Via libera all’arresto di Glavas

La Croazia affronta i crimini dei propri generali: la commissione parlamentare per le immunità decide per l’arresto di Branimir Glavas, ex uomo forte dell’HDZ accusato di torture e omicidi commessi contro i serbi di Osijek nel 1991. Gli sviluppi della vicenda nel resoconto del nostro corrispondente

26/10/2006, Drago Hedl - Osijek

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Branimir Glavas sarà il primo parlamentare croato che passerà direttamente dai banchi del parlamento al carcere. Così ha deciso, lunedì scorso, la commissione parlamentare competente per l’abolizione dell’immunità dei parlamentari. Glavas, fino all’anno scorso uno degli uomini più potenti della politica croata, in questo modo si troverà in prigione con l’accusa di aver commesso gravi crimini di guerra.

Il suo destino sembra sia stato deciso dalla testimonianza dei sei membri di una formazione militare, chiamata Compagnia indipendente degli uscocchi (SUS), che operava a Osijek e che si considera responsabile dei brutali omicidi dei civili serbi avvenuti nel 1991. Questa unità si trovava nella via Dubrovacka di Osijek, distante meno di un chilometro dalla piazza centrale della città . Nella cantina di questa casa venivano portati i civili che venivano interrogati, torturati, maltrattati e che dopo, con le mani legate dal fil di ferro e un nastro adesivo sulla bocca, venivano portati sul fiume Drava dove venivano uccisi con una pallottola in testa.

I sei membri di questo battaglione, fra i quali c’era anche una donna, sono stati arrestati la settimana scorsa a Osijek con il sospetto di aver partecipato a questi omicidi. Loro, come viene saputo in modo non ufficiale, hanno accusato Glavas di aver ordinato questi crimini. Sembra che le accuse più gravi provengano dalla sua ex segretaria, Gordana Getos Magdic, che ha accusato Glavas di averle dato gli ordini su chi doveva essere arrestato e ucciso. Lei avrebbe poi riportato questi ordini verbali agli altri, incaricati delle uccisioni. Anche l’ex segretaria di Glavas è fra i sospettati e anche a lei, come agli altri cinque membri della unità menzionata, è già stato ordinato un mese di carcere.

Contro Branimir Glavas, generale dell’esercito croato in pensione e comandante della difesa di Osijek, la città a nord est della Croazia che all’inizio della guerra in ex Jugoslavia si era trovata sotto i forti attacchi dell’Esercito popolare jugoslavo e delle formazioni paramilitari serbe, si sta già conducendo un processo istruttorio per crimini di guerra. Nel mese di maggio dell’anno scorso Krunoslav Fehir, membro dell’unita comandata direttamente da Glavas, ha accusato Glavas di aver ordinato l’uccisione dei civili che venivano portati e torturati nei garage, che si trovavano direttamente accanto al suo ufficio di guerra. Fehir, che ha ammesso di aver eseguito gli ordini di Glavas e di essersi pentito per quello che ha fatto, è il secondo accusato nel processo istruttorio ad essere contro Glavas. Le torture nei garage erano particolarmente crudeli – dopo essere state picchiate, le persone arrestate venivano costrette a bere l’acido degli accumulatori delle automobili, causa della morte del 64enne Cedomir Vuckovic.

L’indagine sulle uccisioni nei garage è in corso da un anno, ma per tutto questo tempo Glavas è rimasto in libertà. Quando è apparso chiaro che i testimoni, davanti al giudice istruttore, cambiavano drasticamente le dichiarazioni precedentemente rilasciate alla polizia, e quando alcuni di loro si sono lamentati di essere stati minacciati da alcuni uomini vicini a Glavas – i suoi amici di guerra – la Procura di Stato ha chiesto l’arresto di Glavas. Ma il giudice istruttore del Tribunale distrettuale di Zagabria, Zdenko Posavec, ha respinto questa richiesta ben tre volte. Ha detto che non esistono prove che dietro queste minacce c’è proprio Glavas.

Quando il giudice istruttore Posavec ha respinto per la terza volta l’arresto di Glavas, il consiglio, composto da tre giudici col compito di analizzare il ricorso presentato dalla Procura, gli ha chiesto di spiegare la sua decisione chiedendo di analizzare attentamente tutte le prove che la polizia ha presentato. Dopo di che il giudice Posavec ha preso la decisione di arrestarlo.

Così, davanti alla commissione parlamentare che decide di togliere l’immunità al rappresentante, si sono trovate contemporaneamente due richieste: una da parte del procuratore di Osijek e l’altra proposta dal giudice istruttore.

La Costituzione croata è poco chiara nel definire se il Parlamento debba, dopo aver tolto l’immunità al deputato, decidere anche sulla richiesta del suo arresto. E’ prevalsa l’opinione che la procedura sia proprio questa. A Glavas, già nel mese di maggio di quest’anno, è stata tolta l’immunità, ma quando lunedì 23 ottobre il giudice istruttore ha chiesto il suo arresto, si è dovuto decidere di nuovo che cosa fare. E’ successo che lo stesso giorno è giunta anche da Osijek la richiesta, a causa di nuovi fatti relativi alla sua partecipazione in crimini di guerra, così la commissione parlamentare ha deciso di accontentare la richiesta di arresto, ma quella giunta da Osijek. I membri della commissione credevano dunque che la seconda richiesta non fosse legale, perché il giudice che ha chiesto l’arresto non ha chiesto l’accordo per l’arresto di Glavas, ma ha preso da solo questa decisione. Nella confusione procedurale che si è creata, è stata comunque presa la decisione che Glavas vada in prigione.

La decisione finale sull’arresto di Glavas deve essere presa dal Parlamento, ma quando il Parlamento non si riunisce, come è successo adesso, alla commissione spetta la responsabilità di togliere l’immunità. Il Parlamento, che si riunirà soltanto l’8 novembre, difficilmente cambierà la decisione presa perché ciò provocherebbe una figuraccia per il paese che aspira ad entrare nell’Unione europea. Il premier Sanader, il cui partito, Unione democratica croata (HDZ) controlla la maggioranza parlamentare, non se la può permettere.

"Ho a che fare con gli omicidi sulla Drava tanto quanto vi a che fare il defunto cardinale Franjo Kuharic", ha detto Glavas nel suo solito stile, paragonando la propria innocenza con l’innocenza del primo uomo della Chiesa cattolica in Croazia del periodo della guerra. In molti hanno trovato questo paragone estremamente inopportuno.

Il possibile arrivo di Glavas nel carcere di Osijek in questo modo creerà una situazione del tutto insolita – vi si troverà con le persone che lo accusano di aver ordinato gli omicidi dei civili che hanno concluso la loro vita sulla sponda della Drava. Là, in contatto con loro, probabilmente potrà influenzarli a cambiare le loro dichiarazioni. Proprio per evitare questa possibilità il giudice di Zagabria ha chiesto il suo arresto. Per non influenzare i testimoni, in quel primo processo dove lo si accusa pur sempre per crimini di guerra.

Branimir Glavas è stato condotto la sera del 26 ottobre nel carcere Remetinac di Zagabria, ndr

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