Elezioni in Albania, l’incognita dell’astensionismo

Mancano pochi giorni alla tornata elettorale per le politiche in Albania. Tra i fattori da tenere in considerazione nelle elezioni del 23 giugno spicca anche l’astensionismo, sospeso tra impossibilità di votare, indifferenza e protesta. Una riflessione

18/06/2013, Rando Devole -

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(foto tagli.me)

Prima o poi in democrazia le elezioni si imbattono nel fenomeno dell’astensionismo, in altre parole la non partecipazione alle votazioni. In Albania ci sono molti cittadini che si astengono e non vanno ai seggi per votare. Prima di valutare la scelta, vanno analizzati i motivi che spingono l’individuo a non prendere in considerazione il diritto di voto.

I vari studi politologici hanno ormai catalogato tutte le forme di astensionismo elettorale. Rimangono solo da studiare le caratteristiche particolari presenti nella società albanese. Sebbene la domanda principale che si fa in queste occasioni è se l’astensionismo ha a che fare più con l’apatia o con la protesta, esso è espresso anche in altre forme.

Il cosiddetto astensionismo demografico è collegato all’impossibilità dei cittadini di recarsi ai seggi per motivi di età oppure di malattie che glielo impediscono. Questo fenomeno riguarda tutti i paesi, ma in Albania può risultare aggravato visto che mancano i trasporti e i servizi specifici che si possono offrire in questa occasione. Per il cittadino anziano oppure invalido si presentano molte difficoltà per votare, di conseguenza preferisce astenersi.

In questa categoria non ci sono motivi politici che inducono la persona a non esprimersi tramite il voto. Come dire, abbiamo a che fare, con motivi tecnici, come avviene nel caso in cui lo stesso processo di votazione (liste elettorali, certificati, altra documentazione) viene percepito come molto complesso. Di conseguenza, il cittadino decide di abbandonare i seggi.

Indipendentemente dal fatto che queste forme di astensionismo hanno un carattere "fisiologico", non bisogna dimenticare che sono comunque atteggiamenti indotti da altre cause, che vanno oltre il desiderio del cittadino. Ad esempio, se gli anziani e gli invalidi avessero avuto l’infrastruttura necessaria e l’assistenza idonea, parte di loro sicuramente avrebbe votato. La stessa cosa si può dire di quelli che guardano al voto come un pesante fardello. Forse il cittadino non si astiene per motivi politici, ma è la volontà politica quella che lo spinge indirettamente a non partecipare alla votazione.

La domanda principale, che si fa in tutti i paesi democratici, (segno di apatia o di protesta), richiede un’interpretazione dei comportamenti elettorali del cittadino. L’apatia elettorale si verifica normalmente in quegli individui che non hanno nessun interesse per la politica. Teoricamente, questa categoria in Albania deve essere in crescita continua, dato che si suppone che l’interesse per la politica è stato massimo dopo il crollo del regime totalitario. Da quel momento in poi la curva della apatia normalmente dovrebbe indicare valori sempre più alti. Ma la politica è molto presente nella società albanese, e questo funge da esortazione affinché i cittadini si esprimano alle elezioni.

Naturalmente, l’indifferenza nei confronti della politica in generale e dell’atto di votazione, che è uno dei modi di partecipare alla vita della comunità, secondo gli studiosi, dipende da molti fattori che riguardano la posizione sociale, in genere, la posizione occupazionale, i legami con la politica, la residenza, ecc. Questi fattori vengono liberati comunemente dopo le elezioni, visto che insieme ai vincitori e ai perdenti vengono pubblicati anche i numeri dell’astensionismo.

In Albania l’astensionismo è molto difficile da misurare e da studiare, perché nelle liste elettorali risultano anche gli emigranti, i quali in parte non votano non perché siano apatici, ma perché sono impossibilitati a ritornare in patria per votare.

La crescita dell’astensionismo viene attribuita generalmente alla sfiducia del cittadino nei confronti della politica. Se tale sfiducia viene per motivi individuali allora abbiamo un atteggiamento apatico, ma quando il cittadino non vota perché rimasto deluso dalla politica allora abbiamo i primi segni della protesta.

Infatti, il fenomeno dell’astensionismo come protesta è radicalmente diverso dall’apatia. Il primo costituisce un’azione consapevole (non vado a votare per rabbia), il secondo costituisce una totale indifferenza (non vado a votare perché non m’interessa); il primo cittadino conosce molto bene la data delle elezioni, il secondo non ne ha la minima idea, il primo va al mare come alternativa, il secondo va al mare come fa normalmente.

Come in altri paesi, in Albania dovrebbero esistere senz’altro astenuti per impossibilità di aggiornarsi sulla politica. Anche se da più di vent’anni i due partiti principali non cambiano denominazione, le offerte partitiche sono numerose. Come esempio si possono dare le ultime formazioni politiche albanesi, oppure i ribaltoni rocamboleschi da una coalizione all’altra, che per le persone non informate non sono per nulla semplici da capire.

È noto che l’astensionismo come protesta è l’uso del non voto come voto. La gente delusa dalla politica decide di non votare, anzi non viene allettata nemmeno dall’opzione montanelliana della votazione turandosi il naso. Spesso abbandonano le elezioni con il desiderio di inviare un messaggio forte alla politica. Probabilmente anche questa categoria deve avere un certo numero in Albania, viste le dichiarazioni dei vari delusi di tutti i colori politici. Tuttavia, non è detto che gli astenuti arrabbiati e/o esitanti non tornino più ai seggi elettorali. La loro assenza potrebbe essere solo temporanea.

In Albania le forme di astensionismo sopra descritte si possono riscontrare ogni giorno in gesti classici come le spallucce e le smorfie, oppure in frasi semplici come: "Non ho idea", Non me ne frega niente”, "Sono anziana e non posso muovermi", "Il mio nome non risulta sulla lista", "Ho da fare quel giorno", "E che importanza ha il mio voto?”, "Sono tutti uguali", "Sono tutti bugiardi", "Non so a chi dare il voto", e così via. Sono tutte espressioni comprensibili, legittime, umane.

I numeri dell’astensionismo albanese li conosceremo subito dopo le prossime elezioni di fine giugno. Tuttavia, a prescindere dalle varie forme di astensionismo, dai suoi svariati motivi legittimi, la non partecipazione al voto va letta comunque come un fallimento della politica e della cittadinanza. La partecipazione alla vita della comunità, inclusa la partecipazione politica, più che un diritto è un dovere che va esercitato da ogni cittadino per il bene comune. Ciò vale per tutti, ma per le democrazie giovani, come quella albanese, forse vale di più.

 

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Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa

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