Perchè i veterani di guerra croati si suicidano?
Sono 1.370 i reduci suicidatisi in Croazia dalla fine della guerra. Il trauma, le difficoltà economiche, la frustrazione degli ideali tra le ragioni dell’epidemia di suicidi, che spesso avvengono in forma di aperta protesta. Tra strumentalizzazione politica e impostori, lo stato di un’emergenza nazionale
Il 4 aprile 2005 il veterano di guerra croato Frane Smolic (38) si è coperto di benzina e si è dato fuoco nel giardino della sua casa di Sukosan, una cittadina della costa adriatica vicina a Zara. Smolic è il 1.370simo veterano di guerra che si è suicidato in Croazia da quando è finita la "Guerra Patriottica", nel 1995. Solo tre giorni prima a Cerna, villaggio nel sud est della Croazia, anche il trentottenne Drazen Strukar aveva cercato di suicidarsi dandosi fuoco. Strukar stava già bruciando, ricoperto di benzina, quando un rapido intervento della polizia era riuscito a salvarlo.
Nella stessa settimana che ha fatto registrare un suicidio e un tentativo di suicidio, la Ministro Jadranka Kosor, il cui dicastero si occupa di veterani di guerra, ha ricevuto una minaccia telefonica da un reduce, che minacciava di cingersi con dell’esplosivo, entrare nel suo ufficio e farsi saltare in aria. Le minacce erano motivate dall’insoddisfazione per il fatto che il Paese non ha ancora provveduto a versare le indennità per le invalidità acquisite nel corso della guerra.
Questi tre recenti casi mostrano come ci sia un malcontento crescente, tra i veterani, per la mancanza di attenzione dimostrata dal Paese verso coloro che hanno portato il peso della guerra sulle proprie spalle. La maggior parte dei reduci cerca per anni di aver riconosciuti i propri diritti, incontrando vari ostacoli burocratici. La condizione dei veterani, poi, è spesso strumentalizzata politicamente negli scontri tra governo e opposizione.
Quando era al governo la coalizione di centro sinistra guidata dal Primo Ministro socialista Ivica Racan, fino al novembre 2003, la allora opposizione – ora al governo – guidata dall’Unione Democratica Croata (HDZ) dell’attuale Primo Ministro Ivo Sanader, utilizzava il malcontento dei veterani per screditare il partito al governo. L’HDZ al tempo accusava Racan e il suo Ministro Ivica Pancic per il crescente numero di suicidi tra i reduci, che sarebbe stato causato dall’insufficiente aiuto prestato loro dallo Stato. Il governo Racan aveva cercato di portare ordine nella materia dei diritti dei veterani controllando il grado di invalidità di ognuno. Un gran numero di reduci di guerra aveva infatti acquisito il diritto ad una pensione sulla base di falsi esami ospedalieri e di documenti falsificati.
Come dimostrato, persino alcuni generali che avevano acquisito il diritto ad una indennità finanziaria per disabilità, erano rimasti feriti in incidenti stradali avvenuti a centinaia di chilometri di distanza dal teatro di guerra. Questo fenomeno, molto comune, cioè ricevere indennità per disabilità inesistenti, era particolarmente frequente negli anni immediatamente successivi alla guerra. Secondo alcune stime, confermate dai responsabili delle organizzazioni dei veterani, un terzo delle persone che sostengono di avere invalidità causate dalla guerra, potrebbero essere degli impostori. I tentativi effettuati dal precedente governo di togliere i privilegi a queste persone, tuttavia, sono completamente falliti. I falsi invalidi erano i più rumorosi e attivi nelle piazze, e al tempo ricevevano il sostegno dell’opposizione, in particolare dell’HDZ.
Quando l’HDZ è poi arrivato al potere, nel novembre 2003, ha eliminato tutti i tentativi di verificare le invalidità dei veterani di guerra. Pensando di risolvere le cose in questo modo, il governo del Primo Ministro Sanader ha nei fatti creato l’anarchia. Oltre a bloccare quel processo di revisione, che avrebbe potuto determinare chi aveva veramente diritto a ricevere le pensioni di invalidità, e a chi invece andava negato tale aiuto, la Ministro Jadranka Kosor ha reso possibile anche a chi non aveva mai visto la guerra di ricevere lo status di invalido. Così, in base ai documenti ufficiali e al registro dei veterani di guerra, il loro numero ha raggiunto la incredibile cifra di 450.000. I problemi di chi aveva davvero partecipato alla guerra non solo non furono risolti, ma si aggravarono. Il Paese, molto semplicemente, non ha i soldi per provvedere a diritti finanziari o di altro genere per un così gran numero di presunti difensori della patria, così che anche quelli che avrebbero diritto a ricevere l’aiuto ne restano esclusi.
Intanto il tasso di suicidi tra i veterani è continuato a crescere, con la stessa intensità, come ai tempi del governo precedente. Il modo in cui alcuni di questi suicidi sono stati condotti ha scioccato i Croati. Il primo febbraio scorso nella città di Hrastin, vicino a Osijek, nel nord est della Croazia, il veterano di guerra Zeljko Oreskovic si è suicidato tagliandosi la gola con una motosega. I recenti roghi mostrano che per i reduci i suicidi rappresentano anche una forma di protesta politica.
Gli esperti, tuttavia, sottolineano che un gran numero di veterani soffre per il cosiddetto disordine di stress post traumatico (Ptsd), difficoltà di tipo psicologico causata dai traumi di guerra. Il Paese ha fallito completamente nel portare aiuto a questi individui e nel corso delle loro crisi, oltre a farsi del male, spesso mettono in pericolo le vite degli altri. L’opinione pubblica croata è rimasta fortemente colpita da quanto accaduto il 21 marzo scorso, a Petrinja, nella Croazia centrale, quando il trentasettenne Vlastimir Kihalic, veterano di guerra, sofferente per il Ptsd, ha ucciso la moglie e due suoi amici. Malgrado la malattia gli fosse stata diagnosticata, deteneva legalmente le armi utilizzate per il triplice omicidio.
L’enorme cifra di 1.370 suicidi di reduci di guerra negli ultimi dieci anni rappresenta, secondo gli esperti, la prova tangibile del fatto che il Paese non è riuscito ad aiutare questa parte della popolazione. La maggioranza dei veterani lamenta l’insoddisfazione non solo per la propria condizione attuale, ma anche per la situazione generale in Croazia dato che, secondo loro, gli ideali per i quali si sono battuti non sono stati realizzati.
"Invece di aiutarci, i politici usano la nostra difficile situazione per i propri scopi. Il Ministro attuale accusa il governo precedente per i suicidi dei reduci, ma lei stessa non ha fatto niente per migliorare la nostra situazione", dice il rappresentante di una associazione di ex combattenti che preferisce rimanere anonimo. "Così, probabilmente, qualche governo futuro accuserà quello attuale, ma per noi le cose non cambiano".