La piccola Nora ha unito la Croazia

Una nobile azione umanitaria. Grazie alla solidarietà dimostrata dalla società civile delle Croazia si sono raccolti in pochi giorni 1 milione di dollari per curare una bambina di 5 anni gravemente malata. E oggi in Croazia non c’è persona che non sappia chi è la piccola Nora Šitum

14/02/2013, Drago Hedl - Osijek

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Nora nel cuore

Nel bel mezzo della grave crisi economica, del drammatico calo dello standard di vita e con un esercito di disoccupati sul mercato del lavoro, i cittadini croati hanno compiuto un’impresa eccezionale: spontaneamente, in meno di una settimana, hanno raccolto un milione di dollari americani per coprire le spese mediche di una bambina di cinque anni gravemente malata. Il suo nome è Nora Šitum e oggi tutti in Croazia la conoscono.

Due anni fa si era ammalata di  leucemia linfoblastica acuta. Per tre volte ha subito faticose terapie nel migliore ospedale di Zagabria, il suo stato era migliorato brevemente, ma poi il terribile male si è ripresentato insistentemente. Dato che i medici croati non erano più in grado di aiutarla, l’unica speranza rimasta era uno sperimentale trattamento presso il Children’s Hospital di Filadelfia, negli Stati Uniti. Tuttavia, quando si parla di cure sperimentali, la Sanità croata non copre le spese per questo tipo di trattamenti.

La diffusione sui media

La madre della bambina malata si è rivolta all’ospedale americano e ha saputo che le spese per le cure mediche avrebbero raggiunto il vertiginoso importo di 575.000 dollari americani. Appesa al filo di speranza, la mamma di Nora con una drammatica lettera, attraverso i social network, si è rivolta all’opinione pubblica. La storia della piccola Nora e di come da sola – come un feroce leone – si dava coraggio, presto ha inondato i media.

Nessuno è riuscito a rimanere indifferente al simpatico viso della bambina e al suo triste sorriso. È partita un’azione umanitaria che ha coinvolto migliaia e migliaia di cittadini.

La maggior parte delle persone ha donato circa un euro, mediante la chiamata al numero di telefono umanitario. Ma ci sono stati anche quelli che hanno donato molto di più. Tra questi anche stelle della musica, sportivi e attori famosi… In pochi giorni è stata raggiunta la cifra prevista, la madre di Nora ha iniziato subito a fare le valigie per il viaggio nell’ospedale americano. Ma ecco lo shock.  Dall’ospedale riferiscono che i 575.000 dollari, come era stato detto all’inizio, non sono sufficienti per le cure mediche di Nora. Il conto che bisogna pagare ora è salito a 830.000 dollari.

Aumenta la cifra e l’opinione pubblica si divide

L’opinione pubblica croata si è allora divisa: alcuni hanno fortemente sostenuto l’idea di proseguire con la raccolta di aiuti finché non si fosse arrivati alla quota richiesta, altri invece hanno inviato mail volgari e minacciose all’ospedale americano. Hanno accusato l’amministrazione dell’ospedale di inedita avidità e assenza di sentimento, contestandole di voler lucrare sulla sfortuna altrui. Anche una parte dei media ha preso parte a questa atmosfera, pubblicando fotografie dei lussuosi interni dell’ospedale e avanzando dubbi sul fatto che dietro l’opulenza dell’ospedale si celi forse una discutibile competenza dei suoi medici.

La portavoce della clinica di Filadelfia, tramite un quotidiano croato, si è lamentata della valanga di messaggi scortesi giunti al suo indirizzo di posta elettronica. Una nobile azione, che ha mostrato la benevolenza di migliaia e migliaia di persone, si è quasi trasformata nel suo opposto a causa di qualche centinaio di persone. Sconvolti e preoccupati, i genitori di Nora hanno dovuto fare un appello pubblico per far cessare le proteste.

1 milione di dollari per Nora

I favorevoli alla continuazione della raccolta di aiuti alla fine però sono riusciti a raggiungere l’obiettivo. È stato raccolto anche di più del necessario: 5.3 milioni di  kune, cioè ben un milione di dollari americani! Anche lo Stato ha dato il suo contributo: il ministro delle Finanze ha precisato che il governo pagherà l’IVA su quella parte di donazioni che è stata raccolta via telefono. In Croazia, infatti, è in vigore la legge secondo la quale l’IVA si paga sulle donazioni raccolte mediante chiamate telefoniche. E siccome il tasso dell’IVA è al 25%, significa che su quattro kune raccolte, una va versata alle casse dello stato.

Giovedì scorso la piccola Nora è partita per gli Stati Uniti. I medici hanno già eseguiti i primi trattamenti, e l’opinione pubblica croata con trepidazione segue le notizie che giungono dall’America.

“Se l’economia fa schifo, noi no!”

Il raro esempio di solidarietà civile ha unito la Croazia, stanca dei vari scandali di corruzione dei suoi politici. La nota scrittrice e attivista Slavenka Drakulić ha scritto che l’azione spontanea dei cittadini, potrebbe servire ai politici croati come modello e principio in base al quale è possibile “attivare un’incredibile fonte di energia positiva e di buona volontà” ma i politici nei Balcani, purtroppo, riescono di più quando provocano nella gente sentimenti negativi.

Pertanto non è così tanto esagerata la considerazione che l’azione di raccolta del denaro, per curare la malattia della bambina di cinque anni, è riuscita solo perché la politica ne è rimasta fuori.

“I cittadini croati si sono distinti e a ragione possono sentirsi orgogliosi, perché con un comune impegno hanno raggiunto un obiettivo nobile. Davvero, se la nostra economia è una spazzatura noi però non lo siamo!” così Slavenka Drakulić descrive l’azione dei cittadini che in meno di una settimana hanno raccolto un fantastico milione di dollari.

 

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Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa

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