Montenegro: festa per l’indipendenza

Pollice e indice alzati in segno di vittoria, macchine riempite all’inverosimile, a Podgorica esplode la festa del si’. Altissima l’affluenza, oggi i risultati ufficiali

22/05/2006, Luka Zanoni - Podgorica

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15 anni dopo l’inizio della disgregazione della ex Jugoslavia, anche la piccola repubblica del Montenegro ha deciso mediante referendum per la propria indipendenza.
Lasciatosi ormai alle spalle il processo cruento e bellico della separazione delle repubbliche jugoslave, il 21 maggio 2006, i cittadini del montenegro hanno dimostrato tutta la loro maturità politica e civile, fugando il timore che potessero verificarsi incidenti o scontri di piazza. Era questo infatti il timore che tutti avevano, dai giornalisti stranieri agli osservatori internazionali: la possibilità che potessero scoppiare dei disordini durante una decisione così delicata, che vedeva coinvolti in non rari casi membri di una stessa famiglia su posizioni diametralmente opposte, chi per l’unione chi per l’indipendenza.

Qualche minuto dopo le 21.00, ora prevista per la chiusura dei seggi, inizia la diretta con le prime proiezioni sull’affluenza alle urne. Un mega schermo montato su un palco in piazza della Repubblica, la piazza principale di Podgorica, la capitale, trasmette a tutto volume la diretta televisiva dallo studio della Tv montenegrina.

I due istituti indipendenti incaricati di svolgere le proiezioni sono il Centro per la transizione democratica (CDT) e il CEMI (Centro per il monitoraggio) in collaborazione con il belgradese CESiD (Centro per le libere elezioni e la democrazia). L’affluenza è inequivocabilmente alta, oltre il dato dell’85% inizialmente previsto dai sondaggi pre referendum. E mentre la Commissione repubblicana per il referendum presieduta da Frantisek Lipka lentamente inizierà lo spoglio di tutte le schede, alle 21.50 il CDT darà la prima proiezione sul voto: 56.3% a favore dell’indipendenza. Benché il dato non sia ancora ufficiale la gente esulta.

Dietro il palazzo del municipio si accendono ritmicamente i fuochi d’artificio. In piazza poche decine di persone sventolano le bandiere rosse con lo stemma del Montenegro e inneggiano al nuovo stato indipendente. La vera esplosione di gioia dei filoindipendentisti si manifesta duecento metri più in là rispetto a piazza della Repubblica. Lungo il corso che passa davanti alla sede del parlamento un enorme fiume di automobili inizia a strombazzare. Il chiasso è assordante. Macchine stracolme di persone sventolano le lunghe bandiere rosse. Dai bambini agli anziani, tutti sono in preda all’euforia dei festeggiamenti. Poco dopo le 22.00 la prima conferenza stampa del gruppo unionista. Predrag Bulatovic, leader dell’opposizione e del blocco per il mantenimento dell’unione con la Serbia, polemizzando sull’anticipo dei dati degli istituti indipendenti e sullo spettacolo pirotecnico, evidentemente preparato anzitempo dai filo indipendentisti, invita tutti i cittadini a rimanere calmi e tranquilli nelle proprie case ad attendere i risultati ufficiali. Un invito che dalla piazza verrà ampiamente fischiato e che nessuno dei festeggianti è deciso a seguire.

Per le strade la fiumana di persone grida a viva voce "evviva Montenegro". Sul tetto di alcune automobili svetta una gigantografia del premier in carica, Milo Djukanovic, leader del blocco filo indipendenza. La gente per le strade invita fotoreporter e cameramen a riprenderli mentre esultano e baciano la bandiera del Montenegro.

Lungo il corso ci si muove a fatica tra la folla, ma il vero delirio è davanti alla sede del governo. Una massa di persone con le braccia alzate canta e balla sulle note della canzone "Moja ljubavi" (amore mio). Canzone presentata dal gruppo montenegrino "No name" alle selezioni nazionali per il festival della canzone europea "Eurosong", in contrapposizione a quella del gruppo serbo dei "Flamingosi". Una contesa che era sfociata in una polemica tra la Serbia e il Montenegro sul vincitore del festival nazionale, valevole per la qualificazione a quello europeo, e che è costata alla Serbia e Montenegro una squalifica per tre anni per non essere stati in grado di selezionare un partecipante all’"Eurosong". Ora che i due stati sono indipendenti la cosa potrebbe cadere, dal momento che la squalifica era rivolta alla sola Unione SM.

Poco prima della mezzanotte il CDT comunica un altro dato, ridimensionando la distanza tra i due blocchi: 55.3% a favore dell’indipendenza. La folla non sembra accorgersene e imperterrita prosegue le celebrazioni, ma ancora nessuna dichiarazione dei politici indipendentisti.

E’ solo dopo le 2.00 di notte che arriva la comunicazione ufficiale di Milo Djukanovic. Dopo la comunicazione dell’ultimo dato sulla base del 99.7% dei voti, Djukanovic dichiara subito che la manciata di voti che ancora mancano allo scrutinio non saranno in grado di influenzare il risultato definitivo. Il quorum del 55% imposto dall’Unione europea è stato oltreppasato, il premier si congratula con i cittadini che gli hanno dato fiducia e saluta il nuovo corso del Montenegro indipendente, senza mancare di fare gli auguri alla Serbia indipendente.

I dati ufficiali della Commissione referendaria verranno comunicati nella giornata del 22 maggio, mentre gli irriducibili dei festeggiamenti continuano imperterriti per tutta la notte a suonare il clacson delle auto.

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