Macedonia: TV nazionale al collasso
La radio e televisione macedone arranca. Tra debiti, conflittualità tra dirigenza e lavoratori e indeterminatezza giuridica. Dalla politica si aspettano soluzioni che tardano ad arrivare. Nonostante le promesse
Dopo un prolungato periodo di crisi i dipendenti della Radio e televisione macedone (MRT) hanno deciso, la scorsa settimana, di scioperare. Ciononostante per ora la programmazione procede, ma non si sa fino a quando.
I dipendenti chiedono che vengano al più presto pagati salari, rimborsi spese e assistenza sociale e pensionistica non corrisposti da mesi. Dopo molteplici ultimatum gran parte dello staff, sono circa 1000 i dipendenti dell’MRT, ha deciso di astenersi dal posto di lavoro.
I sindacati hanno costituito un comitato di sciopero che oltre alle richieste finanziarie sta anche spingendo per le dimissioni di Gordana Stosic, direttrice del servizio pubblico macedone.
"Chiediamo che si dimetta immediatamente, la riteniamo responsabile per questi 4 anni di distruzione del servizio pubblico", ha dichiarato Vangel Bozinovski, a capo del comitato.
La Radio e televisione macedone trascina con sé un debito di circa 10,5 milioni di euro. Si ritiene che almeno metà di quest’ultimo sia stato accumulato durante gli ultimi 4 anni di gestione, durante la direzione di Gordana Stosic. I debiti nei confronti dei dipendenti ammonterebbero a circa mezzo milione di euro.
MRT ha ereditato dal passato socialista un problema di inefficenza e troppo personale e sino ad ora nessun governo è riuscito – o ha avuto il coraggio – di risolverlo. MRT ha sede in uno degli edifici più grandi di Skopje. Ma MRT è obbligata ad affitarne la gran parte. Il numero di dipendenti supera di gran lunga quello di qualsiasi altro canale TV privato ma, purtroppo, non avviene lo stesso per quanto riguarda la produzione.
Sino ad ora MRT è stata finanziata con una tassa mensile (e molto impopolare) di 5-6 euro. In molti ora si rifiutano di pagarla ritenendo che, in cambio, si riceva ben poco. Tra l’altro tutti devono pagare, anche chi non ha in casa alcun apparecchio televisivo.
La programmazione di MRT è effettivamente scarsa e, con la liberalizzazione avvenuta in campo televisivo, la maggior parte dei cittadini guarda i canali TV privati, tra l’altro gratuiti.
La lunga battaglia sul canone è terminata qualche anno fa a favore della MRT quando la Suprema corte macedone ha emesso una sentenza nella quale si ribadiva l’obbligo per i cittadini di pagare il canone, equiparato a qualsiasi altra tassa. Per garantirne la raccolta lo si è collegato al pagamento della bolletta elettrica. Pagando quest’ultima si pagava contemporaneamente anche il canone TV. Il sistema è funzionato sino a poco fa quando l’azienda elettrica nazionale ESM è stata privatizzata e venduta ad una multinazionale austriaca. La prima cosa fatta dai nuovi proprietari è stato dichiarare che tramite le bollette i cittadini non dovevano pagare più anche il canone TV. E MRT è stata lasciata sola ad arrangiarsi con le riscossioni.
Un duro colpo. Di fatto i soldi non sono più arrivati. I contribuenti, mentre prima temevano un taglio dell’energia elettrica nel caso non avessero pagato il canone TV ora hanno molti meno timori nei confronti dell’MRT che, per farsi pagare, può solo portare l’eventuale moroso davanti ad un giudice. Con un procedimento che durerebbe anni.
In seguito alla richiesta di sue dimissioni la direttrice Stosic si è affrettata a darle il primo giorno di sciopero. Ma il problema è che non sapeva a chi consegnarle. E’ stata infatti nominata dal Parlamento, secondo quanto prevedeva la precedente normativa, ora riformata. Secondo quella nuova dovrebbe rendere conto al consiglio d’amministrazione dell’MRT, ma quest’ultimo le ha respinte sottolineando di non poterle accettare perché è stato il Parlamento a nominarla e dev’essere quest’ultimo a decidere.
"La signora Stosic è stata nominata dal Parlamento, e deve rispondere esclusivamente a quest’ultimo" ha dichiarato il vice-presidente del consiglio d’amministrazione dell’MRT Vanco Kosturski.
Già una volta, lo scorso febbraio, la Stosic aveva provato a dimettersi inoltrando le proprie dimissioni al Parlamento che però aveva rimandato queste ultime al mittente sottolineando che avrebbe dovuto rivolgersi al consiglio di amministrazione.
Sembra che alla Stosic per ora non rimanga che continuare il proprio lavoro in attesa venga nominato un nuovo consiglio d’amministrazione in base alle direttive della nuova legge.
Alcuni media hanno accusato l’attuale direttrice di approfittare di questo vuoto legislativo per licenziare persone che hanno aderito allo sciopero. Infatti ha licenziato un dipendente della Radio nazionale per aver anticipatamente terminato una trasmissione di cui era responsabile, il primo giorno di sciopero; ne ha poi licenziato un altro per aver indossato una spilla con la scritta "Sciopero per la dignità" durante uno show televisivo. Anche alcuni altri sono rimasti senza lavoro. Il sindacato dei lavoratori dell’MRT ha denunciato che è illegale licenziare personale che è in sciopero.
Nel frattempo lo sciopero continua e attualmente sono in corso contrattazioni tra il comitato degli scioperanti e il consiglio d’amministrazione. Sono state fatte alcune concessioni ed ai lavoratori è stata già versata una parte (minima) degli arretrati. Questi ultimi però non sembrano disposti ad accettare promesse dal consiglio d’amministrazione senza adeguate garanzie.
"Ci è stato offerto il pagamento degli arretrati in 9 rate, ma non ci è stata data alcuna garanzia che questo avverrà effettivamente, e quindi non abbiamo accettato", ha affermato il portavoce degli scioperanti, Aleksandar Angelovski.
Gli scioperanti hanno inoltre richiesto al consiglio d’amministrazione 20 minuti a disposizione per ogni ora di trasmissione durante i quali spiegare ai telespettatori cosa stesse avvenendo. Il consiglio d’amministrazione non ha accettato la proposta. Per ora lo sciopero prosegue in modo più tradizionale: raduni ogni giorno di fronte all’entrata del palazzo della MRT e conferenze stampa.
Il comitato degli scioperanti ha anche recentemente incontrato il nuovo presidente del Parlamento, Ljubisha Georgievski, al quale ha presentato le proprie richieste e proposte. Quest’ultimo ha promesso attenzione da parte del nuovo governo. Attualmente il Paese è nella fase di passaggio tra un governo e l’altro e quest’ultimo dovrebbe insediarsi entro la fine del mese. Georgievski ha promesso che la questione MRT sarà all’ordine del giorno della prima riunione del nuovo governo.
Senza un intervento finanziario diretto del governo è chiaro che MRT non potrà tener fede ai propri impegni. Ma dovrà aspettare che il nuovo governo si insedi per capire cosa ha intenzione di fare. Quello uscente inviò i propri ispettori delle finanze per controllare la gestione finanziaria di MRT …
"La situazione in seno a MRT è sotto qualsiasi criterio dignitoso, e da un bel pò di tempo" ha affermato un dipendente "il gruppo dirigenziale si è dimostrato del tutto incompetente. Tutti facciamo il nostro lavoro, tutti adempiono ai compiti assegnati. Ma non i dirigenti".
Un recente rapporto da parte di Freedom House colloca la Macedonia tra i Paesi con un sistema dell’informazione "solo parzialmente libero", al 107esimo posto in un’ipotetica classifica mondiale. All’ultimo posto tra i Paesi dell’ex Jugoslavia.
Alcune ragioni sono da trovare nelle pressioni politiche sui giornalisti, nell’approccio sempre filo-governativo dell’MRT e nell’autocensura alla quale si adeguano i giornalisti per paura di perdere il lavoro.
Lo stato di salute dell’MRT è grave. Forse ora più che mai.