Serbia: nuovo parlamento, vecchi problemi

La scorsa settimana è stato formato il nuovo parlamento serbo sulla base dei seggi ottenuti dai rispettivi partiti durante le elezioni di gennaio. All’ordine del giorno il Kosovo e l’adozione di una nuova risoluzione che rigetta il piano Ahtisaari

20/02/2007, Danijela Nenadić - Belgrado

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Marco Vender - Il Parlamento serbo

Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak

Alla seduta tenutasi il 14 febbraio presso la Camera del parlamento è stata costituita la nuova composizione del Parlamento della Repubblica della Serbia. La prima seduta del parlamento alla quale erano presenti tutti i neo eletti deputati è stata interamente dedicata alla discussione del processo negoziale sul futuro status del Kosovo e della proposta dell’inviato speciale Martti Ahtisaari che è stato presentato ai team negoziali di Belgrado e di Pristina all’inizio di febbraio. Dopo una seduta di svariate ore è stata accolta la nuova Risoluzione sul Kosovo con la quale il team negoziale della Serbia parteciperà agli imminenti negoziati di Vienna.

L’opinione pubblica locale non dimenticherà facilmente questa seduta costitutiva. In base al regolamento, la presidenza della seduta è tenuta dal deputato più anziano, in questo caso, da Borka Vucic del Partito socialista della Serbia (SPS), con l’assistenza dei quattro deputati più giovani della composizione parlamentare. La deputata ottantaduenne è conosciuta come "la banchiera personale" di Milosevic, presidentessa della Banca di Belgrado, una delle figure di spicco del regime autoritario degli anni ’90.

Nelle numerose reazioni, la maggior parte degli analisti ha sottolineato che la presidenza di Borka Vucic susciterà una nuova ondata di delusioni e di frustrazioni tra l’elettorato democratico, e che, insieme alla vergognosa sentenza per l’assassinio sulla statale di Ibar, ricorderà all’opinione pubblica locale che il regime di Milosevic non è ancora stato demolito. L’insoddisfazione, a quanto pare, durerà, perché ci si aspetta che Borka Vucic continui a svolgere la funzione di presidente del parlamento ancora per un po’ di tempo, dato che non ci sono indizi su una imminente formazione del governo.

E mentre la Serbia si trova in un certo vacuum, senza governo, senza finanziaria, senza ministri e ministeri, senza la divisione delle responsabilità, la prima seduta del parlamento mostra che i politici continuano a vivere questa istituzione come un circo. I deputati del Partito radicale serbo hanno sfruttato anche questa occasione per promuovere la propria linea di moda primavera/estate 2007, così negli spazi del club dei deputati poco prima dell’inizio della seduta sopra i vestiti che indossavano quando sono arrivati in parlamento, si sono messi le magliette della nuova collezione "Seselj, eroe serbo", con le quali sono rimasti fino alla fine della seduta.

I deputati del G17 plus già tradizionalmente portano le spille della Serbia e dell’Unione europea, cosa che, a giudicare dal comportamento dei funzionari pubblici belgradesi, è il passo più vicino che il paese nel prossimo futuro compierà, almeno per quanto riguarda l’integrazione europea. Ma affinché fosse tutto in linea con la Costituzione e le leggi, la presidentessa Vucic all’inizio della seduta ha augurato ai deputati una buona fortuna per il loro lavoro e ha pregato i membri della Commissione del Parlamento della Serbia di confermare i seggi dei deputati eletti.

La Commissione, composta da Vjerica Radeta, del Partito radicale serbo (SRS), Nenad Konstantinovic, Partito democratico (DS), Milica Radovic, Coalizione tra il Partito democratico della Serbia e Nova Srbija (DSS- NS), ha constatato che i certificati che i deputati hanno sottoposto all’esame corrispondono ai certificati forniti dalla Commissione elettorale della repubblica, con cui sono stati verificati i seggi di tutti i deputati. La nuova composizione del parlamento, per adesso è formata da sette gruppi di deputati. Diritto di cui hanno goduto il Partito radicale serbo, il Partito democratico, la Coalizione Partito democratico della Serbia-Nova Srbija, il Partito socialista della Serbia, G17 plus, il Partito democratico liberale e l’Unione degli ungheresi della Vojvodina insieme con la Lista per il Sangiaccato. Come ci si aspetta, i prossimi punti della seduta costitutiva riguarderanno la scelta del Presidente e del Vicepresidente del parlamento, degli organi operativi, del Segretario generale del parlamento e del Governo della Repubblica serba. Nessuno può dire con esattezza quando si terrà questa seduta, ma secondo le dichiarazioni più ottimiste, il Governo potrebbe essere formato nella seconda metà di marzo 2007.

Dopo di che c’è stata la discussione sul primo e unico punto all’ordine del giorno, la proposta di Risoluzione sul Kosovo e Metohija, sottoposta dal Governo "tecnico" di Vojislav Kostunica. Alla seduta erano presenti il Premier Kostunica e il Presidente Tadic che, rivolgendosi ai deputati, hanno ripetuto una posizione unita sulla difesa della sovranità e dell’integrità territoriale della Serbia.

Secondo quanto rende noto l’emittente B92, Kostunica ha detto ai deputati che da loro si aspetta una chiara posizione sui passi che la Serbia deve fare per quanto riguarda il Kosovo, aggiungendo che: "siccome nessuna delle nostre generazioni ha evitato la questione del Kosovo e Metohija, voi dovete esprimere il desiderio e l’interesse della generazione di oggi". Kostunica ha sottolineato che la proposta di Martti Ahtisaari introduce la frammentazione della Serbia, sostenendo che la Serbia è convinta di disporre delle armi più potenti per i prossimi colloqui sullo status. Secondo le sue parole queste armi sono il diritto e la giustizia. Spiegando la proposta della Risoluzione del Governo, Kostunica ha sottolineato che essa è l’espressione di un compromesso e che si basa sulla proposta di assicurare al Kossovo il più alto grado di autonomia. Kostunica ha detto che il team negoziale della Serbia durante i colloqui a Vienna rifiuterà il Piano di Ahtisaari e che presenterà la nuova Risoluzione.

Rivolgendosi ai nuovi deputati eletti dal popolo, il Presidente Tadic ha ripetuto posizioni simili, sottolineando che la proposta di Ahtisaari è inaccettabile, e contraria alla Costituzione della Repubblica della Serbia. Tadic ha aggiunto che per la Serbia è di grande importanza partecipare alla continuazione del corso delle trattative e continuare a difendere con argomenti la posizione di inaccettabilità dell’indipendenza come soluzione per il futuro status del Kosovo.

Il vicepresidente del SRS Tomislav Nikolic ha detto al team negoziale che il suo partito offrirà un assoluto sostegno a tutti quelli che lottano contro la separazione violenta del Kosovo, aggiungendo che i radicali lo faranno persino al costo di non arrivare mai al governo, perché il Kosovo si trova al di sopra di ogni altro interesse. Ma, secondo le parole di Nikolic, il sostegno dei radicali avrà un carattere limitato. Se le trattative non andranno secondo il corso desiderato, e se si valuterà che Ahtisaari continua a insistere sull’indipendenza del Kosovo, l’SRS proporrà che il team negoziale si ritiri dal processo.

D’altra parte, la nuova Risoluzione non è poi così nuova. Vi sono incluse le obiezioni di Belgrado sulla parte relativa allo status e agli aspetti tecnici della proposta della risoluzione dell’inviato speciale della Nazioni Unite Martti Ahtisaari. Nella Risoluzione si dice che la proposta di Ahtisaari viola le norme del diritto internazionale, non rispetta la sovranità e l’integrità territoriale della Serbia, al Kosovo si danno le prerogative dello stato e con questo, sul territorio della Serbia, viene creato uno nuovo stato indipendente. Nel documento si sottolinea che soltanto in un modo pacifico, senza determinare scadenze artificiali, è possibile arrivare alla soluzione per il Kosovo che sarà in armonia con i principi della giustizia e del diritto.

Inoltre, nella Risoluzione si sottolinea la necessità di rispettare la Costituzione della Serbia e la Risoluzione 1244. Il documento conferma il mandato al team negoziale, obbligandolo nello stesso tempo a rifiutare interamente il piano di Ahtisaari durante le trattative di Vienna fissate per il 21 febbraio e ad esporre tutte le singole obiezioni su questo documento.

La Nuova Risoluzione sul Kosovo prevede anche il fatto che il team negoziale, dopo i dialoghi di Vienna, debba consegnare un rapporto al parlamento, dopo di che i deputati decideranno sul corso ulteriore delle trattative.

Dopo la discussione di svariate ore, il parlamento ha accolto anche la proposta della nuova Risoluzione sul Kosovo. Per il sì hanno votato 225 deputati tra le fila del SRS, DS, Coalizione DSS-NS, G17 plus, SPS e anche i deputati dei partiti rom. Contro la Risoluzione hanno votato 15 deputati del Partito democratico liberale, dell’Unione civica della Serbia, dell’Unione socialdemocratica e della Lega dei socialdemocratici di Vojvodina. Contro ha votato anche un deputato albanese, mentre i tre deputati ungheresi si sono astenuti.

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