Irregolarità elettorali guastano l’immagine della Macedonia
Numerose irregolarità scoperte durante il primo turno delle elezioni locali possono minare il desiderio della Macedonia di diventare membro dell’Unione europea in un breve periodo. Nostra traduzione di un articolo di IWPR
Di Mitko Jovanov e Tamara Causidis per IWPR (BCR No 547 , 16 marzo 2005)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Mirella Vukota
Gli analisti e gli osservatori internazionali avvertono che i casi di aggiunta di schede nelle urne elettorali, voti per delega e violente intimidazioni, avvenuti durante il primo turno delle elezioni municipali del 13 marzo, hanno intaccato le speranze macedoni di ottenere un parere positivo da parte dell’Unione europea per poter guadagnare lo status di candidato entro la fine dell’anno.
Sono state le prime elezioni municipali ad aver luogo da quando il parlamento ha varato le controverse riforme sulla decentralizzazione, con cui sono stati trasferiti i poteri chiave alle nuove e aumentate autorità locali.
Le riforme formavano il capitolo finale dell’Accordo di pace di Ohrid, mediato dagli occidentali, col quale si pose fine al conflitto fra le forze di sicurezza e i ribelli albanesi nel 2001.
Un rapporto preliminare dell’ODIHR, Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani, in seno all’OSCE, stroncava le elezioni. Diceva che il voto ha "fallito il raggiungimento degli impegni chiave che garantiscono un suffragio uguale ed universale e la segretezza del voto".
Julian Peel Yates, capo della missione dell’OSCE/ODIHIR, ha riferito ai media che "Le serie e persistenti irregolarità in un numero significativo di municipi minano l’intero processo elettorale.
Yates aggiunge, "Il comportamento persistente dei trasgressori deve cambiare prima del secondo turno."
Gli osservatori dell’OSCE hanno riscontrato problemi in circa il 10% dei seggi elettorali visitati, tra cui l’aggiunta di schede nelle urne elettorali, tensioni dentro e attorno ai seggi elettorali e casi di intimidazione. La polizia è stata chiamata ad intervenire in 20 casi e varie persone sono state detenute.
La maggior parte delle irregolarità sono state segnalate nei comuni a maggioranza albanese di Sarai e di Aracinovo, vicino a Skopje cosi come a Suto Orizari, che è principalmente abitato da Rom. Altri incidenti sono stati segnalati nelle zone dove ci fu la crisi del 2001, Lipkovo e Tearce.
Il Partito democratico degli albanesi, DPA, all’opposizione, accusa la coalizione al potere (insieme col suo partner Albanese, l’Unione democratica per l’integrazione, DUI) di responsabilità nei casi di aggiunta di schede elettorali, intimidazione e di voto su delega.
Confusione inoltre c’è stata riguardo il risultato dell’elezione del sindaco di Skopje, per la quale l’opposizione ha definito fraudolente le elezioni. In questo caso si è seguita una decisione da parte della commissione elettorale, secondo la quale il candidato dell’opposizione non aveva ottenuto abbastanza voti per passare al primo turno.
Cosa che contrasta bruscamente con i dati forniti dai partiti di opposizione, i quali affermano che il loro candidato, Trifun Kostovski, ha ottenuto il 53% dei voti.
I dati dell’opposizione sono stati appoggiati dall’associazione locale per il controllo delle elezioni, MOST, che ritiene che Kostovski abbia sconfitto Risto Penov, sindaco in carica e leader dei Liberal Democratici, che fanno parte della coalizione di governo. I lunghi ritardi relativi all’annuncio dei risultati dei comuni di Skopje, hanno alimentato i dubbi di molta gente circa l’effettiva attendibilità.
Gli analisti concordano che se tutte le dichiarazioni sulle elezioni locali fossero provate, lo scalpore suscitato potrebbe minare il desiderio della Macedonia di ottenere il via libera per l’ingresso nell’Unione europea.
L’Occidente ha condizionato l’integrazione della Macedonia nell’UE e nella NATO alla completa implementazione dell’accordo di Ohrid, che mirava a sostenere i diritti della grande comunità albanese di Macedonia.
Mirjana Najcevska, capo dell’Helsinki Committee macedone, dice che le elezioni hanno suggerito che Macedonia ha fallito una seria prova per dimostrare le sue credenziali democratiche.
"Il modo in cui abbiamo svolto queste elezioni mostra che non abbiamo imparato le lezioni basilari della democrazia," ha detto Najcevska a IWPR. "Questo sarà un serio ostacolo per la Macedonia lungo il percorso verso l’UE".
Nazmi Maliqi, professore di scienze politiche all’università dell’Europa sud orientale di Tetovo, concorda. Lo scrutinio "ha trasmesso uno cattivo e pessimistico messaggio circa il potenziale democratico della Macedonia, in particolare nell’ottica dell’integrazione europea", dice Nazmi Maliqi.
"Sulla strada verso l’UE, è comunque inaccettabile che si verifichino degli incidenti come questi," ha aggiunto Nazmi Maliqi.
Maliqi dice che la comparazione con le elezioni locali del 2000, in cui rimase uccisa una persona e in cui la violenza e le irregolarità erano peggiori, non può servire da giustificazione.
Tanja Karakamiseva, professoressa alla facoltà di giurisprudenza di Skopje, ha detto a IWPR che potrebbe individuare un modello in sviluppo delle irregolarità nelle elezione già sin dalla indipendenza macedone nel 1991.
"Ciò che è particolarmente preoccupante è che il numero di comuni in cui le irregolarità accadono, sta realmente aumentando," ha affermato Karakamiseva a IWPR.
"Ciò mostra che la Macedonia non è in grado di abbandonare le sue vecchie pratiche di cattiva conduzione delle elezioni. Il messaggio che trasmette a Bruxelles è terribile. Il primo segnale che qualcosa non funziona in una democrazia è l’incapacità di condurre elezioni giuste e libere."
Gli analisti dicono che gli osservatori internazionali hanno fatto ricorso ad un linguaggio duro riguardo il primo turno di votazioni nella speranza che ciò potesse impedire incidenti peggiori nel secondo turno del 27 marzo.
Michael Sahlin, inviato speciale dell’UE in Macedonia, ha detto a IWPR che pensava che Skopje si raddrizzasse ed passasse all’azione.
"Abbiamo l’impressione che il governo intenda perseguire i trasgressori," ha detto Sahlin. "È importante che il secondo turno diventi un modello per le elezioni."
Goran Pavlovski, un portavoce del Ministero dell’interno, ha detto a IWPR che più di una dozzina di persone coinvolte negli avvenimenti, saranno denunciate.
La legge è stata recentemente modificata per portare pene più severe contro i perpetratori di malversazioni elettorali. Il disturbo delle votazioni ora può essere punito con una pena fino a dieci anni in reclusione.
Comunque, ciò che preoccupa le autorità è che il secondo turno elettorale in Macedonia di solito è la fase che crea più disordine e si presta a più incidenti.
"Di solito nel secondo turno la tensione è più alta, così che tutto è possibile," dice Maliqi.
Ma secondo Najcevska, a questo punto il danno recato all’immagine del Paese non sarà facilmente rettificato.
"Il modo in cui si è svolto il primo turno non può essere corretto dal secondo", ha detto Najcevska, "nemmeno se sarà giusto e democratico."
* Mitko Jovanov è un giornalista del quotidiano Dnevnik. Tamara Causidis è assistente del redattore di IWPR in Macedonia.