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Turchia e PKK
Il PKK ha attaccato l’esercito turco ed Ankara ha risposto con bombardamenti nel territorio dell’Iraq settentrionale. Tutto questo mentre iniziano i lavori della commissione che deve elaborare la nuova Costituzione turca che prefigura anche aperture alle minoranze. La cronaca e il nostro archivio
L’esercito turco ha avviato una controffensiva nel territorio dell’Iraq settentrionale come risposta agli attacchi del PKK (Partito dei lavoratori curdi) avvenuti il 19 ottobre nella provincia di Hakkari a pochi chilometri dal confine con il nord Iraq e che hanno causato la morte di 24 tra agenti e soldati e il ferimento di altre 18 persone
La rappresaglia ha visto l’impiego di forze aeree nel tentativo di sbarrare la strada ai t[]isti in fuga verso le loro basi, concentrate soprattutto sul monte Kandil. nel territorio iracheno. Non si tratta comunque di un intervento eccezionale, poiché fin dall’estate aerei turchi hanno bombardato il monte Kandil dove sono stanziati i comandi, i depositi di armi e gli accampamenti dei guerriglieri del PKK in risposta alle numerose azioni t[]istiche. Negli scontri tra ribelli curdi e forze di sicurezza in questi anni hanno trovato la morte anche numerosi civili.
Solo il primo ottobre scorso il premier turco Recep Tayyip Erdoğan alla seduta inaugurale del Parlamento turco, aveva spiegato come l’obbiettivo principale del Governo fosse la configurazione di una nuova Costituzione che, in uniformità alle richieste dell’Unione Europea, deve estendere le garanzie democratiche anche per le minoranze, prefigurando la possibilità di garantire anche ai curdi i riconoscimenti che aspettano da anni. Oggi la situazione appare molto più complicata.
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