Inchiesta: i boss della narco-mafia in BiH

Una squadra di giornalisti del settimanale di Sarajevo DANI ha condotto un’inchiesta per cercare di capire chi sono i boss mafiosi presenti sul territorio della BiH. Tra le dicerie e le informazioni ufficiali si scopre una rete transnazionale di traffici illeciti.

23/11/2004, Redazione -

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Copertina del settimanale DANI, 19.11.04

A cura del Team investigativo della redazione di DANI, pubblicato dal settimanale di Sarajevo DANI, il 19 novembre 2004

Traduzione di Ivana Telebak

La procura della BiH sta facendo una delle più ampie ricerche contro la criminalità organizzata nel nostro Paese, tenendola nella più grande segretezza. Dani, in modo non ufficiale, è venuto a scoprire che si sta cercando di smascherare un’organizzazione criminale (come la chiamano i magistrati), cioè la mafia, penetrata profondamente nei pori della società bosniacoerzegovese, le cui radici giungono fino in Albania, Macedonia, Kosovo, Serbia e Montenegro. Proprio a causa dell’importanza dell’intera faccenda, gli investigatori per raccogliere le prove vengono aiutati dai membri delle forze internazionali della BiH, e dai colleghi della Serbia e Montenegro, della Croazia e della Slovenia.

In modo non ufficiale siamo venuti a sapere che si sta cercando di colpire la mafia che controlla il commercio di: droga, donne, oro, macchine e armi, sul territorio dell’intera regione, e che i suoi rappresentanti negli ultimi anni si sono trasferiti in BiH e hanno creato una pericolosa rete criminale, della quale fanno parte anche alcuni rappresentanti della polizia di diversi gradi. La nostra fonte della Procura della BiH afferma che la fine della ricerca potrebbe risolvere anche gli omicidi accaduti negli ultimi anni a Sarajevo, posti in relazione con il commercio organizzato di droga!

Nel bersaglio degli inquirenti ci sono numerose persone sconosciute all’opinione pubblica, ma fra le persone chiave, come veniamo a sapere in modo non ufficiale, si nominano Ferid Okić e Naser Keljmendi. Mentre di Okić si sa parecchio, per Keljmendi la polizia locale non è in grado di stabilire neanche un dato bizzarro come: chi è il vero Naser?!

Ferid Okić è arrivato in BiH dopo la guerra e come luogo dove abitare ha scelto Tuzla. È stato arrestato all’inizio di quest’anno a Sarajevo. Di recente, dalla prigione si è rivolto ai media con una lettera dove afferma di essere completamente innocente, spostando la responsabilità per tutti gli atti per i quali è accusato su Momčilo Mandić e sui suoi stipendiati nella polizia e nella magistratura, e lamentandosi del cattivo rapporto degli impiegati del carcere di Kula, motivo per cui, secondo la sua versione, è stato trasferito nel carcere di Doboj, dove, afferma, si trova molto meglio.

Okić, nella sua lettera ha detto inoltre: "La procura della BIH mi accusa per una serie di crimini tra i più gravi, per gli omicidi, per i furti, per i sequestri, per la droga ed altro, e che tutto ciò è legato alla prima cosiddetta ‘organizzazione criminale’ della BiH." Ricordiamo che Okić è stato accusato anche per il sequestro del fratello di Momčilo Mandić, motivo per cui è stato incriminato. Qualche mese fa Dani ha reso noto che Okić stava preparando la fuga da Kula, aiutato in modo scrupoloso da funzionari di alto rango della giustizia. Ma, il piano è stato scoperto e Okić è stato trasferito a Doboj.

E mentre Okić, ma anche alcuni sospettati di questo gruppo, già da mesi si trova in carcere, sebbene abbia offerto 100.00 di marchi convertibili in contanti e mezzo milione di marchi in immobili (!?) per essere rilasciato in libertà mentre è in corso l’inchiesta – Naser Keljmendi è tuttora in libertà. I motivi di ciò, sembrano quasi incredibili: ancora nessuna delle competenti istituzioni della BiH sa con certezza chi sia veramente Neser Keljmendi e quante persone con tale nome e cognome ci siano a Sarajevo?! E naturalmente – chi sia quello vero?

A dire il vero, Dani ancora qualche mese fa ha reso noto che esistono più di un Naser Keljmendi, ma sembra che non si sia andati oltre tale dato! Gli investigatori occupati in questa grande inchiesta fino ad ora sono riusciti a raccogliere abbastanza informazioni su due Naser Keljmendi, concludendo che, "sembrerebbe che tutti e due siano dei pericolosi criminali"?!

"Il primo Naser Keljmendi, proprietario dell’albergo Casa Grande a Ilidža, Sarajevo, è divenuto noto alla opinione pubblica bosniacoerzegovese grazie ad un []e: l’ex sindaco del comune di Ilidža non riusciva in nessun modo a ricordare il nome dell’albergo, così lo chiamava Cosa Nostra?! Ma, presto il nome dell’albergatore è stato collegato con gli scontri dell’underground sarajevese. All’inizio di quest’anno gli scontri aperti sono iniziati con l’incidente all’albergo Holliday Inn, dove, si dice – perché la polizia non è mai riuscita a trovare le prove – che sia iniziata la sparatoria fra Keljmendi e Zijad Turković. Allora si è saputo che un po’ prima c’era stato un furto nell’appartamento di Keljmendi, e il suo padrino Muhamed Ali Gasi, uno dei capi dell’underground sarajevese, affermava che il ladro fosse Zijad Turković. Così si è giunti allo scontro con Turković. Né la polizia, né Keljmendi, né Gasi hanno mai voluto chiarire questo caso.

Presto Turković è finito in carcere perché nel frattempo è esploso l’appartamento in Piazza degli Eroi di cui era comproprietario. A causa di ciò, contro Turković è in corso un processo in tribunale, ma non è stato scoperto a chi fosse indirizzato l’ordigno esplosivo, col quale sono rimasti feriti altri due accusati dello stesso processo. Proprio questa faccenda ha lasciato spazio alle speculazioni della la malavita sarajevese sul fatto che l’ordigno esplosivo fosse indirizzato a Keljmendi.

La cosa importante nello scontro Turković – Keljmendi sono i fatti che sono usciti allo scoperto in seguito. Sul conto del primo, si sa che rubava in Germania e perciò aveva dei problemi con la legge, e su questo esistono i dossier nella polizie tedesca. E su Keljmendi sono filtrate informazioni che nel suo albergo si occupa alla grande di traffico di sigarette, e che c’è dietro una rete organizzata nel traffico di droga… Ma, non è stato mai provato nulla. Lui stesso non si è mai fatto sentire, ma il suo caro amico ed avvocato Midhat Kočo a Dani ha detto che Keljmendi non c’entra niente con tali accuse, rappresentando il suo cliente come un businessman di successo che oltre in BiH ha alcune aziende pure in Slovenia…

Cercando di verificare chi sia davvero Naser Keljmendi, dalla redazione di Dani abbiamo chiamato Boro Banjac, ex capo dell’Ufficio per la lotta contro la criminalità organizzata in Serbia, che ha condotto l’azione "Sciabola", grazie alla quale è poi stato promosso al grado di generale. Banjac ci ha dato la conferma non ufficiale che Naser Keljmendi è più che noto alla polizia serba, e che quindi si tratta di una delle famiglie più pericolose presenti sui loro territori, famiglia collegata con quella criminalità organizzata le cui frange giungono fino alla Slovena, Austria, e anche più lontano.

Naturalmente, queste affermazioni bisogna prenderle con le riserve, vista la pratica della polizia serba di etichettare in prevalenza gli Albanesi come dei criminali.

Alla nostra domanda se esistono due Naser Keljmendi, Banjac ha risposto che controllerà e alla fine ha detto: "Se si tratta di quel Naser Keljmendi, allora che Dio vi aiuti. Sia voi che la vostra polizia." Boro Banjac a causa dei cambiamenti politici in Serbia è stato destituito, e Dani con i suoi agganci si è procurato le fotografie del Naser Keljmendi di cui è interessata la polizia serba.

L’identità "dell’altro" Naser Keljmendi è stata "rivelata" alcuni mesi fa, quando, con l’azione congiunta della polizia della Repubblica Serba, della Federazione BiH, e della direzione della dogana della RS, dei Servizi dei confini dello stato BiH, dell’ONU del Kosovo e dell’Interpol della Serbia, è stata scoperta una spedizione di anidride dell’acido acetico che si usa nell’industria chimica, ma anche per la produzione di eroina, cioè per le droghe sintetiche. L’ordine della spedizione è stato fatto il 14 febbraio del 2004 dalla ditta JHL Chemie di Guntramsdorf (Austria), e il committente era la Esarom Kosovo di Pristina. In questo caso la BiH era soltanto lo stato di transito, e le cisterne che trasportavano anidride sono state confiscate dalla polizia montenegrina sulla strada fra Klobuk e Pristina.

Sul passo di frontiera di Bosanski Brod, dove le cisterne sono entrate nella BiH, i conducenti Abid e Fikret Tabak hanno detto ai doganieri che il proprietario delle cisterne era Naser Keljmendi. Dani allora ha reso nota un’informazione che nessuno ad oggi ha mai smentito: la polizia federale e cantonale a Sarajevo dispone di informazioni sul fatto che Keljmendi rappresenti uno dei maggiori boss della narco-mafia dei Balcani!

Come abbiamo saputo in modo non ufficiale dalla Procura della BiH, che ha condotto questa indagine, le cisterne con le quali a Pristina è stata trasportata l’anidride dell’acido acetoso sono di proprietà della ditta Nic Petrol, registrata a Sarajevo a nome di Naser Keljmendi. Indagando più a fondo, Dani ha reso noto che a Sarajevo esistono veramente due Naser Keljmendi. Uno di Peć, proprietario dell’albergo Casa Grande, e l’atro di Obilić, proprietario della Nic Petrol.

Avviando l’indagine sulla "rivelazione dell’identità di Naser Keljmendi", i membri della SFOR hanno dato ai ricercatori sarajevesi dei dati ricevuti dai colleghi della KFOR del Kosovo, secondo i quali Naser Keljmendi è uno stretto amico e collaboratore di Ramus Haradinaj, generale dell’UCK, recentemente ascoltato dagli investigatori dell’Aia. Secondo i dati della KFOR, il clan cui fa capo Haradinaj sul territorio di Metohija, al quale appartiene anche Naser Keljmendi, controlla gli affari di droga, armi e traffico di persone…

Secondo i dati del sottosuolo sarajevese, Naser Keljmendi, il proprietario dell’albergo Casa Grande, è scappato dal Kosovo dopo il conflitto armato, perché non voleva più pagare il racket a Ramus Haradinaj, con il quale è giunto ad uno scontro aperto. Secondo le stesse fonti, si è sistemato a Sarajevo, dove senza nessuna spiegazione ha potuto investire denaro e iniziare a lavorare – la BiH ancora non dispone di una legge sull’origine delle proprietà.

Un altro Keljmendi è noto alle fonti del sottosuolo sarajevese, che affermano sia proprietario della azienda con la quale fa affari "sporchi". Le nostre fonti collegano tale Keljmendi con un ex alto funzionario di polizia, il quale oggi ricopre un’alta funzione presso il Ministero statale della sicurezza?! Queste fonti affermano persino che Keljmendi gli abbia comprato la Audi 4 in cambio di un favore fattogli!?

Per riassumere: secondo i dati ai quali è giunto Dani, a Sarajevo oggi vivono: Naser (Isa) Keljmendi, Naser (Vehbi) Kelmendi, il proprietario della Nic Petrol e dell’appartamento a Ferhadiji, nel comune di Sarajevo centro; e Naser (Mete) Kel(j)mendi. Entrambi hanno la cittadinanza BH.

Anche se la Procura della BiH e i suoi investigatori alla fine scopriranno chi è tale Keljmendi che si è trasferito a Sarajevo per sviluppare i suoi affari criminali, la terribile verità è che in BiH già da mesi nessuno può determinare con sicurezza neanche una semplice identità?! Con tutta quella polizia, magistratura, ecc… Il che comunque contribuisce a fare della BiH il paradiso ideale per i criminali e per i loro affari di famiglia.

Vedi anche:

Dani

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