La spinta al turismo in Romania
Natura incontaminata, città ricche di arte e di storia, riserve naturali, buone opportunità per gli amanti della caccia e dell’archeologia. La Romania vista dal turista, soprattutto straniero, è come una Ferrari senza motore. Grandi potenzialità, una bella carrozzeria ma nessuna spinta propositiva
Per promuovere il Paese come destinazione turistica Elena Udrea, ministro del Turismo, ha presentato il piano 2011-2015 che prevede grossi investimenti e servizi innovativi per i visitatori. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e, dati alla mano, con un calo del 3% degli afflussi di visitatori stranieri nei primi cinque mesi del 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010, il settore arranca ancora.
Colpa delle infrastrutture, sia stradali che di accoglienza, e di una strategia che è stata spesso frammentaria e che ha privilegiato a volte zone facilmente sfruttabili per nomi e folklore, come la Transilvania e il conte Dracula, senza investire sull’industria tout court. Adesso ci si augura che i programmi del ministro Udrea, criticata spesso in patria per gli eccessi e l’amore per la moda, non si sciolgano come neve al sole.
Le idee creative del ministro Elena Udrea
Nel giugno di due anni fa, infatti, la ministra aveva fatto le cose in grande portando a Parigi Nadia Comăneci, Ilie Năstase e Gheorge Hagi, grandi sportivi considerati tra i nomi e volti romeni più conosciuti all’estero, per lanciare il nuovo video-clip promozionale del turismo romeno. Da allora ad oggi alcuni passi sono stati fatti, ma la riduzione degli arrivi dall’estero, registrata nei primi cinque mesi dell’anno non lascia ben sperare.
Su un totale di 2,57 milioni di visitatori stranieri che hanno scelto la Romania il 77,8% ha deciso di pernottare in hotel, un dato in crescita dell’11,6% rispetto allo stesso periodo del 2010. È cresciuto anche il numero delle notti che sono state trascorse nelle strutture romene: 4,66 milioni di pernottamenti, in aumento del 4,7% rispetto ai primi cinque mesi dell’anno precedente. La maggior parte dei visitatori stranieri provengono dai Paesi dell’Unione europea (59,9%) e tra questi la fanno da padroni gli ungheresi (36,6%), seguiti dai bulgari (19,6%), da italiani e tedeschi pari merito con l’8,5% e infine gli austriaci (4,2%). Da non sottovalutare, però, il turismo dalla Cina e dagli Stati Uniti.
Open Bus e circuito rosso
Per risollevare questi dati e puntando a raddoppiare la percentuale del turismo straniero sul volume totale dal 25 al 50% in pochi anni, il ministro Udrea ha lanciato nuove iniziative sia a Bucarest che nel resto del Paese: nella capitale, per esempio, da quest’estate è possibile visitare la città a bordo di autobus scoperti, i cosiddetti Open Bus, su due piani. Un itinerario di 50 minuti per scoprire la città e i principali luoghi di interesse. Un’altra iniziativa singolare riguarda il primo treno-albergo della Romania. La “struttura” alberghiera si trova in Maramureş, ha tre vagoni di cui uno è dedicato alla ristorazione e due all’alloggio e ha tutti requisiti di un vero albergo, oltre alla possibilità di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili dei Carpazi al confine con l’Ucraina.
La novità che ha fatto più scalpore, però, è quella legata al turismo del regime. “Stiamo lavorando su un circuito ‘rosso’ – ha annunciato poco tempo fa il ministro – che seguirà le tracce del comunismo e della dittatura”. Il cosiddetto circuito includerà il villaggio natio di Nicolae Ceauşescu, Scornicești e la prigione di Doftana dove fu rinchiuso per due anni per attività sovversive tra il 1936 e il 1938. Nel particolare e a dir poco unico tour saranno inclusi anche il balcone dal quale il conducător pronunciò l’ultimo discorso il 21 dicembre 1989 prima della caduta del regime e Târgovişte dove fu giustiziato insieme alla moglie Elena il 25 dicembre dello stesso anno. Anche alcune stanze della residenza ufficiale del dittatore e della moglie saranno aperte al pubblico. “I turisti occidentali sono molto interessati alla storia di Ceauşescu, possiamo farla conoscere nel modo giusto”, ha detto Udrea.
Fisco leggero per il turismo
Novità curiose e proposte allettanti, che però non eliminano il problema di fondo: la mancanza di strutture adeguate e di una rete di trasporti efficiente a partire dalla mancanza di autostrade, fino ai collegamenti interni su rotaia. Sarà per questo che il governo romeno ha approvato un emendamento al sistema fiscale che prevede un nuovo regime di tassazione per quegli edifici che vengono destinati ad attività turistiche. Un’altra decisione presa per incrementare il turismo nelle zone costiere del Mar Nero e prolungare la stagione è il taglio del 50% delle tasse sugli edifici e sui terreni che si trovano sulla fascia costiera e sono utilizzati a scopo turistico per più di sei mesi all’anno. Strategie che insieme al pacchetto di investimenti previsto dal ministro del Turismo dovrebbero poter dotare di motore la Ferrari-Romania: 13,2 milioni di euro saranno investiti in tutto il 2011, 17,5 milioni nel 2012 e 13 milioni nel 2013.
Sibiu, perla medievale
In questo progetto che va a rilento è giusto collocare splendidi gioielli di cultura e architettura che non risentono della crisi e che vivono di turismo da tempo. Uno di questi è Sibiu: l’ex capitale di tutte le città sassoni, ma anche capitale della Cultura europea nel 2007, vede ogni giorno l’arrivo di migliaia di turisti e nel 2011 è stata insignita dalla guida Michelin del titolo di località top del Paese. Il successo di questa cittadina dagli splendidi e curatissimi edifici risiede anche nel progetto di rilancio dell’artigianato locale lanciato nel 2007. Turisti provenienti da tutta Europa possono vivere l’atmosfera del Medioevo nelle botteghe della città, respirando l’antico splendore del centro noto per i lavori di artigianato, una tradizione che nel resto della Romania ha perso forza nel corso del ventesimo secolo.