Bulgaria: Todor Zhivkov, comunismo e nostalgia
Il 7 settembre 2011 ricorrevano i cento anni dalla nascita di Todor Zhivkov, dittatore di lunga data del regime comunista bulgaro. L’evento ha messo in luce in Bulgaria un persistente fenomeno di nostalgia verso il vecchio regime, soprattutto tra le generazioni più anziane. La nostalgia per "bay Tosho", però, tocca anche categorie "insospettabili"
In Bulgaria si assiste ad un revival della figura di Todor Zhivkov, ultimo dittatore comunista, a capo del Paese per ben trentatre anni. La cerimonia per i cento anni dalla nascita di Zhivkov, lo scorso 7 settembre, ha rappresentato lo zenit di un fenomeno, quello della nostalgia per il vecchio regime, piuttosto diffuso nella popolazione bulgara negli ultimi anni.
La festa per Zhivkov, organizzata a Pravets, sua città natale, è stata coperta da tutti i media nazionali, dimostrando che lo spettro di “bay Tosho” (“zio Tosho”), come veniva chiamato quando era al potere, è ancora vivo e vegeto nella Bulgaria ormai membro dell’Unione europea.
Nell’occasione è stato inaugurato un busto a Zhivkov nel giardino della sua casa natale. I souvenir, i portachiavi e la paccottiglia con la sua effige sono andati a ruba in poche ore. L’evento, naturalmente, è stato preceduto da discussioni infiammate sulla figura dell’ex dittatore. All’ultimo momento il ministro della Difesa ha ritirato la banda musicale del ministero che avrebbe dovuto presenziare alla cerimonia.
L’evento di Pravets è stato organizzato dai parenti di Zhivkov, tra cui la nipote Zheni Zhivkova. Sia il premier Boyko Borisov che il presidente Georgi Parvanov hanno declinato l’invito a partecipare. Nemmeno il leader del Partito socialista (BSP), Sergey Stanishev, si è recato a Pravets, ma molti rappresentati di peso del partito, nato dalle ceneri del Partito comunista bulgaro, erano presenti.
Nella cittadina sul Mar Nero di Nasebar, intanto, nel giorno dei 100 anni dalla nascita di Zhivkov è comparso un cartellone celebrativo con il volto di "bay Tosho". A quanto pare un cittadino del luogo, Docho Dochev, lo avrebbe ordinato e pagato con soldi propri. Alcuni media hanno raccontato la sua storia. Dochev, avrebbe sostenuto di aver cominciato a risparmiare per l’evento dal momento in cui, nel 1989 venne a sapere che Zhivkov era stato destituito.
Il paradosso turco
I festeggiamenti per Todor Zhivkov hanno mostrato chiaramente momenti di nostalgia per il passato regime. In molti ricordano i bassi prezzi di cibo e materie prime al tempo di Zhivkov. Altri il lavoro garantito a tutti e le vacanze sul Mar Nero, che tutti potevano permettersi. Nel gruppo dei nostalgici, un posto di primo piano è tenuto dai pensionati, di ogni etnia e religione.
Il vero paradosso, però, è rappresentato dalla nostalgia verso Todor Zhivkov nella comunità turca di Bulgaria. Nonostante il fatto che i turchi di Bulgaria detestino il passato regime a causa della politica di modifica forzata dei nomi di radice musulmana nota come “processo di rinascita”, anche gli anziani turchi ricordano con nostalgia i “bei tempi andati” sotto la guida di Zhivkov.
Prendiamo ad esempio “nonno” Elhiman, pensionato del villaggio di Duhovets, in Bulgaria nord-orientale. Elhiman si prende cura della moschea del villaggio, e riveste il ruolo di “hodzha” [maestro, guida religiosa N.d.T] locale. L’anziano ricorda che, ai tempi del regime, nella vicina cittadina di Isperih erano attive venti fabbriche e c’era lavoro per tutti, a differenza di quanto succede ora. Elhiman ha lavorato per 49 anni, anche all’estero, in Ucraina, dove ha fatto il pastore. Oggi riceve 200 leva (100 euro circa) di pensione. Sua moglie riceve appena 130 leva (67 euro). Sua figlia, invece a soli 45 anni è già pensionata in Turchia, dove vive, e riceve ben 500 euro di pensione.
“Ai tempi di Zhivkov c’era la catena di negozi ‘horemag’, e lì si trovava ogni cosa a poco prezzo”, racconta Elhiman. “Anche la rakiya era quasi gratis, e con un lev ci si poteva ubriacare. Certo, all’inizio, negli anni ’50 è stata dura, si mangiava solo polenta, ma poi abbiamo vissuto bene. Oggi non è più così”, conclude amareggiato.
“Nonno” Hasan Osman vive invece a Glavinitsa, non lontano dalla città di Silistra, lungo il Danubio. Dichiara di votare per il Partito socialista, e non per il Movimento per i Diritti e le Libertà (DPS) ritenuto espressione della comunità turca. “Al lavoro sono diventato comunista, e lo resto. Voto per il BSP. Grazie a quel lavoro e a quel regime oggi ho una casa, ho tutto quello che mi serve. Prima eravamo poverissimi”.
Senza alzare troppo la voce, gli anziani turchi di Bulgaria parlano apertamente degli aspetti positivi di Todor Zhivkov. Gli analisti politici ancora non sono riusciti a spiegare un fenomeno a prima vista paradossale: la nostalgia per il comunismo in una comunità che, allora, si è vista privata di molte libertà civili e culturali.
Miti, leggende e teorie della cospirazione
Quando il 10 novembre 1989 Todor Zhivkov venne destituito, i bulgari festeggiarono in massa. Solo allora si venne a sapere che il regime aveva portato lo stato al fallimento due anni prima, e che aveva enormi debiti verso banche occidentali. Nel 1990 il governo fermò il pagamento di tale debito. Un’analisi economica evidenziò che il denaro era stato speso in progetti male organizzati, che avevano portato soltanto a perdite vertiginose.
Dopo la caduta di Zhivkov, alcuni media e commentatori hanno iniziato a diffondere varie “teorie della cospirazione”. Una delle più diffuse è quella secondo cui il denaro “scomparso” sarebbe stato consegnato a “businessman rossi”, riuniti intorno al circolo di Andrey Lukanov (ex leader comunista diventato premier nel 1990 ed ucciso in un agguato nel 1996). Secondo questa teoria, Zhivkov sarebbe stato un uomo di onestà cristallina, e tutte le voci sulle appropriazioni indebite di cui è stato accusato, sarebbero prive di fondamento.
Zhivkov, però, era tutt’altro che povero. Revisori dello stato hanno portato alla luce il fatto che, negli anni ’80, Zhivkov ha ricevuto onorari pari a 1,23 milioni di leva per la stampa dei suoi discorsi e rapporti in migliaia di copie. Tutto, naturalmente, senza pagare le tasse.
Secondo un’altra teoria diffusa, Zhivkov sarebbe invece stato abilissimo nell’esportare enormi somme all’estero. Ci sarebbe stata una lotta sotterranea tra la famiglia di Zhivkov e quella di Lukanov, e alla fine avrebbe prevalso la prima.
Passato e presente
Secondo il giornalista Ivan Bakalov il clan Zhivkov avrebbe ancora oggi un grande peso nella vita politica della Bulgaria. La nipote di Zhivkov, Zheni Zhivkova sarebbe oggi la “faccia pubblica” della famiglia.
Bakalov ricorda poi un fatto che tutti gli analisti, in Bulgaria e all’estero, sottolineano: il fatto cioè che l’attuale premier Boyko Borisov è stato la guardia del corpo personale di Zhivkov negli ultimi anni di vita dell’ex dittatore.
Lo stesso Borisov, in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni dalla nascita di Zhivkov ha evitato di commentare il ruolo dell’ex dittatore nella storia bulgara. L’anno scorso, però, Borisov sollevò polemiche dopo aver dichiarato: “Riuscire a realizzare un centesimo d quello che lui [Zhivkov] è riuscito a fare in quegli anni, significherebbe un enorme successo per qualsiasi governo”.
A causa del duro passaggio all’economia di mercato, e al prezzo disumano pagato dai bulgari, soprattutto più anziani, toccati dal crollo dei fondi pensione, molti ricordano oggi con nostalgia i tempi di Zhivkov. I più giovani faticano a capire questi sentimenti.
Alcuni elementi del passato, però, sembrano tornare in voga. In venti anni di democrazia, i bulgari avevano perduto le barzellette politiche, assurte durante il vecchio regime a tratto dell’identità nazionale. Almeno in questo però, il governo di Borisov ha segnato un vero rinascimento. In internet furoreggia un collage ad effetto, in cui Zhivkov si trasforma in Borisov e vice versa. Secondo una delle barzellette politiche attualmente più in voga, Borisov sarebbe semplicemente il figlio di “bay Tosho”.