Slavenka Drakulic: verità anche senza Milosevic

”Con Balkan Express” ha raccontato all’Europa quanto stava accadendo nei Balcani, poi il suo "Non farebbero male ad una mosca” ha descritto i profili dei carnefici. Slavenka Drakulic è tra le scrittrici del sud est Europa più conosciute e stimate all’estero. Un’intervista sulla morte di Milosevic

14/03/2006, Redazione -

Slavenka-Drakulic-verita-anche-senza-Milosevic

Slavenka Drakulic

Di Ivana Mikulicin, Jutarnji list, 13 marzo 2006 (tit. orig. Haaski sud i bez Slobodana Milosevica moze dokazati istinu)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Luka Zanoni

Slavenka Drakulic, la scrittrice croata più tradotta al mondo, nel suo lavoro pubblicistico, fra l’altro, si è occupata dei profili degli imputati dell’Aja. Per scrivere il suo libro "Non farebbero male ad una mosca", nel quale descrive i profili dei criminali di guerra, Slavenka Drakulic ha trascorso diversi mesi all’Aja, dove ha presenziato a tutti i processi più importanti.

Con l’autrice, che in vari libri si è occupata con successo delle questioni relative alla guerra e alla pace nei Balcani abbiamo parlato della morte del più grande carnefice dei Balcani.

Può la giustizia essere soddisfatta dal momento che Milosevic è morto senza che venisse condannato? Oppure la morte in carcere in cui Milosevic non ha potuto avere un miglior trattamento medico e una fine umiliante, è forse peggiore della condanna?

La giustizia non può mai essere soddisfatta, eccetto simbolicamente – ma è molto importante indagare i crimini di guerra, condurre i processi e punire i colpevoli perché senza ciò all’uomo non resta nulla tranne la vendetta di sangue. In questo caso, le vittime della politica di Milosevic restano persino senza questa simbolica soddisfazione, il che è terribile.

Se ciò può servire in qualche modo da consolazione per loro, Milosevic è morto in una cella del carcere, solo come un cane, esperendo così da se stesso il destino di molte vittime della sua politica. Tuttavia, a lui arriverà comunque un altro tipo di giustizia, quella storica.

L’obiettivo della sua difesa era quello di dimostrare che il suo ruolo nella storia della Serbia era eroico e che lui aveva difeso il suo paese dalla congiura internazionale.

Adesso questo verrà giudicato da altri, cioè si avvererà proprio quello che Milosevic aveva tentato fortemente di evitare portando avanti la difesa da solo.

Il maggior responsabile dei crimini nei Balcani è sfuggito alla giustizia: quanto questo influirà sulla credibilità e l’importanza del Tribunale dell’Aja nella cui cella è morto Milosevic, mentre Karadzic e Mladic non sono ancora stati estradati?

È mia opinione che il tribunale internazionale, oltre a raggiungere in modo più o meno soddisfacente la giustizia, ha anche un altro ruolo. È provato infatti che fino ad ora è l’unica fonte di verità sulle guerre che ci sono state da noi, che ad ogni nuovo processo emerge pian piano in superficie, ossia arriva all’opinione pubblica.

Non dovete dimenticare che i tribunali di Belgrado, Zagabria o Sarajevo non erano nemmeno interessati né erano pronti a condurre indagini e processi sui propri criminali di guerra. Sarebbe stato di gran lunga più efficace, ma anche molto difficile in una situazione in cui la maggior parte della gente crede ancora che il suo esercito non ha commesso crimini di guerra.

Se il tribunale non avesse avviato i processi, tutti i criminali avrebbero vissuto in pace tra di noi, così come tutt’oggi vivono tanti altri.

Cosa avrebbe potuto significare questa fine per la Serbia e per la sua stabilizzazione politica?

Di questo è difficile parlare, per prima cosa perché non si sa quanto appoggio ha il suo partito politico e se ha la forza di sfruttare la sua morte per fini politici, cosa che comunque tenterà di fare. Ad ogni modo, per i serbi sarebbe stato molto più importante se Milosevic avesse atteso la sentenza. Non solo perché sarebbe finito in carcere, ma perché avrebbe assistito anche ufficialmente, pubblicamente, alla condanna giudiziaria della sua politica nazionalista, d’odio e di guerra.

Sarebbe stata la possibilità di chiarire definitivamente la sua responsabilità per Srebrenica, Sarajevo, Vukovar, Kosovo. In questo modo sembra che questa possibilità sia stata rinviata almeno per un po’ di tempo.

Sulla base di quale sentenza può essere soddisfatta la giustizia rispetto alla Croazia se Milosevic è morto, e Slavo Dokmanovic e Milan Babic si sono condannati da soli?

Questa è una buona domanda… Anche in Croazia ci deve essere una soddisfazione di questo tipo, la conferma che la Serbia ha condotto un’aggressione. Tuttavia, questo verrà dimostrato nonostante la morte di Milosevic. Però la Croazia ha anch’essa dei grossi problemi nel riconoscere i suoi crimini di guerra e scorgere la verità sulla guerra – e di conseguenza anche col Tribunale come istituzione che giudica i suoi "eroi".

Forse sarebbe meglio che non attendessimo che qualcun altro ci lavi i panni sporchi?

Forse siamo abbastanza cresciuti per tentare definitivamente di occuparci da soli di questa cosa?

C’è una qualche ironia della storia nel fatto che Milosevic, così come i maggiori criminali della Seconda guerra mondiale, Hitler (e i suoi più stretti collaboratori Goebbels, Goering), non ha atteso vivo la mano della giustizia?

Potete chiamarla ironia della storia o pura coincidenza, e in alcuni casi semplice codardia, quando parliamo di figure individuali.

Non è facile fare i conti con la giustizia e in modo onorevole stare di fronte al processo e alla condanna. Ma è ancora più pesante confrontarsi con la verità e la giustizia, col proprio ruolo in guerra e con la propria responsabilità a livello di tutta la collettività. Questo è un lavoro faticoso e lungo, che in Croazia è solo all’inizio.

È necessario una grande saggezza e forza politica per questo, ma temo che tutto ciò a noi manchi.

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta