Vacanze amare sulla costa adriatica

Un bilancio della stagione turistica in Croazia: presenze in continua ascesa, ma in aumento anche gli incidenti a sfondo etnico, sessuale, religioso. L’intolleranza dei media. La cronaca dal nostro corrispondente

21/09/2006, Drago Hedl - Osijek

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Hvar

Mentre gli alberghi adriatici e gli affittacamere in Dalmazia con molta soddisfazione fanno la conta dei risultati turistici di quest’anno, affermando che il numero dei turisti e le entrate che hanno realizzato nei primi sette mesi del 2006 superano del quattro per cento quelle dell’anno scorso, la polizia, con un po’ meno entusiasmo, redige dei rapporti per niente incoraggianti che, quando saranno sistemati ed elaborati – con l’aumento del numero degli incidenti – probabilmente supereranno le cifre ottimistiche relative ad un altro anno ben riuscito del turismo croato. La polizia infatti sta sistemando i dati sugli attacchi contro gli stranieri, sugli avvenimenti spiacevoli che nei mesi passati hanno riempito le cronache nere delle pagine dei giornali e che – quando si trovano raccolti in un solo luogo – non fanno onore al paese che si vanta della sua ospitalità e sicurezza. E che invita i turisti a visitarlo come una delle mete più sicure.

Quello che in modo particolare preoccupa gli operatori turistici è il fatto che la maggior parte degli attacchi contro gli stranieri non era basata su furti o svaligiamenti, ma su diverse forme di intolleranza verso il loro orientamento sessuale o religioso. Furti, borseggi o scassi delle auto, sono cose che i turisti incontrano ovunque nel mondo, ma quando in un paese vengono aggrediti soltanto perché sono omosessuali o perché appartengono ad un’altra religione, le cose assumono delle dimensioni molto più spiacevoli.

Questa estate il peggio è capitato ad un gruppo di omosessuali britannici arrivati tramite l’Happy Gay Holiday sull’isola adriatica di Hvar, dove sono stati aggrediti da un gruppo di ragazzi del posto che sono riusciti a sfuggire alla polizia. Un brutto ruolo l’ha giocato anche una parte dei media croati, che in modo scandaloso ha annunciato il loro arrivo e il luogo dove si sarebbero sistemati, pubblicando poi articoli sugli omosessuali pieni di un linguaggio provocatorio: "Sfrenati e nudi davanti alla chiesa" oppure "Le immagini di sfrenati gay party hanno provocato delle reazioni indesiderate!" E, nonostante non ci siano state persone nude e sfrenate davanti alla chiesa, gli articoli dei giornali hanno raggiunto il loro scopo.

Viktor Ivancic, redattore del settimanale "Feral Tribune", dice che questa retorica verso gli omosessuali gli ricorda il periodo della guerra, quando una parte dei media croati era sommersa dal linguaggio dell’odio: "E’ proprio incredibile come in fretta e in modo facile si possa rimettere in azione la macchina dei media istigatori di guerra, basta solo fornirla di un carburante adeguato. Il ritmo e la metodologia del suo lavoro è del tutto uguale a quella del periodo dello stato di guerra: localizzazione del nemico, diffamazione, inventarsi il crimine e attendere un ‘autore sconosciuto’ che darà una notizia giornalistica ancora più grande".

Ma è andata male anche alle sei cittadine spagnole che facevano il bagno nude su una spiaggia a Spalato e a quanto pare – secondo le affermazioni degli abitanti – si comportavano in modo non adeguato e sfrenato. La cosa strana è che questo comportamento, se c’è veramente stato, non è stato denunciato alla polizia, ma due abitanti locali sono andati a fare i conti con le ragazze, schiaffeggiandole e prendendole a calci nel sedere. Alla fine comunque è arrivata la polizia e, a causa delle infrazioni, le spagnole e i due abitanti sono finiti davanti al giudice e tutti sono stati puniti con una multa. Le spagnole amareggiate hanno lasciato la Croazia dicendo che non torneranno mai più in questo paese.

All’inizio della stagione turistica di quest’anno, vicino a Spalato, è stato picchiato in modo brutale un fotografo olandese. E’ stato aggredito da quattro ragazzi locali mentre fotografava il panorama circostante, ma loro hanno pensato che si trattasse di un pedofilo che stava fotografando i bambini sulla spiaggia. La cosa interessante è che nemmeno loro hanno pensato – se si trattava veramente di un pedofilo (e dopo il sopralluogo della polizia sono state smentite queste affermazioni) – di chiamare la polizia ma hanno deciso da soli di affrontare l’uomo che credevano stesse fotografando i bambini che facevano il bagno nudi.

Di questi e simili esempi se ne potrebbero elencare ancora. Un po’ meglio è andata ad un giovane turco che era entrato in una chiesa cattolica durante la cerimonia della comunione, e così anche lui si era messo in fila per ricevere la comunione dal sacerdote. Quando ha ricevuto l’ostia l’ha tirata fuori dalla bocca per vedere di cosa si trattasse, e la cosa ha fatto infuriare i credenti che l’hanno fermato e hanno chiamato la polizia. Nonostante il fatto che anche il sacerdote, che dava la comunione, avesse detto che era ovvio che il ragazzo non l’aveva fatto per provocare, ma che semplicemente non sapeva di cosa si trattasse, è stato portato in polizia ed ha preso una multa per aver disturbato l’ordine e la quiete pubblica.

Molti giornali belgradesi quest’estate avevano pubblicato alcuni annunci sui quali venivano offerte targhe croate false con "ottime calamite italiane", che in modo facile e semplice si possono applicare sulle targhe esistenti delle auto. L’offerta veniva pubblicizzata come "viaggiate in modo sicuro in Croazia" oppure "passate un’estate serena sull’Adriatico", offrendo ai turisti della Serbia di coprire semplicemente con le targhe croate false quelle serbe originali appena passata la frontiera e entrare così in Croazia. Alcuni turisti serbi, quando lasciavano le loro macchine con le targhe di Belgrado, Kragujevac, Novi Sad o di qualche altro luogo al parcheggio in qualche località turistica croata, erano capaci di ritrovarsi le gomme bucate o la macchina danneggiata.

"Ci dispiace tanto che ci siano stati molti più incidenti quest’anno rispetto gli anni precedenti", dice un operatore di una famosa agenzia turistica che ha preferito rimanere anonimo. "Noi facciamo di tutto per attirare molti turisti sull’Adriatico, e poi questi incidenti ci rovinano gli affari. Quando di tutto ciò iniziano a scrivere i giornali stranieri, si crea una brutta immagine della Croazia e sicuramente farà sì che i turisti di quei luoghi inizieranno ad evitarci. Ma quando si sa che nei primi sette mesi di quest’anno in Croazia ci sono stati 4,7 milioni di turisti stranieri, allora possiamo dire che si tratta di casi isolati, e non di un fenomeno diffuso".

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