Serbia: se l’economia non decolla, ci pensano gli aerei
Nonostante la crisi mondiale i suoi passeggeri sono in continua crescita. E quest’ultima sembra non arrestarsi per il 2013. E’ l’aeroporto Nikola Tesla, di Belgrado. Che può puntare ad essere punto di riferimento regionale e contare su una capitale sempre più in ascesa
L’economia non decolla. Non lo fa nel mondo, non lo fa in Europa, tanto meno in Serbia. Ma qualcosa che a Belgrado non ha mai smesso di decollare sono i voli aerei.
L’aeroporto cittadino, una volta conosciuto come Aeroporto Internazionale e dal 2006 come Aeroporto Nikola Tesla, è stato inaugurato per la prima volta nel 1927 per poi essere completamente rinnovato dopo la Seconda guerra mondiale. Riaperto nel 1962 con una sontuosa cerimonia alla presenza del Maresciallo Tito, l’aeroporto è ad oggi uno dei pochi spiragli di luce nell’economica del Paese. Il Nikola Tesla ha da poco concluso (dicembre 2012) il 33simo mese consecutivo di crescita del traffico passeggeri , arrivando a gestire una cifra totale di oltre tre milioni di passeggeri, con un incremento del 2.7% rispetto all’anno precedente.
Più dell’anno record
L’aeroporto di Belgrado è riuscito così a sorpassare l’anno record per il trasporto aereo della Jugoslavia, quel 1987 che tante soddisfazioni “tra le nuvole” aveva regalato. Ma la notizia diventa ancora più sorprendente se si pensa che il trend non dovrebbe arrestarsi bensì rafforzarsi nel 2013, quando nuove compagnie aeree annunceranno nuove rotte da e per Belgrado. “Quest’anno gestiremo più passeggeri di Zagabria e Lubiana messi insieme. L’anno prossimo puntiamo a gestire più passeggeri di Zagabria, Lubiana e Sarajevo messe insieme”, queste le competitive parole del CEO dell’Aeroporto, Velimir Radosavljević.
Il prossimo anno la compagnia low-cost turca Pegasus Airlines lancerà la rotta da Istanbul a Belgrado. Inoltre, la Wizz Air aumenterà la propria presenza nello scalo introducendo nuovi voli per Oslo, Torp, Beauvais, Rodi e Corfù. Altre compagnie, che già operano voli nell’aeroporto, hanno annunciato i loro piani di sviluppo sulle tratte da e per Belgrado, come Aeroflot che introdurrà un secondo volo giornaliero da Mosca, e Alitalia che lancerà un servizio aggiuntivo giornaliero da Roma. Il nuovo volo Alitalia lascerà la capitale italiana alle ore 22.00 e partirà da Belgrado 05.35 del mattino seguente. La Croatia Airlines e la Polish Airlines riprenderanno i voli stagionali da Spalato e Varsavia, mentre la compagnia di bandiera dell’Azerbaijan, AZAL, è alle porte con una potenziale nuova tratta Baku – Belgrado – New York, attiva durante tutto l’anno. La Jat Airways, compagnia di bandiera serba, è inoltre pronta ad introdurre nuovi voli da e per i maggiori punti di traffico europei e mondiali, tra i quali Parigi, Francoforte, Londra, Dubai, Istanbul.
Durante il 2013 inizieranno inoltre i lavori di ampliamento dell’aeroporto con la costruzione di un ulteriore piano di oltre 4.900 metri quadrati, oltre alla costruzione di sei nuovi ponti aerei da parte della cinese Shenzhen CIMC-TianDA Airport Support Company (CIMC). I nuovi gates, che saranno operativi entro la fine del 2013. I fondi necessari ai lavori di ampliamento saranno ricavati quasi totalmente dalle casse dell’aeroporto stesso, senza la necessità di richiedere finanziamenti da istituzioni bancarie, a conferma della solidità dello scalo.
Regional Hub
Il Nikola Tesla si appresta quindi a diventare grande e si candida ufficialmente come il più accreditato pretendente al ruolo di Regional Hub (punto di smistamento regionale) del trasporto aereo. Non più quindi aeroporto cittadino o – al più – nazionale, ma riferimento per tutte le persone che si mettono in viaggio da e per la regione di riferimento.
Come sottolinea un recente rapporto della Commissione per lo Sviluppo Regionale dell’Unione Europea, che tratta proprio il tema dei trasporti, gli aeroporti regionali contribuiscono allo sviluppo economico di un territorio, nonché ad aumentarne la coesione territoriale e sociale, permettendo più facili e dirette connessioni tra luoghi e persone. Permettono inoltre di sviluppare luoghi marginali rispetto alla geografia economica mondiale, contribuendo ad accrescere turismo, affari e a dare una notevole spinta all’economia locale non solo del luogo che direttamente ospita l’aeroporto, ma anche della regione nel suo insieme.
Quasi superfluo sottolineare come queste parole ben si adattano al caso del Nikola Tesla e del suo potenziale ruolo di hub regionale come punto di riferimento non solo per Belgrado stessa, ma anche per coloro che vogliono raggiungere le perle costiere di Croazia e Montenegro, i monasteri della Metohija, i fiumi della Bosnia, i ponti di Sarajevo e Mostar, e molto altro ancora, a cui si sommano le persone che invece dai paesi del sud-est Europa si spostano verso il mondo.
Le potenzialità
Le potenzialità di sviluppo del Nikola Tesla sono notevoli. In generale, un aeroporto si concentra o sul cosiddetto O&D Market (Origin and Destination Market), e cioè funge da posto di partenza ed arrivo di viaggiatori che non usano l’aeroporto come punto di connessione (un esempio in Italia potrebbero essere l’aeroporto di Firenze e quello di Venezia), o – al contrario – come regional hub per connettere mete regionali, più o meno localizzate, sia in entrata che in uscita (Francoforte ne è un chiaro esempio).
Ovviamente, i massimi vantaggi si ottengono quando l’aeroporto riesce ad attrarre entrambe le tipologie di mercato. Esiste però un forte rischio, ed è quello di puntare a far diventare un aeroporto un punto di riferimento regionale, senza però poter contare su una base stabile di Origin and Destination Market. In altre parole, se non c’è una massa critica di viaggiatori (turisti, lavoratori, imprenditori, ecc.) che usano l’aeroporto in questione come destinazione finale dei loro viaggi. Questo è un fattore essenziale da considerare quando si punta a far scalare un aeroporto fino a farlo diventare un punto di riferimento regionale (regional hub).
Infatti, le persone che viaggiano per e da una specifica destinazione rappresentano una fetta di mercato stabile su cui l’aeroporto può e potrà sempre contare, mentre mette in atto le proprie strategie di espansione regionale. In caso contrario, ogni progetto di leadership regionale rischia di scontrarsi con l’impopolarità del posto e la mancanza di un numero stabile di clienti. Il che non aiuta ad attrarre compagnie aeree, investitori e – di conseguenza – soldi e profitti.
Belgrado
Il Nikola Tesla ha il vantaggio di poter contare su Belgrado, città che acquista popolarità di anno in anno. Se la Serbia continua ad essere parzialmente vista agli occhi del mondo come il Paese dei nazionalismi, dei criminali di guerra e degli scontri etnici, Belgrado può contare su un’immagine tutta sua: fatta di attrazioni, affari, cultura, ottimi servizi e una vita notturna esplosiva che l’hanno portata ad essere eletta dal Financial Times come “città del futuro nel sud-est Europa”, e dalla Lonely Planet “città mondiale della nightlife”. I visitatori aumentano in modo esponenziale: sia turisti che imprenditori, che popolano la città dodici mesi l’anno.
L’aeroporto di Belgrado ha quindi tutte le carte in regola per diventare il punto di riferimento nella regione. Non rimane che attrarre ulteriori compagnie aeree, introdurre nuove connessioni regionali con posti di interesse, migliorare i collegamenti con gli altri regional-hub in Europa e nel Mondo, e organizzare un coerente piano di arrivi e partenze che permetta alle persone che viaggiano via-Belgrado di non dover attendere svariate ore nello scalo prima di raggiungere la destinazione finale. Non è poco. Ma fatto questo, poi il resto verrà da sé.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa.