Spalato all’Italia, Trieste alla Croazia

Reazioni in Croazia alle dichiarazioni del vice premier italiano Fini su Istria, Fiume e la Dalmazia. Un incidente a Spalato. Ma la risposta ufficiale di Zagabria è cauta, e i rapporti tra Italia e Croazia restano buoni. Per ora, si è trattato solo di una tempesta in un bicchier d’acqua

18/10/2004, Drago Hedl - Osijek

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Gianfranco Fini

La dichiarazione del vice premier italiano Gianfranco Fini che "l’Istria, Fiume e la Dalmazia sono sempre state regioni italiane" ha causato subbuglio nella Zagabria ufficiale. Fini ha reso questa dichiarazione in una intervista al quotidiano di Spalato "Slobodna Dalmacija", aggiungendo che "naturalmente nessuno oggi in Italia penserebbe seriamente che i territori sulla costa orientale dell’Adriatico saranno restituiti." Tuttavia, ha detto Fini, è un dovere dell’Italia "sotto gli auspici di una Europa senza frontiere, formata da 25 Paesi, che a breve comprenderà anche la Croazia, assicurare il rispetto della diversità, dell’identità e delle minoranze che potranno avere libertà di pensiero, parola, ed essere educate nella lingua dei propri padri e nonni."

L’opposizione croata ha richiesto che venisse urgentemente inserita nell’agenda della sessione parlamentare una discussione su quali iniziative il governo intendesse prendere a proposito della dichiarazione di Fini. E’ stata inoltre avanzata la richiesta che l’Ambasciatore croato a Roma ritornasse urgentemente a Zagabria per consultazioni, e che venisse inviata una nota di protesta a Bruxelles per la "ripresa della politica aggressiva italiana nei confronti della Croazia", e infine che il Primo Ministro Ivo Sanader riferisse urgentemente in Parlamento. Il giorno seguente a Spalato, la seconda città della Croazia, si è subito verificato un primo incidente. Qualcuno ha affisso sulla targa del Consolato della Repubblica Italiana, che si trova in un palazzo nel centro di Spalato, un manifesto con insulti ed espressioni volgari che richiedeva tra l’altro la "restituzione di Trieste e il pagamento dei danni per la seconda guerra mondiale". La targa del Consolato è stata imbiancata e immediatamente dopo l’incidente è intervenuta la polizia per prevenire la ripetizione di incidenti simili.

"Questa dichiarazione arriva in un pessimo momento per la Croazia, contemporaneamente ai frequenti incidenti di confine provocati dalla Slovenia nel golfo di Pirano" – ha dichiarato un funzionario del Ministero degli Esteri croato, che ha chiesto di rimanere anonimo. "Faremo tutto quanto in nostro potere per calmare la situazione, la Croazia non ha bisogno di problemi diplomatici ora che Zagabria si sta concentrando sull’ottenere una data per l’apertura dei negoziati di ingresso nella Unione Europea."

La Zagabria ufficiale, in effetti, ha avuto una reazione piuttosto riservata. "Possiamo restare assolutamente tranquilli, questa sicuramente non è la posizione ufficiale della politica italiana", ha affermato il Primo Ministro croato Ivo Sanader. "Posizioni simili che provengono da alcuni circoli della politica italiana sono a noi note. Respingiamo tuttavia completamente tali posizioni", ha aggiunto il Premier.

Estremisti e radicali di questa specie sono presenti in ogni Paese, ha continuato Sanader, sottolineando il fatto che la Croazia respinge ogni radicalismo ed estremismo. Sanader ha infine ribadito che non dovrebbero esserci motivi di agitazione.

In Parlamento, tuttavia, l’opposizione croata ha raccolto più di 50 firme chiedendo che la agenda del giorno contenesse una discussione sulla dichiarazione di Fini. La iniziativa della raccolta delle firme è stata avviata dal Partito Croato dei Diritti (HSP), la estrema destra del Parlamento Croato, ed è stata sostenuta dai Socialdemocratici dell’ex Primo Ministro Ivica Račan e dal Partito Croato dei Contadini, di orientamento centrista. "La Croazia deve agire in risposta, altrimenti come reagiremo un domani se, diciamo, Vuk Drašković Ministro degli Esteri di Serbia e Montenegro dichiara che la Slavonia, la Baranja e Vukovar sono territorio serbo?", ha affermato Tonči Tadić (HSP) in Parlamento, spiegando la propria iniziativa.

Il Presidente del Parlamento croato, Vladimir Šeks, non ha però autorizzato la discussione parlamentare sull’argomento. Dal momento che il suo partito ha 66 parlamentari su 153, ed è ulteriormente sostenuto da 14 altri, ogni ulteriore discussione sulla dichiarazione di Fini è stata respinta.

Per calmare i parlamentari, tuttavia, Šeks ha convocato una riunione speciale della Commissione Esteri del Parlamento croato, e ha fatto una dichiarazione nella quale condannava la parte controversa della intervista di Fini, descrivendola come contenente "pretese inaccettabili e inconcepibili". "Stiamo parlando di costruzioni e premesse false. Il Parlamento Croato giudica inaccettabile ogni pretesa rivolta alla Croazia", ha dichiarato Šeks.

Nel frattempo, il sottosegretario agli Esteri incaricato degli affari politici, Hido Biščević, ha richiesto un incontro con l’Ambasciatore italiano a Zagabria, Alessandro Grafini, per "rivolgere la sua attenzione verso alcune parti delle dichiarazioni rese dal vice premier Fini, che sono discrepanti rispetto al generale spirito e contenuto degli attuali rapporti tra Italia e Croazia". E questi rapporti, secondo Biščević, sono più che buoni. La nota comune rilasciata al termine dell’incontro concludeva che le relazioni tra Croazia e Italia "stanno progredendo" e i prossimi incontri, come quello del comitato congiunto italo-croato, che si terrà a Roma il 22 novembre prossimo, le migliorerà in maniera ancora più significativa.

Per molti anni l’Italia è stato il partner più importante negli scambi con l’estero. L’anno scorso, l’Italia ha esportato beni verso la Croazia per un valore di 2,27 miliardi di €, mentre la Croazia ha esportato verso l’Italia per 1,44 miliardi di €. Ogni anno, centinaia di migliaia di turisti italiani trascorrono le proprie vacanze in Croazia, e l’Italia ha aiutato in maniera importante la Croazia nel suo più importante obiettivo politico – acquisire lo status di Paese candidato alla UE e entrare nell’Unione entro il 2007. Gli analisti politici concordano sul fatto che per tutti questi motivi Zagabria preferisce una iniziativa diplomatica tranquilla, che potrebbe portare a calmare la situazione, piuttosto di entrare in un conflitto aperto con Roma. E’ probabilmente per questo motivo che non ci sono stati particolari commenti alla dichiarazione resa da Carlo Giovanardi, Ministro del Governo italiano, che ha sostenuto Fini il giorno dopo l’intervista, affermando a "Il Piccolo" che tutto quanto era stato detto da Fini rappresentava una "verità storica".

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