Bulgaria al voto: politici a difesa dello status quo?
Georgi Lazanov* è uno dei principali esperti del mondo dell’informazione in Bulgaria. Stella Stojanova, del quotidiano Standard, lo ha intervistato sull’andamento della campagna elettorale. Il prossimo 25 giugno infatti in Bulgaria si vota per le politiche. Una traduzione tratta da Bulgaria-Italia
Di Stella Stojanova – Standard
Traduzione a cura di Bulgaria-Italia
In che cosa la campagna mediatica dei partiti si differenzia dalle elezioni precedenti?
La campagna politica si fa come una campagna del tutto commerciale, il che è inquietante. Forse per la prima volta si gettano così tanti soldi per la propaganda elettorale. Ormai i partiti non sono quello che mostrano in realtà. I loro messaggi, il loro comportamento, le loro ragioni non hanno alcun contenuto.
Le mosse visuali degli autori degli spot pubblicitari hanno lo scopo di mascherare, di "vestire" le forze politiche con alcuni abiti, che non hanno nulla in comune con le loro reali visioni politiche.
Gli spot sono un’impacchettamento … il soggetto politico è presentato come sulla bancarella del mercato. Non è però riconoscibile cosa vi sia dietro queste suggestioni. Nessuno sa quale sia la sua ideologia, che cosa proponga, quali siano i suoi principi ispiratori.
È la crisi di fiducia nei politici, la ragione di questo "mascheramento"?
Secondo me, la ragione è che al momento i principali giocatori nel mercato politico sono titubanti sulla loro identità. Per questo simili messaggi mirano a mascherare questa incertezza ed a proporla in un modo accettabile e digeribile.
In passato era chiaro, avevamo una distinzione fra destra e sinistra. Per l’elettorato tradizionale questo fatto era sufficiente per scegliere chi votare. Attualmente però le cose non stano più così, nello spazio di destra il posto di SDS (Unione delle Forze Democratiche) si divide in almeno 3 soggetti politici – ODS (Forze Democratiche Unite), DSB (Democratici per una forte Bulgaria) e BNS (Unione Popolare Bulgara). Si sono sostituite al genitore (SDS ndr) che aveva un solido supporto elettorale, mentre le loro coalizioni sono abbastanza incerte numericamente per poter dare impressione di una politica unitaria.
Il BSP (Partito Socialista Bulgaro) ha lo stesso problema, collegato al suo elettorato solido. Per la prima volta il partito dovrà mantenere degli impegni, che non combaciano con i suoi adattamenti. Attualmente ha un duplice impegno: da una parte verso l’elettorato tradizionale, dall’altra verso l’Unione Europea. In realtà, probabilmente avrete notato che il referendum per la costituzione europea in Francia ha sancito il rifiuto dell’allargamento, e questo ha subito portato il BSP in avanti di qualche punto percentuale nelle indagini sociologiche.
Il grande problema del NDSV (Movimento Nazionale Simeone Secondo) è che nelle elezioni precedenti ha introdotto sulla scena politica l’ex re ed il suo entourage. Però adesso l’entourage deve diventare partito, un’impresa che non è così velocemente realizzabile.
Perciò per prima volta i partiti devono mostrarsi "coesi" al loro interno per poter nascondere le divisioni. La pubblicità politica deve mostrare una faccia relativamente scollegata dall’aspetto reale.
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Come commenta l’idea dell’ NDSV in merito al lotto elettorale?
Non posso che averne un’opinione negativa. Non si può collegare le motivazioni legate all’andare a votare al gioco d’azzardo. Si va a votare per scegliere chi si vuole al governo, non per vincere una macchina nuova. In una società in transizione, nella quale pesano molti traumi storici, che non riesce ancora a superarli, questo significa una manifestazione di impotenza del governo. Il colpo basso che si è tentato, fuori dalle regole del gioco, in questo caso quello politico, è cinico.
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La classe politica in Bulgaria punta sulla riproduzione dello status quo. Ognuno teme di fare la mossa sbagliata, per questo non prova a fare nessuna mossa in avanti. Si difendono a vicenda. Il tempo che scorre prima delle elezioni si è quasi fermato – non succede nulla. Abbiamo una classe politica spaventata. Spaventata per se stessa, certamente. E da se stessa.
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Nessuno prende di mira il proprio avversario, perfino Ivan Kostov (leader del DSB ed ex primo ministro, ndr) non ha tirato fuori dei bersagli su cui sparare. Qui non parlo di screditare, che è la cosa più brutta in ogni campagna, ma di fatti reali del tipo: qualcuno, con la sue azioni o con la sua inattività, ha rovinato qualcosa.
Perciò anche queste elezioni cominciano ad assomigliare ad una faccenda ristretta ad un circolo, nel quale tutti hanno relazioni molto buone tra di loro e durante i dibattiti si salutano amichevolmente.
Però questo è un guaio per la democrazia nel suo complesso. Parliamo di una democrazia rappresentativa, nella quale si accetta che il Parlamento rappresenti gli altri. Ma quando i rappresentanti entrano in una intesa mediatica e abbandonano quelli che rappresentano, probabilmente è in discussione la democrazia stessa.
* Georgi Lozanov, docente nella facoltà di giornalismo dell’Università di Sofia e nella Nuova Università Bulgara, nonché vice capo-redattore del giornale "Cultura", è il presidente della Coalizione dei Media Bulgari (BMK).