ci riconosciamo nel nazionalsocialismo" afferma il leader del BNA Boyan Boyanov. Non sembra affatto scosso dalla sensazione lugubre che provoca solo il nominare il movimento fondato da Adolf Hitler. "Il nostro posto è in un’Europa di nazioni libere e non in un’Europa dove vi sono servi e padroni" continua Boyanov secondo il quale il proprio movimento riuscirà a raccogliere i consensi di tutti i nazionalisti che non bramano il potere ma bensì si preoccupano della loro patria. E’ anche sicuro del sostegno dei "fratelli" europei dei Deutsches Kolleg", "NPD" e "Freier Wiederstand" dalla Germania, del belga "Vlaams Blok", della spagnola "La Falange", della "Garde Franque" dalla Francia , della "Noua Dreapta" rumena e dell’olandese "Nationale Alliantie".

Su tutto: la Bulgaria!

L’ufficio del BNA è nel centro di Sofia, al numero 154 di via "Ovche pole". Piccoli negozi e pubs crescono come funghi in questo quartiere. Poco lontano dalla sede del BNA la scritta "NATO – fuori dalla Bulgaria". La sede è nel seminterrato. "Presto la trasformeremo in un luogo dove si possa fare anche formazione" mi spiegano alcuni giovani attivisti. All’interno i simboli del BNA, derivati dalla simbologia pagana: due code di cavallo, derivanti dalla tradizione protobulgara del condottiero Asparuh, 681 d.c ed altri simboli di cui si affrettano a spiegarmi il significato.

"Siamo innanzitutto nazionalisti" continua Boyanov, 33 anni, che si fa chiamare con il soprannome Rasate. Quest’ultimo era il nome del figlio del re bulgaro Boris I che convertì la Bulgaria alla religione cristiano-ortodossa. Il figlio non seguì le indicazioni del padre e dedicò la propria vita ad organizzare la resistenza contro la nuova religione.

A Sofia sono 150 gli attivisti del BNA, soprattutto giovani, studenti, poche le ragazze. Il numero di chi, nel Paese, sostiene le loro idee è invece sconosciuto. "Siamo orgogliosi di dire che siamo nazionalisti" continua Boyanov spiegando che non è scontato chiamarsi ai nostri giorni "nazionalisti" quando questo termine non è più, in Bulgaria, alla moda. "Era anche fuori moda diventare nazionalisti durante la dominazione dei turchi, durata 500 anni. Abbiamo il compito di continuare con quanto hanno iniziato i nostri predecessori". Il giovane leader indica con la mano, appesi alle pareti, i ritratti degli eroi della lotta di liberazione contro l’Impero Ottomano: Vassil Levski, Hristo Botev ed i macedoni Todor Alexandrov and Ivan Mihailov.

"La situazione in Bulgaria è tragica. Il Parlamento non è altro che un branco di pupazzi che mirano esclusivamente a fare leggi per favorire i propri interessi privati, per rubare soldi e trasferirli all’estero. Il nostro Stato non ha alcuna politica indipendente, è arrivato in fondo al barile ma si occupa di missioni di peace-keeping all’estero, ad esportare democrazia, valori. Non siamo d’accordo con questo, la gente deve sapere che vi è gente che la pensa diversamente. Vogliamo fondare un nazionalismo bulgaro moderno". Poi il guru dell’estrema destra bulgara commenta la diffusione di un approccio nazionalista negli ultimi anni nel Paese: "Gli attuali politici bulgari, sia di destra che di sinistra, sono dei nani politici. Si sono trasformati in nazionalisti negli ultimi anni ma solo per continuare a rubare alla gente. Ma i bulgari sono stufi, vogliono essere governati da persone che sono dalla parte dell’ordine, dello stato di diritto, della giustizia".

Euroscetticismo
Ma che posizione prenderà il BNA rispetto al referendum che si terrà poco prima dell’entrata della Bulgaria nell’UE nel 2007? "Non siamo contro l’integrazione nell’UE ma quest’ultima attualmente è creata solo su un modello finanziario volto a rubare ed accumulare sempre più capitale. L’integrazione rovinerà del tutto la Bulgaria. I capitali stranieri si riverseranno in Bulgaria portando le nostre attività economiche alla bancarotta. Gli stranieri compreranno le imprese, la terra e le nostre case e diverremo stranieri nel nostro stesso Stato" continua Rasate "ma il BNA rivelerà ai bulgari le trappole dell’integrazione".

Fantasmi balcanici

Nell’area dei Balcani i nazionalisti bulgari hanno buone relazioni solo con i "cugini" rumeni del "Noua Dreapta". "Non abbiamo contatti con altre organizzazioni dei Balcani a causa di ragioni storiche" spiega Rasate "osservate la mappa, la metà della popolazione bulgara vive al di fuori dei confini dello Stato bulgaro. Non stiamo lottando per una ‘Grande Bulgaria’ perché innanzitutto dobbiamo concentrarci sul migliorare le cose qui nella Bulgaria attuale. Ma non possiamo certo dimenticare le tragedie che ci hanno fatto subire serbi, greci e rumeni … siamo un po’ suscettibili su queste questioni perché molte comunità di bulgari all’estero sono oppresse e non possono esprimere appieno la propria identità. Attualmente 1,5 milioni di bulgari vivono in Macedonia ma quanti di loro sono pronti a dichiararsi bulgari? Ma i fatti storici sono dalla nostra: quelli sono bulgari ed i territori dove vivono pure. Per queste ragioni è difficile per noi avere relazioni con altre organizzazioni nei Balcani. Anche se riteniamo che il dialogo tra noi dovrebbe ricominciare, ma vogliamo evitare di trattarli con pregiudizi".

Nonostante quanto afferma Boyanov sulle mire espansioniste il quartiere generale del BNA è tappezzato da cartine della Grande Bulgaria, dal Mar Nero al Mar Egeo. Vengono riportati i confini dati alla Bulgaria in seguito al trattato tra Russia e Turchia del 1878 e poi modificati con il Trattato di Berlino. "Abbiamo anche avviato una campagna a sostegno della minoranza bulgara in Serbia, raccogliendo libri, cibo, vestiti" aggiunge Boyanov "purtroppo le autorità doganali serbe hanno bloccato tutto al confine".

Minoranze? Una minaccia

Lo scorso agosto Konstantin Trenchev, leader del sindacato "Porkrepa" ed ex dirigente del Partito comunista bulgaro ha dichiarato che il crimine, tra i Rom, è un vero e proprio business organizzato e che il Ministero degli interni non ha né la capacità, né la volontà di fare qualcosa. Trenchev è arrivato addirittura a proporre, tra lo sconcerto di molti attivisti che si battono a favore dei diritti umani, la creazione di una Guardia Nazionale per protegger i bulgari dal "crimine Rom". Ed anche Rasate si riscalda quando parla dei Rom e si dichiara pronto ad organizzare i nazionalisti del BNA in squadre per pattugliare il territorio. Contesta inoltre le statistiche ufficiali del censo 2001. A suo avviso i Rom rappresenterebbero addirittura il 45% della popolazione bulgara sino ai 19 anni. "Tra vent’anni la comunità etnica bulgara sarà minoranza e saremo costretti noi a fondare il nostro ‘Movimento per i diritti e le libertà (ndr partito attualmente parte della coalizione di governo che rappresenta la minoranza turca in Bulgaria)". Ma nelle attenzioni del leader dell’ultra destra non vi sono solo i Rom. "15 anni fa se mi avessero detto che in Bulgaria ci sarebbe stato un telegiornale in lingua turca sarei scoppiato in una rista ritenendolo impossibile. Non è stato così. Adesso "loro" hanno ben 10 minuti in turco sulla rete pubblica nazionale. Domani questi si trasformeranno in mezz’ora ed alla fine finiranno con l’avere una propria rete televisiva!".
Poi tutti i luoghi comuni sui Rom. "Il bulgaro medio ha un solo bambino perché si preoccupa di poterlo mantenere. Gli zingari invece fanno decine di bambini, li mandano a mendicare sulle strade. Loro soffrono ed i loro genitori vivono come re. Sono tutti contro di noi, prima o poi anche il Kossovo si allargherà in Bulgaria".
Nazionalismo: password elettorale?
Non è mai stata realizzata alcuna indagine su come la società bulgara veda movimenti come il BNA. "Nessuno se ne è mai occupato perché si teme di fare pubblicità a questi movimenti estremisti" afferma Stanislav Stoyanov, analista dell’agenzia di sondaggi Alfa Research "in realtà le loro idee fanno facilmente breccia nell’opinione pubblica. Accade così ad esempio per le loro posizioni sui Rom. D’altronde, secondo una nostra inchiesta, l’80% della popolazione bulgara ha affermato di avere un’idea negativa dei Rom". Ma altri temi forti sono l’incapacità dello Stato di garantire diritti minimi per tutti. Anche le posizioni contro la criminalità e la corruzione trovano naturalmente molti supporter. "Tra i bulgari vi sono anche sostenitori dei partiti definiti "neo-nazi" dal cancelliere tedesco Schroeder e che hanno raggiunto risultati rilevanti alle recenti elezioni amministrative in Germania. D’altronde in una situazione dove le élite politiche sembrano disinteressate ai problemi della gente l’estremismo nazionalista trova terreno fertile", commenta un editoriale di Politika. Che vi sia un pericolo di deriva nazionalista e di destra in Bulgaria sta divenendo evidente ai più e la politica bulgara non può fare finta di niente. Ci sono comunque già molti partiti in Bulgaria che hanno nel cuore la ‘nazione bulgara’, nati principalmente da transfughi usciti dal partito di destra UDF, al governo tra il 1996 ed il 2001. Tra questi i principali sono L’Alleanza democratica bulgara con a capo Evgeny Bakardzhiev (vice primo Ministro nel governo dell’UDF 1996-2001), il nuovo partito dell’ex primo Ministro nonché ex leader dell’UDF Ivan Kostov Democratici per una Bulgaria forte e L’Alleanza per i liberi democratici capeggiata dal sindaco di Sofia Stefan Sofianski. La questione ora è verificare chi di loro riuscirà a sollecitare meglio le corde nazionaliste durante le elezioni politiche del 2005 e se il nazionalismo rischia di divenire una vera e propria password per entrare nel prossimo Parlamento.

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