Crisi in Grecia, i “periptera” rischiano di sparire

I "periptera", una componente fissa del paesaggio urbano in Grecia. Edicole in cui, oltre ai giornali, si vendono sigarette, gelati, ricariche, portachiavi, giochi per bambini. Oggi, colpiti pesantemente dalla crisi economica, chiudono a ritmo crescente, ad Atene e nelle altre città del Paese. Rischiano di scomparire?

10/08/2011, Gilda Lyghounis -

Crisi-in-Grecia-i-periptera-rischiano-di-sparire

Periptero ad Atene - Alex @ Faraway/flickr

Sono edicole, ma non tutte vendono giornali. In compenso vi si possono comprare gelati, bibite, dentifrici, ricariche telefoniche, collanine etniche, biglietti della lotteria, barrette di cioccolata, accendini, portachiavi, preservativi, giochi per bambini.

Parliamo dei “periptera”, i tradizionali chioschi che si trovano  a ogni angolo di strada in Grecia. Salvezza dei tiratardi in cerca di una sigaretta alle 2 di notte, gioia dei bambini che reclamano un lecca lecca. Fino all’anno scorso, se ne contavano 40mila da Creta a Salonicco, ma la crisi economica ha colpito duro anche questo settore.

Solo a Salonicco, dal 2009 a oggi, hanno tirato giù per sempre la saracinesca ben 1200 edicolanti sui 3000 presenti in città. In media, uno su dieci in tutto il Paese, come titola il primo agosto l’inchiesta del quotidiano ateniese Eleftherotypia. Ma i segnali di fumo della crisi erano avvertiti da tempo.  

600 euro al mese

“Con questo mestiere non si riesce più a campare – avvertiva già un anno fa Ghiannis Plakopoulos, rappresentante degli edicolanti ateniesi, in un’intervista del luglio 2010 al quotidiano Ta nea – la gente pensa che un periptero faccia guadagnare bene, invece in genere lavoriamo per 18 ore continuate per una cifra che, dopo il pacchetto anticrisi del maggio 2010, arriva a 600 euro netti. E in 18 ore di solito faticano a turno due persone!”

“Facciamo un esempio”, continuava Plakopulos. “Fra vendite di sigarette, giornali  e dolci vari, un edicolante in una buona zona di passaggio della capitale porta a casa 2532 euro lordi. Togliamo le spese: affitto, tasse comunali, bollette dell’elettricità (per i frigoriferi dove si ripongono i gelati e le bibite) e del telefono (sì, perché i periptera hanno sempre offerto a milioni di turisti senza telefonino o prima della massiccia diffusione dei cellulari l’opportunità di telefonare da fisso a fisso spendendo poco ndr). In tutto, queste spese ammontano a circa 1750 euro al mese.  Significa che alla fine del 2009 restavano in cassa 1800 euro… nell’estate 2010 ne rimangono solo 600”.

Ad un anno da questo SOS la situazione non è cambiata. Anzi, le chiusure dei periptera sono continuate. Tanto che a Creta la presidente della locale federazione di categoria, la signora Eleni Chareti, questa primavera ha fatto uno sciopero della fame per protestare contro le impossibili condizioni di lavoro.

Certo, il turismo estivo sta permettendo di tirare il fiato a molti periptera: nell’isola di Rodi nel mese di giugno 2011 hanno chiuso 5 edicole. Ora l’”emorragia” si è bloccata per l’arrivo dei turisti, “ma la situazione si riacutizzerà in autunno” dice Nikos Chartofilakas, presidente della Federazione locale degli edicolanti.

Meno sigarette, meno giornali

“La debacle economica dei periptera si deve al fatto che gli abitanti di Rodi hanno deciso (causa crisi) di diminuire il consumo di sigarette. Ma anche di comprare meno giornali: una volta ogni domenica acquistavano dai 5 ai 10 fra quotidiani e riviste per tenersi informati. Oggi ne comprano solo uno. Inoltre il colpo di grazia è arrivato dall’aumento delle tasse sulle sigarette, che hanno sempre costituito fra il 70 e l’80 per cento del nostro giro d’affari.”

Vediamo cosa comporta nei dettagli questa nuova tassa che si è abbattuta sui fumatori greci. Tassa che forse farà bene alla loro salute, ma non certo a quella dei proprietari o affittuari di periptera. “Il guadagno netto per noi per un pacchetto di 24 ‘bionde’ che costa al pubblico 3,5 euro, nel 2008 e nel 2009 era di 20 centesimi. Oggi è di soli 6 centesimi. Ed è il prodotto che vendiamo di più!”, spiega al quotidiano Eleftherotypia del primo agosto scorso Nikos Palioghiannis, edicolante ateniese, la cui Federazione la scorsa settimana per protesta ha deciso di smettere di vendere sigarette.

Non solo: la scure della crisi e della supertassazione si è abbattuta anche sulle ricariche telefoniche e sui giornali: “Il nostro guadagno dalle ricariche dei cellulari era due anni fa l’8% del loro costo al pubblico”, spiega sempre nell’inchiesta di Eleftherotypia Kostas Iakovou, presidente dei periptera di Salonicco, “oggi questo guadagno è crollato al 3%, mentre il nostro guadagno dalla vendita di giornali toccava, fino a sei mesi fa, il 7%. Ora anche questo è sceso al 3%”.

Reperti da museo?

I periptera hanno davvero vita dura. E dire che una delle immagini classiche di una passeggiata in qualsiasi città ellenica sono i capannelli di greci che, soprattutto in occasione di qualche grosso evento di attualità politica, si raggruppano davanti alle edicole per leggere i titoli cubitali dei quotidiani appesi generosamente con mollette da bucato lungo il fianco del chiosco. 

Questi capannelli, con le relative discussioni sul "governo ladro" o sugli "americani che hanno sempre colpa di tutto" spariranno dal popolare modo di vita ellenico?  Anni fa, nel pieno centro di Atene, quando ancora i fondi europei piovevano a pioggia per le grandi opere in vista delle Olimpiadi, e la capitale era tutta sottosopra per gli scavi del metrò, vicino alla centralissima fermata di piazza della Costituzione, all’improvviso un periptero era stato ingoiato dal sottosuolo, a causa del terreno franato in quel punto del marciapiede.

Correva l’anno 1999, anno di passaggio al terzo millennio che per molti catastrofisti avrebbe segnato l’Apocalisse. La fine del mondo non c’è stata, ma forse quel periptero ingoiato dal passato millenario di Atene, che giaceva con le sue statue, tombe e rovine di epoche antichissime negli strati sotto la città moderna, è stato un presagio. Le future generazioni conosceranno i periptera come un reperto da museo? 

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta