Il passaporto di Ante Gotovina

Rivelazioni choc del settimanale Feral Tribune mostrano come la latitanza del generale Gotovina sia stata favorita dalla polizia croata. Si chiudono ulteriormente le prospettive europee della Croazia, ma per Zagabria l’inchiesta dimostrerebbe proprio che il generale non è più nel Paese

19/04/2005, Drago Hedl - Osijek

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Un manifesto a sostegno di Gotovina

Il generale Ante Gotovina, accusato di crimini di guerra dal Tribunale dell’Aja, ha ricevuto un passaporto con un falso nome nella primavera del 2001, confezionatogli dalla polizia di Zagabria. Nel luglio 2001, subito dopo la pubblicazione del mandato di arresto da parte dell’Aja, il latitante ha lasciato il Paese con quel passaporto. Questa notizia sensazionale, rivelata tramite fonti dei servizi segreti, è stata pubblicata giovedì scorso dal settimanale Feral Tribune, e poi ripresa da tutti i media croati e da alcune agenzie di stampa internazionali.

Il Feral Tribune sostiene che le circostanze relative all’emissione del passaporto falso per il generale latitante sono state raccolte da un gruppo di agenti segreti e poliziotti croati, che negli ultimi mesi hanno lavorato intensamente al "caso Gotovina". Secondo quanto scoperto dal settimanale, il falso passaporto di Gotovina è uno dei tremila che sono scomparsi nel 1999 dal Consolato Generale della Repubblica di Croazia a Mostar, in Bosnia Erzegovina. Quando l’Unione Democratica Croata (HDZ) ha perso le elezioni nel 2000, venne alla luce la sparizione dei passaporti dal Consolato di Mostar, e allo stesso tempo lo scandalo che molti dei passaporti mancanti erano stati rilasciati a criminali noti a livello internazionale, in cambio di grandi somme di denaro. Un passaporto croato era stato così rilasciato anche a Milorad Lukovic Legija, la persona attualmente sotto processo a Belgrado per l’assassinio del Primo Ministro serbo Zoran Djindjic.

Il fatto che Gotovina abbia ricevuto un passaporto sotto falso nome da parte della polizia croata, nella prima metà del 2001, conferma quanto affermato dalla Procuratrice Capo del Tribunale dell’Aja, Carla Del Ponte. Il generale, latitante da quasi 4 anni, ha veramente ricevuto aiuto da parte dei vertici dei servizi di informazione, militari e di polizia. Ora, dopo le rivelazioni del settimanale croato, tali posizioni della Procura dell’Aja hanno quindi trovato conferma.

"Questa per me è una novità. Non ho mai sentito parlare prima di tali circostanze" – ha dichiarato Sime Lucin, Ministro degli Affari Interni al tempo in cui Gotovina ha ricevuto il passaporto falso. Le affermazioni di Lucin possono essere giudicate verisimili, dal momento che è un dato di fatto che il governo croato di coalizione, quando era entrato in carica nel gennaio 2000, non era stato in grado di assumere il controllo sui servizi segreti militari e di polizia per lungo tempo.

Le rivelazioni sul fatto che Gotovina avrebbe lasciato la Croazia con l’aiuto di organi ufficiali dello Stato sono state brevemente commentate all’Aja, con una dichiarazione sulla correttezza delle posizioni affermate in precedenza dalla Procura. "Ora emerge che quanto sostenevamo noi era vero", scrive lo Jutarnji List di Zagabria citando fonti dell’Aja. Ma il Tribunale Internazionale continua a sostenere che Gotovina era in Croazia anche dopo il 2001. Questo non dovrebbe essere stato un problema per il latitante dotato di passaporto falso.

La Croazia, ora, spera che la rivelazione che Gotovina avrebbe lasciato il Paese con un passaporto falso potrebbe essere d’aiuto nel prossimo incontro di Lussemburgo, il 26 aprile, nel corso del quale si terrà una riunione specifica sulla Croazia. In quell’occasione, dovrebbe chiarirsi se i negoziati per l’ingresso di Zagabria nell’Unione Europea potranno iniziare entro giugno. Come noto, quei negoziati avrebbero dovuto cominciare il 16 marzo, ma sono stati rinviati a tempo indeterminato con la motivazione che la Croazia non collabora pienamente con il Tribunale dell’Aja.

Zagabria ora spera che l’inchiesta che ha rivelato come Gotovina ha ricevuto un passaporto falso dalla polizia, e ha poi lasciato il Paese, possa avere un doppio effetto. In primo luogo, mostrerebbe che il governo sta facendo tutto il possibile per rintracciare Gotovina e, in secondo luogo, confermerebbe che Gotovina al momento non è in Croazia. Il leader dell’opposizione, l’ex Primo Ministro Ivica Racan, durante il cui mandato si sono svolti questi avvenimenti – dal rilascio del passaporto alla presunta fuga dalla Croazia – ha ribadito di non essere stato informato della questione. Racan ha poi richiamato l’attuale Primo Ministro Ivo Sanader, e il Presidente Stjepan Mesic, ad una particolare attenzione relativamente alle dichiarazioni sul fatto che Gotovina non si trova in Croazia.

In base ai segnali che provengono da Bruxelles, i fatti recentemente emersi sul "caso Gotovina", per quanto spettacolari, non basterebbero a cambiare la posizione delle istituzioni europee sulla cooperazione della Croazia con il Tribunale dell’Aja. Al contrario, la notizia che la polizia avrebbe aiutato Gotovina nella sua fuga, semplicemente conferma le dichiarazioni già espresse dalla procuratrice Del Ponte.

La settimana scorsa, ho trascorso del tempo a Bruxelles, presso il quartier generale della Nato, dove ho avuto l’opportunità di parlare con diversi funzionari della notizia del passaporto falso di Gotovina. Tutti hanno sottolineato l’importanza della piena cooperazione della Croazia con il Tribunale dell’Aja. Il portavoce capo dell’Alleanza Atlantica, James Appathurai, interrogato direttamente sulle implicazioni del termine "piena cooperazione", ha risposto: "Gotovina all’Aja". Malgrado la Nato sia ovviamente cosa diversa dall’Unione Europea, non c’è dubbio che le posizioni delle due organizzazioni – alle quali entrambe la Croazia vorrebbe aderire – siano assolutamente in linea.

Malgrado i Croati si aspettino molto dall’incontro del 26 aprile a Lussemburgo – sia la Croazia che la Procura dell’Aja dovranno esprimersi sulla collaborazione con il Tribunale Internazionale di fronte ai Ministri degli Affari Esteri di Austria, Gran Bretagna e Lussemburgo, all’Alto Rappresentante dell’UE Javier Solana e al Commissario all’allargamento Olli Rehn – gli osservatori sostengono che non ci sono motivi per essere ottimisti. L’opinione dell’Aja è che non è cambiato niente da marzo, e che non ci sono nuove prove sugli sforzi della Croazia per arrivare all’arresto di Gotovina.

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