Dialetti musicali del Caucaso meridionale

Finanziati da una campagna di crowd-funding su Kickstarter, tre studenti provenienti dagli Stati Uniti e Gibilterra hanno avviato un progetto di ricerca e registrazione di musiche tradizionali del Caucaso meridionale per renderle disponibili online

19/06/2013, Onnik James Krikorian - Tbilisi

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Nargile Mehtiyeva (foto Onnik Krikorian)

I due contadini scalzi, in piedi ai bordi del loro campo vicino al confine tra Georgia e Daghestan, avevano buone intenzioni, ma il vino che offrivano sapeva d’aceto. Avrebbe fatto storcere il naso di qualsiasi visitatore straniero, ma diventava più sopportabile bicchiere dopo bicchiere. Per i ricercatori del progetto Sayat Nova, due americani e uno di Gibilterra, la bevanda fatta in casa era un intermezzo nel lavoro di documentazione delle diverse tradizioni musicali del Caucaso meridionale. I contadini, membri della piccola minoranza musulmana degli Àvari in Georgia, erano riluttanti a lasciar andare i loro ospiti, ma questi avevano del lavoro da fare.

Il progetto Sayat Nova

Finanziato da una modesta campagna online, il progetto Sayat Nova comprende l’etno-musicologo Ben Wheeler, la storica Anna Harbaugh e l’antropologo Stefan Williamson-Fa. I tre studenti puntavano a raccogliere 2.000 dollari per registrare musiche tradizionali delle maggioranze e minoranze della regione, ma ne hanno invece raccolti oltre 3.000. Il progetto prende il nome da un trovatore armeno del ‘700, compositore di canzoni e poesie in azero, armeno, georgiano e persiano. Date le riccamente variegate credenziali culturali di Sayat Nova, sembra giusto che il progetto abbia preso il suo nome.

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Infatti, il Caucaso è popolato da una variegata mescolanza etnica e religiosa: oltre 50 gruppi etnici parlano lingue di 5 famiglie linguistiche, mentre i cristiani (cattolici, apostolici e ortodossi) vivono al fianco musulmani (sunniti e sciiti) e gruppi più piccoli che praticano Ebraismo e Zoroastrismo. Questa diversità è particolarmente evidente in Georgia e soprattutto a Tbilisi, la capitale, dove Wheeler, Harbaugh e Williamson Fa hanno la propria base.

"Una cosa che abbiamo scoperto con la campagna online è che la comunità di persone che studiano musica nel Caucaso è molto piccola e anche molto unita. Anche fra diverse discipline accademiche, tutti apprezzano il lavoro degli altri. Questo ha contribuito in termini di promozione e messa in rete", ha dichiarato Wheeler ad Osservatorio. "Non credo che avremmo potuto fare questo progetto se non a Tbilisi. Questo è il luogo dove tutte queste culture davvero si mescolano e tutt’oggi è ancora ben visibile".

"Gran parte degli studi esistenti sulla musica popolare del Caucaso meridionale si concentrano sullo studio delle tradizioni musicali su scala nazionale, sulle caratteristiche che le rendono distintamente georgiane, azere o armene", scrive Wheeler in un breve articolo accademico condiviso su Facebook. "Ma questa attenzione per la nazione, o la musica della maggioranza, deve essere integrata parallelamente da quella per la minoranza: piccoli gruppi etnici e tradizioni musicali che sono parte integrante del mosaico culturale del Caucaso meridionale".

La tradizione Ashiq

La tradizione Ashiq (menestrelli vaganti più o meno come Sayat Nova) affascina particolarmente Wheeler e i suoi colleghi. Infatti, ha spiegato a Osservatorio Balcani e Caucaso, è stata una visita in città, soprattutto nella zona azera di Marneuli, e l’incontro con gli Ashiq locali a generare l’idea alla base del progetto di Sayat Nova. "Abbiamo avuto un’affascinante sessione di registrazione", dice, "e Stefan e io abbiamo iniziato a parlare di tutti questi fenomeni interessanti che non sono stati studiati. Non ci sono informazioni, ma qualcosa ci deve essere ancora, così abbiamo iniziato a pensare di raccogliere il tutto su un sito web".

"Abbiamo scoperto che c’era stata una specifica ‘scuola’ di musica Ashiq in questa regione della Georgia e abbiamo trovato interessante il fatto che questa tradizione unica non fosse stata registrata, con quasi nessuna informazione disponibile in lingua inglese", aggiunge Williamson Fa. Interviene Harbaugh: "C’erano stati studi", dice, "ma era tutto fatto dai sovietici e dopo l’indipendenza l’enfasi sul mantenimento di queste tradizioni culturali uniche, che sono veramente specifiche per questi piccoli gruppi etnici, è diminuita".

"La tradizione del menestrello o bardo, ormai strettamente associata alla musica dell’Azerbaijan, era un tempo una tradizione musicale pan-europea", spiega Wheeler. "Nel ‘600-‘700, ashiq professionisti plurilingue si muovevano fra i centri urbani come Gence, Shemaxi, Yerevan, Tbilisi e Derbend, facendo circolare notizie, idee, musica e cultura. Quando gli ashiq si stabilirono nelle montagne del Caucaso minore, si svilupparono distinte scuole regionali che assorbirono una grande parte della tradizione musicale e orale locale".

I ricercatori del progetto Sayat Nova sono stati così fortunati da trovare due di questi ashiq in Georgia, a rappresentanza di questa diversità. Il primo, ashiq Garib, 75 anni, residente di Algeti, un villaggio azero nella regione georgiana di Kvemo Kartli, è stato particolarmente importante. Garib, che è stato l’insegnante principale della maggior parte dei suonatori di saz nella regione ad etnia prevalentemente azera al confine con la vicina Armenia, considera la tradizione georgiana più malinconica di quella azera, più leggera e divertente.

All’altra estremità dello spettro musicale, tuttavia, Ashiq Nargile rappresenta un altro esempio di forma musicale riconosciuta dall’UNESCO nella lista del patrimonio culturale immateriale. Giovane suonatrice di saz e poetessa, Nargile Mehtiyeva illustra come, anche in una cultura tradizionale e spesso patriarcale, le donne possano assumere un ruolo di primo piano. La giovane ashiq di etnia azera insegna anche saz a studenti, tra cui Wheeler e Williamson-Fa, al Conservatorio di Stato di Tbilisi. Wheeler ha suonato con Nargile alla chiusura di un festival saz tenuto in Georgia nel mese di maggio.

"Allontanandosi da alcuni aspetti della tradizione, tenendo stretti quelli che considerano essenziali, hanno saputo cogliere il carattere innovativo del genere e traghettarlo con successo dall’epoca sovietica a quella contemporanea", scrive Anna Oldfield Senarslan nell’articolo accademico “Le donne ashiq azere e la trasformazione della tradizione”. A fianco delle registrazioni, il progetto Sayat Nova prevede anche una ricerca di questo tipo.

Ma l’attenzione non è solo per i musicisti azeri in Georgia.

Il progetto arriva in Azerbaijan

Dopo la registrazione di musicisti armeni, georgiani, Kist, Avar, Tush, Bat, curdi, iraniani e altri ancora in Georgia e Armenia, il progetto Nova Sayat è arrivato in Azerbaijan nel mese di giugno per registrare le minoranze del luogo. "Penso che una delle qualità più uniche del Caucaso meridionale sia l’abbondanza di diversi popoli, ognuno con la propria cultura, che condividono elementi di una storia comune", conclude Wheeler. "Se riusciremo ad elevare questi dialetti musicali allo stesso livello della musica nazionale, la mappa risultante sarà più ricca, più dettagliata e meglio rappresentativa della cultura musicale della regione".

"Non fermeremo nessuna guerra con questo sito, ma vogliamo creare un luogo dove le persone possano avere una conversazione", ha dichiarato di recente al Georgian Times. Indirettamente, tuttavia, vi è per lo meno la speranza che le persone che vivono nei tre paesi del Caucaso meridionale si riconoscano in quanto hanno in comune e rispettino ciò che è diverso. Dati i conflitti congelati nella regione, nonché il sostegno limitato alle minoranze dopo l’indipendenza, questo compito è probabilmente più importante che mai.

Il progetto Sayat Nova ha una pagina Facebook con link ai post del blog e registrazioni audio/video del lavoro nel Caucaso meridionale a: http://www.facebook.com/SayatNovaProject .

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