Romania, proteste sottozero
In Romania proseguono ormai da venti giorni le proteste di strada. Secondo il presidente Băsescu i manifestanti sono preoccupati dalle misure di austerità che si sono dovute introdurre, per l’opposizione si sta manifestando invece contro il malgoverno della maggioranza. Cronaca dalla Romania, il Paese che ha il deficit pubblico (ma anche i salari) più basso d’Europa
In Romania si è arrivati ormai a venti giorni di proteste. La gente continua a scendere in strada in molte città del Paese. Il maltempo delle ultime settimane con nevicate e gelo (anche -27 gradi) ha sfoltito il numero dei manifestanti, da migliaia a qualche centinaio. Ma questi ultimi resistono per esprimere il loro malcontento rispetto alle misure anticrisi, alla classe politica e invocando le elezioni anticipate.
I sacrifici economici degli ultimi anni, la corruzione dilagante che continua a erodere il sistema in tutte le sue componenti viene efficacemente additata con lo slogan: “Vi preghiamo di scusarci, non riusciamo a produrre quanto voi riuscite a rubare!”
L’opposizione
Della frustrazione sta provando ad approfittarne l’opposizione, che è riuscita a promuovere, prima che il gelo coprisse la Romania, ampie proteste contro il presidente in carica Băsescu. Nel frattempo il medico Read Arafat, costretto ad inizio anno a dare le dimissioni a seguito di un conflitto sulla riforma sanitaria con lo stesso Băsescu è stato richiamato come sottosegretario alla salute, mentre il ministro degli Esteri Teodor Baconschi che aveva offeso sul suo blog i manifestanti, è stato sostituito da Cristian Diaconescu.
Un’altra novità è stata la condanna per corruzione, per la prima volta nella storia della Romania, di un ex premier. Adrian Nastase, del Partito social-democratico, è stato condannato a due anni di carcere dall’Alta corte di Cassazione per raccolta illecita di fondi per la campagna elettorale del 2004. “Una decisione politica e sporca, contro la quale farò ricorso”, denuncia Nastase che nel 2004 fu rivale di Băsescu nelle elezioni per la carica più alta dello stato.
Băsescu allo scoperto
Il mal tempo con il conseguente numero ridotto dei manifestanti, ha incoraggiato Băsescu ad uscire allo scoperto, dopo un lungo silenzio. Băsescu, in diretta tv, se l’è presa con l’opposizione, con la stampa ed ha ricordato di non essere un dittatore: come potrebbe infatti esserlo visto che viene insultato dalla mattina alla sera?
Dal canto loro i leader dell’opposizione, i due co-presidenti dell’Unione social-liberale (USL), dopo aver annunciato una “sciopero parlamentare” dei loro senatori e deputati si sono recati a Bruxelles per una riunione dei gruppi dei socialisti e dei liberali presso il Parlamento europeo. Il presidente del Partito Nazionale Liberale, Crin Antonescu, ha spiegato ai colleghi che “i romeni che protestano oggi in Romania, anche a 20 gradi sotto zero, non sono in strada a causa delle misure di austerità (…), la gente protesta per un unico scopo, per ottenere garanzie su uno stato di diritto oggi in pericolo”.
Antonescu ha poi aggiunto che “in Romania il potere si è concentrato nelle mani di un’unica persona, mentre il principale partito al governo (Partito Democratico Liberale, ndr) si comporta come un partito-stato che la gente non vuole più”.
Il presidente del Partito Social Democratico, Victor Ponta, sempre a Bruxelles, ha denunciato che in Romania “la democrazia è stata sospesa in base alle urgenze economiche”.
Crollo d’immagine
Che in strada si sentano slogan anti-Băsescu è certamente vero. Ma è anche vero che è la difficile situazione economica ad esasperare il clima.
Intanto i cosiddetti “intellettuali di Băsescu”, quelli che l’hanno sostenuto dall’inizio del suo primo mandato, ormai sette anni fa, hanno ora opinioni diverse. Molti dei suoi consiglieri l’hanno abbandonato, dando prima le dimissioni e poi attaccandolo in pubblico, denunciando un uomo che non terrebbe conto di nessun’altra opinione se non della sua.
Tutto questo segnala un crollo di immagine di Băsescu e del partito che lo sostiene, il Partito democratico-liberale. E il 2012 sarà anno di elezioni: amministrative e parlamentari si terranno in autunno.
Non è quindi escluso che per salvare la propria immagine, Băsescu, sacrifichi il premier Emil Boc, malgrado i tentativi disperati di quest’ultimo che per placare le proteste si è fatto riprendere mentre spalava neve per strada o malgrado abbia dichiarato che non esclude, in futuro, aumenti di stipendi e pensioni.
Da una parte quindi vi sono presidente e governo che ritengono che la gente sia in strada solo a causa delle misure di austerità che sono stati costretti ad introdurre; l’opposizione insiste invece sull’aspetto tutto politico delle proteste: il malgoverno dell’attuale maggioranza. Di certo rimane che Băsescu non ha nessuna intenzione di dimettersi. “Non abbandonerò mai la nave, perché sono capitano di marina e non ho mai sbagliato rotta. Non lo farò nemmeno questa volta”.
Ma in questi giorni il Mar Nero è ghiacciato, come le speranze di molti cittadini romeni.