I servizi segreti deviati della Croazia

A poche settimane dalle elezioni presidenziali, la Croazia si avvia verso una crisi istituzionale per le divergenze tra Mesić e Sanader sulla direzione dei servizi segreti. Gli 007 croati non sembrano aver perso il vizio di operare al di fuori della legge e di pedinare i giornalisti, nella tradizione inaugurata dal regime tuđmaniano

07/12/2004, Drago Hedl - Osijek

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Agenti segreti

La Croazia sta scivolando verso la crisi istituzionale, da quando il Primo Ministro Ivo Sanader e il Presidente Stjepan Mesić non riescono a trovare un accordo sulla sostituzione di Joško Podbevšek, il capo della Agenzia di Contro-Informazione (POA), i servizi segreti croati. Il Presidente ha firmato un decreto per la sua sostituzione, ma il Primo Ministro si è decisamente opposto, il che ha provocato lo stallo. Il capo dei servizi segreti, normalmente, viene rimosso in base alla legge con le firme congiunte di Presidente e Primo Ministro. Tuttavia, non è chiaro cosa dovrebbe succedere quando i due hanno posizioni opposte sulla questione, come sta avvenendo oggi.

Mesić ha deciso di sostituire il capo della POA dopo il caso dell’interrogatorio della giornalista Helena Puljiz, sottoposta alle domande degli agenti dei servizi segreti per cinque ore e mezza. La Puljiz, al tempo, era corrispondente dall’Ufficio del Presidente della Repubblica, e gli agenti della POA – come lei ha affermato – erano interessati a dettagli sulla vita privata e professionale del Presidente Mesić e dei suoi stretti collaboratori. Dopo l’interrogatorio, gli agenti hanno offerto alla giornalista, attualmente disoccupata, lavoro, in una qualsivoglia redazione croata di sua scelta, se avesse acconsentito a svolgere per loro alcuni compiti.

Nel motivare la decisione di rimozione di Podbevšek dal suo incarico, Mesić ha dichiarato che, nella sua veste di capo dello Stato, non avrebbe potuto tollerare abusi nei confronti di cittadini croati da parte dei servizi segreti. Mesić ha poi affermato che gli agenti della POA avevano interrogato la giornalista per cinque ore e mezza, senza raccogliere una singola prova. Tuttavia, Mesić era sicuramente risentito per il fatto che i servizi segreti stessero facendo domande anche su di lui.

Il Primo Ministro Sanader rifiuta di dimettere Podbevšek, affermando che i servizi segreti non hanno violato la legge. Gli stretti collaboratori di Sanader spiegano che il vero motivo per cui Mesić avrebbe deciso di rimpiazzare Podbevšek sono da ricercare nel procedimento avviato dallo stesso Podbevšek contro il suo predecessore, l’ex capo dei servizi segreti Franjo Turek, e contro il consigliere di Mesić recentemente dimissionato, Željko Bagić. Quest’ultimo è sulla lista nera della Unione Europea, accusato di aver aiutato la latitanza di Ante Gotovina, ricercato dal Tribunale Internazionale dell’Aja.

Tuttavia, il settimanale "Nacional" – che ha indagato la cronologia degli avvenimenti – sostiene che il capo della POA, Podbevšek, aveva avviato la procedura contro l’ex collaboratore di Mesić e contro il suo predecessore solo cinque minuti prima di essere convocato dalla segretaria di Mesić, per andare dal Presidente della Repubblica, nel pomeriggio del 25 novembre. Dal momento che, secondo "Nacional", Podbevšek sapeva già cosa gli sarebbe stato detto, aveva cercato di preparare in fretta la richiesta di procedimento per anticipare la decisione di Mesić sulle sue dimissioni, e spiegare in seguito la decisione come motivata da una vendetta contro la richiesta di procedimento.

Sanader, che sostiene fermamente Podbevšek, afferma che la POA non ha infranto la legge nell’investigare sulla giornalista Puljiz. I suoi collaboratori spiegano che l’obiettivo della azione dei servizi segreti era quello di scoprire se l’ex collaboratore di Mesić aveva davvero aiutato in qualche modo la latitanza di Gotovina. Sanader giustifica l’iniziativa facendo riferimento al rapporto della Procuratrice Capo del Tribunale dell’Aja, Carla Del Ponte, che sostiene che Gotovina è protetto da alti ambienti governativi. Questo sarebbe il motivo per il quale l’azione della POA era stata diretta in questo modo.

Gli osservatori, tuttavia, ritengono che il motivo reale per il quale la POA aveva fatto indagini sulla giornalista Helena Puljiz era un tentativo di screditare l’attuale Presidente della Croazia. Hanno cercato di raccogliere elementi che screditassero Mesić e i suoi collaboratori, pensando che una giornalista che a lungo era stata cronista dall’Ufficio di Presidenza potesse essere a conoscenza di fatti interessanti. Le informazioni raccolte avrebbero poi potuto essere utilizzate durante la campagna presidenziale, per danneggiare la reputazione di Mesić.

Mesić è il grande favorito delle elezioni presidenziali che si terranno il 2 gennaio prossimo. L’attuale Presidente è sostenuto dai partiti più forti dell’opposizione, e i sondaggi della pubblica opinione gli attribuiscono più del 50% di tutti i voti. Jadranka Kosor, la candidata presidenziale dell’HDZ di Sanader, secondo i sondaggi avrebbe meno del 20% dei voti.

I servizi segreti croati, nonostante il cambio avvenuto ai loro vertici e i tentativi di riforma, continuano ad avere la tendenza a funzionare fuori dalla legge. L’ex capo della POA, Franjo Turek, può attribuire gran parte della responsabilità per il suo licenziamento al fatto che aveva fatto pedinare segretamente sei giornalisti. In un rapporto interno, Turek affermava che i giornalisti erano collaboratori di agenzie informative straniere. Li accusava di raccogliere appositamente notizie false relativamente alla ubicazione di Gotovina per aiutare queste agenzie, e in questo modo creare confusione e rendere più difficile la posizione del governo croato di fronte al Tribunale dell’Aja. Il governo sosteneva che un simile documento della POA non era mai esistito, ma il Presidente Mesić aveva confermato di essere in possesso di informazioni affidabili rispetto al fatto che i sei giornalisti erano indagati dai servizi segreti.

Gli osservatori sottolineano che l’uso improprio dei servizi segreti, cui era stato fatto largamente ricorso durante il regime autoritario dell’ex presidente croato Franjo Tuđman, non è mai stato sanzionato, e questo sarebbe il motivo per cui i servizi continuano ad operare contro la legge. Dopo che l’HDZ di Tuđman fu sconfitta alle elezioni del 2000 a favore della coalizione di centro sinistra, è stato accertato fuori da ogni dubbio che i servizi segreti civili e militari, la SZUP e lo SIS, senza alcuna autorizzazione, contro la legge e senza buoni motivi avevano intercettato le conversazioni e seguito più di 150 giornalisti croati, tra cui l’autore di questo articolo.

Nessuno era stato considerato responsabile per questo fatto, e l’unica soddisfazione concessa ai giornalisti era consistita nel permesso di leggere i dossiers preparati su di loro con le informazioni raccolte segretamente. Conseguentemente, l’appello da parte della politica croata per una lustrazione sospensione dagli incarichi, ndt dei servizi segreti ai fini di far dimettere coloro che intercettavano le conversazioni dei cittadini senza alcuna autorizzazione appare logica e necessaria.

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