Bulgaria: vita difficile per l’agricoltura biologica
Aperto il primo negozio in Bulgaria di prodotti dell’agricoltura biologica. Sono ancora poche le aziende bulgare che hanno scelto la produzione bio e la maggior parte di esse esportano i loro prodotti all’estero. I bulgari restano infatti titubanti e le istituzioni sostengono l’agricoltura biologica solo a parole.
"Vengo presso queste bancarelle per comperare lo yogurt RIMA che ha lo stesso gusto di quello dei tempi andati" mi spiega una donna anziana che mi ha visto curiosare tra i prodotti del primo negozio in Bulgaria di prodotti di agricoltura organica, al primo piano del mercato coperto di Sofia.
Infusi, erbe, spezie, marmellate, miele, zucchero organico, latte fresco, yogurt. Lo yogurt RIMA, sopramenzionato, non contiene alcun preservante, nessuna percentuale di latte in polvere od organismi geneticamente modificati. E’ prodotto nel villaggio di Vrabnevo, presso Troyan, sulla catena montuosa Stara Planina.
"Siamo felici abbiate scelto questo prodotto perché è stato fatto genuinamente nella nostra fattoria. Buon appetito!". E’ la scritta sull’etichetta dello yogurt sulla quale è riportata anche la fotografia della famiglia Danchev, i produttori: 33 mucche e 850 acri di pascoli che i Danchev da quattro anni gestiscono secondo i criteri dell’agricoltura organica.
Tutti i prodotti offerti presso questo negozio del mercato coperto di Sofia costano il doppio rispetto ai prodotti di massa e più commerciali. 60 centesimi lo yogurt al posto dei 25-30 degli yogurt nel supermercato, 1 euro un litro di latte contro i 50-60 centesimi del latte comperato in qualsiasi altro negozio.
Per gli infusi le differenze salgono ancora dato che ve ne sono alcuni di molto particolari. Si può andare a spendere ad esempio dai 64 centesimi per 35-50 grammi ai 5 euro dell’infuso di erbe provenienti dai monti Pirin oppure quello di funghi essiccati della regione Predela.
Lo stand di prodotti organici ha iniziato ad operare nell’ottobre del 2004 quale risultato degli sforzi dell’associazione "Bioproduct BG" che comprende 11 tra organizzazioni non governative ed aziende che operano nel campo dell’agricoltura organica. "Bioproduct BG, grazie anche a risorse messe a disposizione dalla cooperazione svizzera, cerca di sviluppare le possibilità di mercato riguardo a questi prodotti e di farli conoscere ad un pubblico più ampio", spiega Diana Ivanova, una giovane manager responsabile del marketing e della commercializzazione dei prodotti. Diana si occupa di metter a disposizione il punto vendita a tutti i produttori dell’associazione. "Per metà 2005 sarà possibile anche acquistare formaggio blu e vitello", annuncia.
E’ una nicchia tutta da sviluppare in Bulgaria quella dell’agricoltura organica, nonostante vi siano tutte le condizioni per sviluppare questo tipo d’attività con ottimi risultati, soprattutto nelle aree di montagna. Vi sono poche aziende agricole che attuano questa produzione anche perché vi è ancora poca attenzione degli acquirenti.
La maggior parte delle aziende inoltre esportano i loro prodotti all’estero, in particolare al mercato UE lasciando una minima parte per il mercato locale (circa 10%). "Ad esempio vi è l’azienda Gerada specializzata nel miele biologico che poi lo esporta in Olanda, Italia e Germania. Oppure Balkan Bio Herb che esporta le proprie erbe medicinali soprattutto in Olanda. E le marmellate biologiche confezionate a Velingrad vengono quasi tutte esportate verso l’Inghilterra. Così accade anche per i piccoli frutti prodotti a Teteven, congelati e poi portati sul mercato UE", spiega Diana.
La maggior parte della clientela bulgara è sospettosa quando si parla di prodotti dell’agricoltura organica e soprattutto non sanno di cosa si tratta. Quando la commessa spiega che tutti questi prodotti vengono certificati in molti rispondono: "Ma di cosa sta parlando? Lo sanno tutti che in Bulgaria questi certificati possono essere comperati e falsificati!".
"C’è profonda diffidenza. In realtà la trafila per raggiungere questa certificazione è molto lunga e quest’ultima avviene tramite organismi europei" chiarisce Diana "solo i prodotti caseari vengono certificati da due organizzazioni bulgare, la GSC e la Balkan Biocert".
Vi sono due decreti che in Bulgaria regolano la produzione biologica: uno si concentra sull’agricoltura ed il secondo sull’allevamento. Inoltre presso il Ministero per l’agricoltura e le foreste è stato creato un apposito comitato per l’agricoltura organica. Attualmente è all’opera un gruppo di esperti del Ministero che dovrebbe redigere un piano nazionale di sviluppo di questo specifico settore dell’agricoltura.
Ma sino ad ora le istituzioni pur declamando le lodi dell’agricoltura biologica lo hanno fatto in modo quasi esclusivamente simbolico. Gli unici finanziamenti che gli agricoltori possono ottenere se decidono di intraprendere questa strada sono quelli legati al programma Sapard dell’UE, firmato nel 2000 prevede, lo stanziamento dell’UE fino al 2006 a favore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale della Bulgaria di 52 milioni di euro all’anno.
Gli esperti del settore ritengono però che le istituzioni bulgare potrebbero sostenere l’agricoltura biologica almeno facendosi carico di parte dei costi di certificazione.
Il supporto più convinto all’agricoltura biologica non è arrivato sino ad ora dal governo bulgaro ma dalla Agenzia svizzera per lo sviluppo e la cooperazione che ha messo a disposizione 3 milioni di franchi svizzeri sotto forma di crediti a favore di agricoltori che intendono convertire la loro produzione. Gli agricoltori ricevono il credito non prima di aver accettato che i loro prodotti ed il loro processo produttivo venga costantemente monitorato dalla Fondazione "BioSelena": con criteri rigorosamente svizzeri.
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