Il voto di Lipka
Il presidente della Commissione referendaria annuncia i risultati ufficiali del voto in Montenegro. 55,50% voti per il Sì, 44,50% No. Contestazioni da parte del blocco unionista per il voto a Podgorica. Sabato la decisione definitiva
Foto di Marco Vender e Luka Zanoni
Il presidente della Commissione referendaria repubblicana, lo slovacco Frantisek Lipka, ha annunciato questa mattina in conferenza stampa i risultati ufficiali del voto. L’annuncio è arrivato nonostante il disaccordo manifestatosi a livello della Commissione municipale di Podgorica sulle operazioni di voto svoltesi in 37 seggi della capitale, e relative a circa 19.000 schede, come dichiarato dallo stesso Lipka ieri sera presso il Parlamento. I rappresentanti del blocco unionista avevano diramato poche ore prima un duro comunicato nel quale denunciavano irregolarità e chiedevano il riconteggio di tutti i voti. La posizione del blocco unionista non trova spazio questa mattina sui notiziari della televisione montenegrina, ma rappresenta l’apertura di prima pagina del quotidiano Dan: "L’opposizione non riconosce i risultati".
Nella serata di ieri, a 24 ore dalla chiusura dei seggi, l’incertezza sui risultati ufficiali non prometteva nulla di buono. Le Commissioni municipali avrebbero dovuto comunicare a quella referendaria i risultati definitivi entro le 21.00, ma le contestazioni a Podgorica hanno impedito che la scadenza fosse mantenuta. Lipka, dopo una nottata di negoziati, ha deciso questa mattina di sciogliere il nodo gordiano sostituendosi alla Commissione di Podgorica e utilizzando i poteri (c.d. "zlatni glas", voto d’oro) attribuitogli dalla legge.
La partita apertasi è tutta politica, dato che sembra poco probabile che i risultati del voto, considerato regolare dai circa 3.400 osservatori internazionali e locali accreditati, siano in discussione. Secondo Lipka, alcuni membri della Commissione municipale di Podgorica sostengono che le minute, cioè i rapporti sul voto, non sono state fatte in maniera appropriata. Il rappresentante internazionale ha però ricordato che tutti i comitati di seggio erano composti in maniera paritetica da entrambi i blocchi, e i rapporti controfirmati prima di essere presentati al livello superiore (municipale). Resta il fatto che i risultati ufficiali sono stati promulgati d’autorità.
La situazione generale in Montenegro è calma, dopo i festeggiamenti di domenica notte a Podgorica e di ieri a Cetinje, ma la prosecuzione di una situazione di incertezza non era evidentemente auspicabile per nessuno. Nel tardo pomeriggio di ieri, di fronte alla sede del partito Socialista Popolare (unionista), alcuni (pochi) giovani davano voce al proprio risentimento e volontà di rivalsa contro un voto "irregolare" e contro "gli albanesi", che in grande maggioranza hanno votato per l’indipendenza.
Lipka, dopo aver ricordato ai giornalisti che "le regole del referendum erano state accettate dai leader di entrambi i blocchi e sono state rispettate nel corso di tutto il processo elettorale", ha quindi dichiarato questa mattina che 230.711 montenegrini si sono espressi a favore dell’indipendenza, per un totale del 55,50% dei votanti. 184.954 hanno invece scelto l’Unione (44,50%). Per quanto riguarda i seggi contestati a Podgorica, sarebbero relativi a 18.267 voti totali. Di questi, 10.297 sono a favore dell’indipendenza (56,37%), mentre 7.970 per l’Unione (43,63%). I risultati finali di Podgorica sarebbero quindi 60.626 per il Sì (indipendenza) e 52.345 per il No. In tutto il Montenegro hanno votato 419.236 persone, l’86,49% degli aventi diritto (484.718).
Per l’annuncio dei risultati definitivi, la Commissione repubblicana deve ora attendere tre giorni per ricevere eventuali contestazioni, cui avrà 24 ore per rispondere. Sabato sarà quindi dichiarato ufficialmente il risultato del referendum. Dopo questo termine si aprirà per la piccola repubblica adriatica la strada del riconoscimento internazionale. L’attesa sotto questo profilo riguarda soprattutto due capitali. Come ha dichiarato il presidente montenegrino Filip Vujanovic, il primo atto dopo la proclamazione dei risultati ufficiali sarà lo stabilimento di relazioni con Bruxelles e con Belgrado. La presidenza di turno dell’Unione europea, austriaca, ha già dichiarato di considerare regolare l’andamento della consultazione e, nonostante la cautela sin qui dimostrata, da Bruxelles non dovrebbero giungere sorprese. Scarsi invece i commenti da Belgrado. L’ex vice premier, Miroljub Labus, ha dichiarato che il governo serbo dovrebbe essere il primo a riconoscere l’indipendenza. Il ministro degli Affari Esteri dell’Unione, Vuk Draskovic, dopo essersi congratulato con i montenegrini per il voto, ha colto l’occasione per tornare su un suo vecchio cavallo di battaglia: "Questo momento storico rappresenta un’opportunità per restaurare la monarchia in Serbia". Dal premier Kostunica, tuttavia, per ora nessuna dichiarazione.
Il referendum sull’indipendenza del Montenegro ha rappresentato un grande successo in termini di partecipazione democratica, con un’affluenza altissima e praticamente nessun incidente. La società montenegrina è tuttavia profondamente divisa, come dimostrano i risultati della consultazione. La separazione non consensuale è stata sin qui affrontata in maniera non violenta, l’augurio e’ che anche i prossimi giorni confermino questo andamento.