A letto con il nemico

Bojko Borisov, astro nascente della politica bulgara, secondo un’influente pubblicazione americana ha un passato criminale. Se lo scandalo non sembra avere effetti immediati sulla sua popolarità, lascia però molte domande insolute

14/03/2007, Francesco Martino - Sofia

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Bojko Borisov - foto di Francesco Martino

"Il politico più influente in Bulgaria, nuovo alleato di Washington nella guerra globale al t[]e, ha stretti legami con noti gruppi criminali, e il suo nome è associato a una trentina di omicidi irrisolti…La partnership con Bojko Borisov, ex ministro degli Interni, attualmente lanciato verso la conquista del potere in Bulgaria, è l’ultimo esempio dei compromessi fatti dall’amministrazione Bush nella guerra al t[]e, che hanno portato il Pentagono, la Cia e l’Fbi nello stesso letto di tagliagole e leader politici tra i più corrotti".

Un articolo uscito all’inizio di marzo sul Congressional Quarterly, una delle pubblicazioni più influenti dirette ad un pubblico di elité negli Usa (ne sono abbonati, secondo i dati forniti dalla stessa rivista, il 95% dei membri del Congresso), getta ombre oscure su Bojko Borisov, attuale sindaco di Sofia e leader informale del partito Grazhdani za Evropejskoto Razvitie na Balgarija (GERB, Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria), stabilmente in testa nelle classifiche di gradimento nei sondaggi e già accreditato come prima forza politica all’interno della destra bulgara.

L’articolo, intitolato "Il partner bulgaro di Bush nella guerra al t[]e, secondo gli esperti, ha un passato criminale", e firmato dal redattore capo Jeff Stein, è basato su un corposo dossier redatto un anno e mezzo fa da ex membri dei servizi americani, commissionato da un istituto bancario svizzero interessato a conoscere i rischi di investimento in Bulgaria. Nell’articolo si legge che "Borisov è considerato partner d’affari ed ex componente di alcuni dei più grandi gruppi criminali bulgari", e che "durante il suo periodo come capo della polizia, sono stati arrestati soltanto piccoli criminali, mentre i partner Borisov prosperavano, e i loro avversari venivano sistematicamente assassinati".

Lo scopo dell’articolo, non esente da alcuni evidenti []i (Borisov, ad esempio, non è mai stato ministro degli Interni) sembra, naturalmente, più quello di criticare la politica in campo della sicurezza dell’amministrazione Bush, che non quello di portare alla luce il passato poco chiaro del sindaco di Sofia, di cui vengono messi in risalto particolari, come la passione per il karaté e le giacche di pelle, che lo caratterizzano in modo ancora più colorito nel ruolo di ennesimo alleato scomodo nella guerra al t[]e. Ma ciò non toglie che la visibilità internazionale del Congressional Quarterly da una parte, e l’avvicinarsi delle consultazioni europee dall’altra, elezioni che si terranno per la prima volta in Bulgaria il prossimo 20 maggio, e che saranno l’importantissimo battesimo elettorale per il movimento politico di Borisov, hanno provocato fortissime reazioni nel paese balcanico, monopolizzando per alcuni giorni le prime pagine dei giornali.

"Queste sono bugie al 100%" è stata la replica dello stesso Borisov, che ha smentito di aver giocato un ruolo di primo piano nella trattativa che l’anno scorso ha portato alla creazione di nuove basi militari americane in Bulgaria, così come di aver supportato azioni della Cia. "Descrivendomi come quello che fa il lavoro sporco per gli americani nella regione, mi mettono nella condizione di essere un possibile obiettivo per Al Qaida", ha dichiarato il sindaco di Sofia, che al momento viene scortato per "l’aumentato livello di rischio". L’ex capo della polizia si è difeso ricordando ai media i successi da lui ottenuti nella lotta al narcotraffico, e i numerosi riconoscimenti ricevuti per questo da vari governi europei. Secondo il diretto interessato, l’articolo è stato commissionato da circoli politici bulgari, sia di destra che di sinistra, preoccupati dalla serietà delle sue azioni contro la corruzione e dalla prospettiva di un suo successo elettorale.

Una posizione forte in difesa di Borisov è stata assunta dal presidente della repubblica Georgi Parvanov, che ha definito l’articolo "di carattere apertamente antibulgaro, non basato su elementi accertati e offensivo nei confronti della Bulgaria", e con toni meno decisi dal ministro dell’Interno Rumen Petkov, che pur appartenendo al partito socialista, avversario dichiarato, almeno a parole, del movimento GERB, si è affrettato a chiarire che i misfatti attribuiti a Borisov non sono noti agli organi di polizia, e che l’articolo del Congressional Quarterly, essendo basato su fonti anonime, non darà il via ad ulteriori indagini.

Il fatto che Borisov sia difeso da quelli che dovrebbero essere i suoi principali vversari politici, cioè i socialisti, lascia pensare che le domande sollevate dal Congressional Quarterly non verranno seriamente utilizzate nello scontro politico interno, anche perché la maggior parte delle accuse lanciate dall’influente pubblicazione americana sono, in gran parte, già conosciute al pubblico bulgaro, che nonostante ciò continua a mostrare un alto grado di apprezzamento per Borisov e per il suo movimento, di fatto un’emanazione politica del carisma del suo leader. Di Borisov, ad esempio, che è stato prima guardia del corpo di Todor Zhivkov, ex segretario generale del partito comunista, e poi dell’ex monarca e primo ministro Simeon Sakskoburggotski, sono noti i rapporti con personaggi quali Rumen Nikolov, alias "Pasha", uno dei boss dell’organizzazione criminale SIK.

Probabilmente l’articolo non avrà un grosso impatto nemmeno sul risultato delle elezioni europee. Secondo l’ultimo sondaggio dell’Istituto Nazionale per le Ricerche Demoscopiche (NCIOM), alla sua prima uscita elettorale, GERB potrebbe raccogliere il 16% dei voti, posizionandosi dietro il Partito Socialista Bulgaro (BPS), ma con un sensibile vantaggio rispetto al movimento nazionalista Ataka e al partito dei turchi, il DPS.

Secondo molti analisti l’atteggiamento morbido del BPS nei confronti di Borisov, altrimenti incomprensibile, nasce dalla necessità di assicurarsi, in prospettiva, un nuovo partner di governo, visto che proprio l’NDSV dell’ex monarca Sakskoburggotski sembra ormai svuotato di vitalità politica, e i suoi elettori si preparano ad migrare in massa nelle fila di GERB. Non a caso, gli unici attacchi seri provengono dai partiti della destra tradizionale che, già divisi e poco influenti, vedono come una minaccia mortale l’ingresso sul palcoscenico politico di un concorrente scomodo e ingombrante come Borisov.

Ciò non toglie però, l’articolo di Stein avrà conseguenze sulla carriera politica del leader di GERB, anche e soprattutto se l’onda lunga della sua popolarità riuscirà a portarlo nelle stanze del potere. Da una parte nei rapporti internazionali, perché l’etichetta di "gangster" rimarrà nell’aria e rischia di accompagnarlo a lungo, creandogli non poche difficoltà. Dall’altra sulla scena interna dove, come ha scritto su "24 Chasa" il noto intellettuale Georgi Lozanov, salendo i gradini del potere l’uomo politico Borisov dovrà affrontare le tante domande senza risposta sul suo passato, dalle quali fino ad oggi è stato risparmiato grazie all’ "icona" che è riuscito a creare di sé, un’icona fatta di carisma e capacità mediatica, ma anche e soprattutto dalla speranza di molti cittadini bulgari di trovare un nuovo leader capace e risoluto. "Quanto più si sale in alto, tanto più si è esposti…E’ questo il prezzo del potere", scrive Lozanov. In questa prospettiva, le domande poste dal Congressional Quarterly sono di certo destinate a non rimanere un caso isolato.

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