Il ritorno della Bulgaria in Europa
Febbre immobiliare e corsa ai consumi per il raggiunto traguardo europeo, ma gli analisti sostengono che dopo l’euforia arriveranno le difficoltà. Il nuovo commissario alla tutela dei consumatori, Meglena Kuneva
La Bulgaria ha celebrato il primo gennaio il suo ingresso nell’Unione Europea sulle note dell’"Inno alla Gioia". La bandiera dell’Ue è stata innalzata sul monumento al milite ignoto nel centro di Sofia, alla presenza del commissario per l’Allargamento Olli Rehn, del presidente del Parlamento europeo Josep Borell e del ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmeier.
I commentatori locali hanno sottolineato che i decenni del regime e della cortina di ferro avevano tagliato la Bulgaria fuori dall’Europa, e in questo senso l’ingresso nell’Ue rappresenta un vero ritorno per il paese.
Dal primo gennaio i cittadini bulgari possono entrare nelle vicine Grecia e Romania mostrando solo la carta d’identità. Molti rumeni hanno approfittato della nuova libertà di movimento per recarsi a Ruse, città sul confine danubiano, per fare shopping nei supermercati bulgari, dove i prezzi sono più bassi.
Solidarietà con le infermiere in Libia
Dopo aver inserito una sagoma della Bulgaria sulla nuova mappa d’Europa, durante la festa di Capodanno in piazza Batemberg a Sofia, il premier Sergei Stanishev ha mostrato lo striscione "Liberate le infermiere bulgare in Libia" e il logo della campagna "You are not alone" in lingua bulgara e inglese. Tutti i politici, cantanti, attori e molti cittadini avevano indossato il nastro col tricolore bulgaro, per esprimere la propria solidarietà contro l’ingiusta sentenza di morte a cui sono state recentemente condannate le connazionali.
Città e campagna
Con l’Ue alle porte, a Sofia, nelle grandi città e nelle località turistiche c’è stato un vero boom immobiliare. Il prezzo di un metro quadro, nel centro di Sofia, ha superato i 1.000 euro. I bulgari sembrano in preda alla febbre degli immobili, in attesa di investitori dall’Europa occidentale, che dovrebbero acquistare appartamenti, negozi e ville. "Dicembre è in generale un mese molto buono, ma non ho mai visto una tale frenesia", ha dichiarato a Standart un agente immobiliare. In questo periodo sono stati conclusi nella capitale 1.000-1.200 contratti al giorno. In attesa del rialzo dei prezzi, c’è stata anche una corsa agli acquisti nei negozi e supermercati. Nelle grandi città si è materializzata la società dei consumi…
Nelle campagne invece, la situazione è drasticamente diversa, con alti livelli di disoccupazione, mancanza di prospettive e fragilità sociale. I pensionati nei piccoli centri continuano a sopravvivere con 40-50 euro di pensione al mese e un’agricoltura di sussistenza. Molti paesi si sono svuotati con l’emigrazione dei giovani verso le grandi città o all’estero. La diaspora bulgara è divenuto un vero salvagente per l’economia del paese. Le rimesse, secondo le statistiche ufficiali, hanno raggiunto gli 1,516 miliardi di leva nel 2004, ossia il 4% del PIL. Secondo la Camera di commercio, invece, la cifra delle rimesse raggiungerebbe addirittura i 3 miliardi di leva (1,5 miliardi di euro).
Rakiya e politica
Dal primo gennaio queste persone hanno paura che gli venga sottratta anche la loro più cara consolazione, la "rakiya" fatta in casa, la tipica grappa dei Balcani. Le direttive di Bruxelles, infatti, obbligano le autorità locali a tassare la produzione di "rakiya": 2,20 leva al litro fino a un tetto di 30 litri, 4,40 per ogni litro eccedente questa soglia. La "rakiya" diventerà quindi un prodotto di lusso, e molti si preparano a produrla di nascosto per evitare di pagare le tasse.
Molti analisti prevedono serie difficoltà sociali e politiche per Bulgaria e Romania dopo l’euforia iniziale per l’ingresso nell’Unione. Il consenso politico necessario per raggiungere questo obiettivo scomparirà da qui in avanti, e presto provocherà instabilità, ha commentato Jean-Michel des Veil, professore di scienze politiche ed esperto di Europa orientale alla Brussels Free University.
L’attuale governo bulgaro, formato dopo le elezioni dell’estate 2005 da una coalizione tripartita, composta da Partito Socialista, dal Movimento per le Libertà e i Diritti (DPS) e dal Movimento Nazionale per Simeone Secondo (NDSV), rischia di scollarsi dopo aver raggiunto l’obiettivo europeo. I problemi sociali verranno invece provocati dalla impreparazione del paese all’ingresso nell’Unione. Gli analisti mettono in risalto che il salario minimo in Bulgaria è di 92 euro, ma d’altra parte non sottovalutano la crescita degli investimenti stranieri e la forte crescita economica. La Bulgaria attrae investimenti a causa del basso costo della manodopera, e i salari bassi sono probabilmente l’unico fattore grazie al quale la Bulgaria è veramente competitiva rispetto agli altri paesi dell’Ue. Ma fino a che punto questo è un fattore positivo?
La Bulgaria, cavallo di Troia della Russia nell’Unione?
Nonostante il suo ingresso nell’Ue, secondo molti commentatori la Bulgaria rimane nella sfera di influenza russa. "L’energia nel 2006 sotto il segno della Russia", ha scritto Dnevnik. Secondo il quotidiano, la Bulgaria si è legata a doppio filo con la politica energetica russa, visto che da una parte la "Atomstroyexport", proprietà della "Gazprom", costruirà i reattori della nuova centrale nucleare di Belene, mentre dall’altra, poco prima di Natale, la stessa "Gazprom" ha rinegoziato a suo vantaggio il contratto per la fornitura e il transito di gas naturale per e attraverso la Bulgaria. Il nuovo contratto, della durata di 25 anni, ha costi superiori per la Bulgaria, e il prezzo del gas dovrebbe aumentare del 45% entro il 2012. Già nel 2007, secondo Milko Kovachev, ex ministro dell’Energia, il gas aumenterà del 17%. I dettagli del contratto con "Gazprom" sono rimasti segreti. Alcuni media russi hanno scritto che la Bulgaria sarà, in senso positivo, il "cavallo di Troia" della Russia nell’Ue. Non si riesce a capire, però, quale possa essere il senso positivo di tale espressione…
Meglena Kuneva, "donna di Vitruvio" o "Yes-woman"?
Meglena Kuneva, 49 anni, dal primo gennaio è il nuovo commissario Europeo della Bulgaria. Si occuperà del delicato settore della Tutela dei consumatori. Il settimanale Kapital l’ha definita "la donna di Vitruvio", dopo che la Kuneva ha dichiarato che la sua politica sarà ispirata all’"uomo di Vitruvio" di Leonardo da Vinci, e sarà volta a mettere il consumatore "al centro dell’Universo". Ma chi è Meglena Kuneva?
Il suo curriculum non è eccezionale. Laureata in legge, poi assistente nella facoltà di giurisprudenza dell’Università di Sofia, una breve esperienza come giornalista nella radio, infine consigliera dell’Esecutivo. La svolta avviene nel 2001 quando, sull’onda dell’imprevista vittoria elettorale dell’ex monarca Simeon Saxecoburggotski, arriva sui banchi del Parlamento. Nominata prima vice-ministro degli Esteri e capo negoziatore per l’adesione all’Ue, e nel 2002 ministro degli Affari europei, si trasforma da illustre sconosciuta a unico volto costantemente legato alle procedure di adesione, unico ministro a mantenere la carica dopo le elezioni del 2005 e il cambio dell’esecutivo. La Kuneva è riuscita ha costruirsi un’immagine di negoziatrice dinamica e capace. Dai critici però è stata ribattezzata "Yes-woman", perché non avrebbe fatto altro che accettare passivamente tutte le richieste di Bruxelles. "Non ho colto nessun elemento di iniziativa personale", è stato il commento di un eurodeputato danese dopo l’intervento con cui la Kuneva ha presentato la sua candidatura a commissario, commento poi ripreso dal settimanale Kapital. Secondo altri eurodeputati, la Kuneva ha utilizzato troppi cliché nel suo discorso, utilizzando il vocabolario dei burocrati europei, un vocabolario largamente incomprensibile per il cittadino bulgaro medio.
Un altro dato importante riguardo alla Kuneva è la sua provenienza da quella che viene definita la "nomenklatura rossa". E’ infatti la nuora di Ivan Prumov, membro a suo tempo del Comitato centrale del Partito comunista bulgaro. Il suo salario come eurocommissario, che ammonterà a 18.000 euro, è una vera fortuna per gli standard bulgari. Ma la Kuneva è soltanto uno dei tanti esempi di rappresentanti della nomenklatura che hanno fatto fortuna, che continuano a dominare negli affari e alcuni dei quali sono adesso a Bruxelles.
La Kuneva diventa commissario grazie al "no" francese e olandese alla nuova costituzione europea, che prevedeva l’abolizione del sistema che vuole un commissario per ogni stato membro. Nei prossimi mesi a Bruxelles, e soprattutto in Bulgaria, ci si renderà conto se questa è stata una fortuna, se Melena Kuneva è la persona giusta al posto giusto, o se invece sarà soltanto l’ennesimo burocrate comunitario.