Amministrative in BiH: vincono i “piccoli” partiti
L’analisi del recente voto amministrativo in Bosnia Erzegovina dopo la pubblicazione dei risultati definitivi da parte della Commissione Elettorale Centrale. La sconfitta di Dodik e Lagumdžija, l’affermazione delle formazioni minori
Nonostante la maggior parte dei partiti di governo, nelle prime ore dopo la chiusura delle urne, abbia festeggiato e annunciato la vittoria alle elezioni amministrative del 7 ottobre scorso, i risultati ufficiali, pubblicati un mese dopo dalla Commissione elettorale centrale, dimostrano che il quadro è diverso.
L’analisi dimostra che alle recenti elezioni locali in Bosnia Erzegovina hanno vinto le formazioni minori, che hanno ottenuto in media il 50% di seggi in più rispetto alle amministrative di quattro anni fa. Alcuni “piccoli” partiti hanno persino duplicato e triplicato i seggi precedenti. Sono loro i maggiori vincitori di questa tornata elettorale. In particolare, questo vale per l’Unione popolare democratica (DNS), che ha ottenuto 37 seggi in più rispetto a quattro anni fa. Allora ne vinse 84 ed oggi ne ha complessivamente 121.
HDZ BiH, unica formazione di successo tra i partiti di governo
L’HDZ (Unione democratica croata) della Bosnia Erzegovina è l’unico partito di governo che si è assicurato un numero significativo di seggi in più. Alle amministrative del 2008 ne aveva guadagnati 216, oggi ne ha 248, 32 in più.
Con 17 seggi in più, l’Unione socialdemocratica della Bosnia Erzegovina (SDU) ha quasi triplicato il numero di seggi. Adesso ne ha 26 e quattro anni fa soltanto 9.
Aggiudicandosi 14 seggi in più, tra i vincitori ci sono anche il Partito socialista (SP) e il Partito popolare democratico (NDS). Ora l’SP ha complessivamente 68 seggi rispetto ai 54 di quattro anni fa. L’NDS dispone di 30 seggi, mentre quattro anni fa ne aveva 16.
Anche se chiude le elezioni in positivo, con 11 seggi in più, il successo ottenuto dal Partito democratico serbo (SDS) non è così alto come appariva subito dopo il voto. L’SDS adesso ha 325 seggi rispetto ai 314 di quattro anni fa.
Il Partito d’attività democratica (a-SDA), infine, ha conquistato 10 seggi in più raggiungendo ora i 40 mandati.
La salvezza dell’SDP nei seggi delle minoranze nazionali
Un significativo successo alle amministrative 2012 è anche quello del Partito democratico liberale (LDS), con 8 seggi più del 2008. Ora l’LDS ha complessivamente 14 seggi rispetto ai 6 delle scorse amministrative.
Tra i vincitori c’è anche l’Unione democratica croato cristiana (HKDU), che ha ottenuto 6 seggi in più rispetto ai 3 precedenti.
Il Partito socialdemocratico della Bosnia Erzegovina (SDP) ha ottenuto 5 mandati in più rispetto a prima, ma solo grazie ai seggi riservati alle minoranze nazionali. Ora l’SDP può contare complessivamente su 320 seggi, rispetto ai 315 di prima.
Successo di misura anche per il Partito croato del diritto (HSP) BiH, che ha avuto 2 seggi in più rispetto a prima, e con queste elezioni locali arriva complessivamente a 44 seggi.
La lista dei perdenti alle elezioni del 7 ottobre scorso, tuttavia, è molto più lunga.
Debacle di SNSD e del Partito per la BiH
Il maggior perdente di questa tornata elettorale è certamente l’Unione dei socialdemocratici indipendenti (SNSD) di Milorad Dodik, che ha perso 105 seggi. L’SNSD ha ottenuto complessivamente 387 seggi, e quattro anni fa ne aveva 492.
Vera debacle anche per il Partito per la BiH (SbiH) di Haris Silajdžić, che si trova con 62 seggi in meno. SBiH ora ha solo 117 seggi, mentre quattro anni fa ne aveva vinti 179.
Un significativo numero di seggi, 26, l’hanno perso anche il Partito del progresso democratico (PDP), il Partito patriottico bosniaco erzegovese (BPS) e il Partito radicale serbo della Republika Srpska (SRS). Il PDP adesso complessivamente ha 122 seggi rispetto ai 148 di prima, il BPS ne ha vinti 38 mentre prima ne aveva 64, l’SRS ha soltanto 12 seggi rispetto ai 38 di quattro anni fa.
In caduta anche il Partito popolare del lavoro per il miglioramento (NSRB), con 14 seggi in meno. Questo partito ha ora complessivamente 67 seggi rispetto agli 87 di prima.
Il Partito di azione democratica (SDA), nonostante abbia ottenuto un significativo aumento nel numero dei sindaci, ha ottenuto negli organi legislativi 13 seggi in meno rispetto alle precedenti elezioni locali. L’SDA adesso ha complessivamente 519 mandati rispetto ai 532 di prima.
Tra i perdenti di questa tornata elettorale c’è anche il Nostro partito (Naša stranka) che ha ottenuto 7 seggi in meno. Ora ha complessivamente 15 seggi, mentre prima ne aveva 22.
6 seggi in meno alle ultime elezioni locali vanno anche all’Unione democratica croata 1990 (HDZ 1990) e al Partito bosniaco (BOSS). HDZ 1990 quattro anni fa aveva complessivamente 86 seggi e adesso ne ha 80, mentre BOSS è sceso a soli 5 seggi rispetto agli 11 di prima.
Chi ha preso da chi
Anche il Partito radicale serbo dott. Vojislav Šešelj (SRSVŠ) ha ottenuto 5 seggi in meno. Questo partito prima aveva complessivamente 34 seggi, mentre adesso ne ha 29.
Con 4 seggi in meno rispetto a quattro anni fa, tra i perdenti alle ultime elezioni amministrative ci sono anche l’Unione popolare democratica (DNZ) BiH, il Partito dei pensionati (SPU) BiH e il Partito democratico dei cittadini (GDS) BiH. DNZ è sceso dai precedenti e complessivi 25 seggi negli organi legislativi locali a 21, SPU BiH da 21 a 8 , e GDS da 7 a soltanto 3.
Una perdita inferiore rispetto alle precedenti elezioni l’ha registrata il Partito contadino croato-Nuova iniziativa croata (HSS-NHI), perdendo complessivamente 3 seggi. Questo partito prima aveva 16 seggi e adesso 13.
L’analisi dimostra chiaramente che in Republika Srpska i seggi che ha perso l’SNSD, ma anche il PDP e l’SRS, sono andati per lo più al DNS e all’SP, partner di coalizione dell’SNSD nel governo dell’entità, e all’NDS e all’SDS che invece sono all’opposizione.
Parte dei seggi sono andati sicuramente anche ai nuovi partiti politici che si sono presentati per la prima volta alle elezioni locali come il Partito democratico (DP), che ha ottenuto complessivamente 38 seggi, il Partito serbo per il progresso (SNS) con 15 seggi, e il Nuovo partito socialista (NSP) che ha preso in tutto 7 seggi.
I perdenti nella Federazione
Nella Federacija BiH (FBiH), i seggi che hanno perso l’SBiH e l’SDA, ma anche il BPS, sono andati in parte ai partiti di opposizione come a-SDA, SDU e LDS, che hanno rafforzato il loro ruolo sulla scena politica di questa entità.
La maggior parte dei seggi sono andati tuttavia all’Unione per un futuro migliore (SBB) di Fahrudin Radončić che, partecipando per la prima volta alle elezioni locali, si è assicurata 145 seggi.
Per quanto riguarda la componente croata nella Federazione, i seggi persi da NSRB, HDZ 1990 e HSS-NHI sono andati principalmente all’HDZ BiH.
Considerando il numero dei seggi vinti per ciascun partito politico, alle amministrative del 7 ottobre scorso ci sono stati più perdenti che vincitori rispetto alle amministrative del 2008.
Per quanto riguarda gli organi legislativi, nelle maggiori città della Bosnia Erzegovina, quali Sarajevo, Banja Luka, Tuzla e Zenica, tutti i partiti politici che fino ad ora erano al governo lo sono di nuovo, ma con un numero significativamente inferiore di consiglieri rispetto a quattro anni fa.
Così nonostante sul territorio della Città di Sarajevo, che comprende quattro comuni, l’SDA sia rimasto il partito col maggior numero di consiglieri, in tutto 35, sono 6 in meno rispetto a quattro anni fa. L’SDA allora aveva ottenuto complessivamente 41 consiglieri nei quattro comuni della città di Sarajevo: Novi Grad, Novo Sarajevo, Centro e Stari Grad.
Punita la politica Lagumdžija-Dodik
Il crollo dell’SDP e dell’SNSD è ben evidenziato nelle città di Tuzla e Banja Luka, dove finora godevano del ruolo di regnanti intoccabili.
Gli elettori hanno deciso di punire la politica dell’SDP, cioè del presidente Zlatko Lagumdžija, perché non sono state rispettate le promesse fatte durante le elezioni politiche del 2010, cioè riforme e occupazione. L’SDP per quasi due anni si è occupato di piazzare i suoi funzionari in posizioni di potere, comprese quelle disponibili presso imprese e istituti pubblici.
L’SDP è riuscito a mantenere soltanto 10 dei 16 seggi che aveva nel Consiglio comunale di Tuzla, e che gli garantivano la maggioranza. Uno scenario simile si presenta per questo partito anche nei quattro comuni che fanno parte della Città di Sarajevo. Nonostante l’SDP quattro anni fa avesse lo stesso numero di consiglieri dell’SDA (41), ora ne ha soltanto 28, avendone persi quindi un terzo rispetto a quattro anni fa.
La politica dell’SNSD, cioè di Milorad Dodik, è stata invece punita perché, invece di aumentare lo standard della vita che in Republika Srpska è catastrofico, la pensione minima ad esempio è di soli 160 KM (circa 80 euro), la metà di quella della Federazione, ha di nuovo deciso di cercare di mantenere il potere con discorsi infuocati, senza chiari e concreti programmi in particolare sul versante economico.
Il caso Krsmanović a Foča
Nel consiglio comunale di Banja Luka, dove prima aveva 15 seggi, l’SNSD ne ha oggi solo 11. Il timore dell’SNSD di perdere posizioni di potere si vede nel modo migliore dal caso di Foča. Si tratta dell’unico comune in Republika Srpska dove SNSD e SDS si sono presentati insieme, a differenza che in tutte le altre città e comuni dove erano divisi in due blocchi separati. Il motivo era impedire la vittoria del Nuovo partito socialista, e in particolare del suo popolare candidato sindaco, Zdravko Krsmanović.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa.